LA MONETA VIRTUALE DIVENTA REALE – IN PROVINCIA DI TRENTO SI ACCETTA COME PAGAMENTO IL BITCOIN, MA NESSUNO LO USA – E DOPO LE SPECULAZIONI, IN AMERICA SCATTANO LE PRIME MANETTE

Al World Economic Forum, chi crede nel futuro del Bitcoin (Branson della Virgin) si scontra con chi pensa sia un mezzo per riciclare denaro sporco (Dimon e Lew, ad di Jp Morgan e segretario al Tesoro Usa). E intanto Shrem, uno dei più noti promotori della nuova moneta, è stato arrestato proprio con l’accusa di riciclare denaro sporco legato al narcotraffico.

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1."QUI PAGHI CON I SOLDI VIRTUALI"
Jaime D'Alessandro per ‘La Repubblica'

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Non ha nemmeno il pos per il bancomat, né accetta carte di credito. Ma da circa un mese al Salone Boschetto di Cavalese, provincia di Trento, si può pagare anche in Bitcoin. La moneta elettronica che tanto fa parlare di sé, scambiata attualmente attorno ai mille dollari, inizia a farsi largo in Italia. E i Boschetto, barbieri da cinque generazioni, hanno deciso di passare dal contante al virtuale in un sol colpo.

Come stanno facendo molti esercizi commerciali: agriturismi in Sicilia, una psicologa ad Avellino, un avvocato a Chieti, un supermercato ad Ancona, uno spedizioniere vicino Lucca, un venditore di giocattoli a Torino. Solo a Roma sono 13, una decina a Milano, altrettanti a Venezia, per un totale di circa 100 sparsi su tutta la penisola. «L'idea è stata di uno dei miei due figli», racconta al telefono Guido Boschetto, 55 anni.

«Abbiamo scaricato il programma e ora, attraverso un codice a barre visualizzabile su cellulare (qr-code), accettiamo la moneta elettronica. Siamo i primi a farlo nel nostro campo e i secondi in Europa, dopo un parrucchiere polacco», continua Guido. Peccato che la maggior parte dei clienti abituali del salone non sappia cos'è un Bitcoin. Però ha chiamato un signore assicurando che se li avesse acquistati sarebbe passato a frasi tagliare i capelli. Tutto qua. «Più o meno», ammette il barbiere. «Come mossa promozionale però ha funzionato».

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Inventato nel 2008, per diverso tempo il Bitcoin è stato praticamente carta straccia. Oggi invece viene accettato a macchia di leopardo soprattutto in Inghilterra, Germania e Stati Uniti. Si sono aggiunti perfino un paio di atenei. L'Università di Nicosia a Cipro, seguita una settimana fa dalla University of Cumbria, a Carlisle, nord est del Regno Unito.

«Solo come forma di sperimentazione », ha sottolineato un docente. Del resto il Bitcon è una sperimentazione tout court: un network di computer (basta iscriversi e scaricare il software per aderirvi) che mettono a disposizione la propria potenza di calcolo. Questa rete crea e distribuisce in maniera casuale un certo numero di monete ai propri membri, al ritmo di sei all'ora, conservate in portafogli personali criptati. Il tetto massimo previsto di Bitcoin circolanti è di 21 milioni e dovrebbe esser raggiunto nel 2017.


«Lo sa? Lei è il primo che mi chiede dei Bitcoin», rivela Michelle Müller della libreria Libri Necessari di Roma. «Un mio amico mi ha convinto a offrire questo servizio. Ma nessuno si è fatto avanti». Stessa musica nello studio dei commercialisti Tudini dove però, spiega il titolare, alcuni clienti non hanno pagato in moneta virtuale solo perché se la tengono stretta considerando il suo valore.

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Intanto a Davos, al World Economic Forum, c'è stato uno scontro fra chi crede nel futuro del Bitcoin e chi pensa sia un mezzo per riciclare denaro sporco. Venerdì sir Richard Branson della Virgin ha difeso apertamente la valuta elettronica attaccata da Jamie Dimon e Jack Lew, amministratore delegato di Jp Morgan il primo e segretario al Tesoro degli Stati Uniti il secondo.

«Presto una valuta globale, poco importa che sia il Bitcoin o qualcosa di simile, farà piazza pulita dei Jamie Dimon e delle altre banche», ha detto il gran capo della Virgin. In attesa di vedere come andrà a finire, se siete fra quei fortunati ad aver comprato dei Bitcoin ad ottobre del 2009, quando per un dollaro ve ne davano 1300, li potete spendere per l'acquisto di un biglietto della compagnia di Branson. Ma non la Virgin, la Galactic: quella dei viaggi spaziali. Servono 250 mila dollari, appena 2500 bitcoin. Un affare.

2. TROPPE SPECULAZIONI E SCATTANO ANCHE LE PRIME MANETTE
Federico Rampini per ‘La Repubblica'

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Attenzione, qui per Bitcoin scattano le prime manette. Charles Shrem, uno dei più noti promotori della nuova moneta digitale, è stato arrestato domenica insieme con un suo complice. L'accusa: sul sito Bitinstant, dove si possono comprare le monete digitali spendendo dollari "veri", i due riciclavano denaro sporco legato al narcotraffico. Tutto nasce dall'indagine Fbi sul sito Silk Road, che faceva pagare in Bitcoin gli acquisti online di droga e armi.

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Fin qui, accettare i Bitcoin era solo un'innocua trovata pubblicitaria per far parlare di sé. Chi si lancia in quest'operazione ne ricava una visibilità immediata presso un pubblico di élite. I Bitcoin piacciono a una fascia giovanile hi-tech. Chiamarla moneta "virtuale" è riduttivo. Quasi cinque anni dopo la nascita di questa valuta digitale (2009), negli Stati Uniti si moltiplicano gli esercizi commerciali che esibiscono in vetrina l'annuncio "Bitcoin accepted here".

Bitcoin fu creata nel 2009 da un collettivo che si nasconde sotto uno pseudonimo giapponese: Satoshi Nakamoto. La sua caratteristica più originale è la modalità di creazione della moneta digitale. A differenza delle valute tradizionali, non esiste una banca centrale con il potere monopolistico di stampare moneta. Chiunque può "coniare" Bitcoin a condizione che sappia risolvere con l'ausilio del computer dei problemi matematici complessi. Il numero di Bitcoin che può essere creato ha un limite, non può aumentare all'infinito.

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I Bitcoin non esistono su carta. Il loro valore viene fissato in tempo reale su Borse globali dove gli investitori comprano e vendono il bene raro. E qui s'incontra il problema che può comprometterne il futuro. È l'eccessiva volatilità. Nel gennaio 2013 Bitcoin valeva 13 dollari; durante l'audizione al Congresso, il valore ha toccato i 900 dollari.

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Una moneta, usata come mezzo di pagamento, deve avere una certa stabilità. I periodi di iperinflazione, quando il potere di acquisto delle monete era aleatorio, fecero danni all'economia, ai risparmi, alle tasche dei consumatori. Lo stesso può valere per la deflazione, quando la moneta si rivaluta troppo. Una moneta troppo speculativa non è rassicurante, né per noi consumatori né per i commercianti.

 

 

 

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