- - MONTEPACCHI FOREVER - NUOVI INDAGATI, C’E’ ANCHE ROBERTO VILLA (EX RICHARD GINORI) E SODALE DI BALDASSARRI -

Perquisizioni e “avvisi” in Italia e in Svizzera: le (brutte) sorprese di Mps non finiscono mai - Il sistema “back to back” (una banca compra attività a prezzi gonfiati, a danno del suo bilancio) impazzava a Siena - Indagato anche Villa, l’ex presidente di Richard Ginori, amico di Baldassarri… - -

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Andrea Greco e Francesco Viviano per "la Repubblica"

L'inchiesta su Monte dei Paschi fa un salto di livello. Una quindicina di perquisizioni in tutta Italia e in Svizzera, nuovi indagati tra cui Roberto Villa, ex presidente di Richard Ginori e sodale di Gianluca Baldassarri. E il terribile sospetto, covato dagli inquirenti, che la "banda del 5%" abbia lasciato troppe tracce, e troppi quattrini, in giro per circoscriverla alla mezza dozzina di indagati - per associazione a delinquere e truffa - legati all'ex direttore dell'area finanza in carcere da tre mesi.

monte dei paschi di sienamonte dei paschi di siena

L'inchiesta della procura di Siena dovrebbe chiudere entro l'estate, e stringe sulle compravendite del desk proprietario di Mps tra il 2008 e il 2011. Ma la carenza di controlli e di scrupoli della passata gestione senese origina nuovi filoni giudiziari: e l'accusa di sfruttamento di alcuni titoli "tossici" mediati da una finanziaria di Paradiso (Canton ticino) sarebbe all'origine dei blitz effettuati dalla Gdf in accordo con le autorità elvetiche, e avrebbe portato a una decina di nuovi indagati per riciclaggio Oltralpe.

Sede MPSSede MPS

Sarebbero in gran parte operatori, e nessuno di loro attualmente in forze alla banca senese. Le compravendite sotto accusa sarebbero a danno di Mps, e nel solco di uno schema già ricostruito nell'inchiesta sull'intermediario Lutifin, che la procura di Milano svolse nel 2008 per poi passare le carte a Siena. Nel gergo finanziario si chiama back to back( spalla a spalla): una banca compra attività a prezzi gonfiati, a danno del suo bilancio.

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Il venditore - e l'intermediario - fanno una plusvalenza fuori mercato, e se la spartiscono dividendola in tre con il compratore. Una modalità diffusa con le controparti Mps dell'epoca, e che nella lente degli inquirenti svizzeri potrebbe produrre sviluppi importanti. Ieri le Fiamme gialle hanno perquisito case e uffici tra Ravenna, Bologna, Milano e Roma. Dalla provincia ravennate vengono Villa e Baldassarri, per l'esattezza da Lugo di Romagna, città che diede i natali (1882) anche a Charles Ponzi, pioniere dei truffatori italiani.

LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpegLANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg

I due sono amici di vecchia data, e furono colleghi negli anni ‘80 in Cofilp, sim della Popolare di Novara nel cui capitale era presente anche Raul Gardini, e che finì travolta da altri scandali finanziari. Lo scorso 21 febbraio, ai pm Aldo Natalini e Giuseppe Grosso - titolari del fascicolo Mps - Baldassarri disse: «Conosco Roberto Villa è stato mio collega per dieci anni alla Cofilp. Conosco la Gdp, società creata da Villa una volta uscito da Cofilp che si occupava di gestione patrimoni». Gdp fu fondata da Villa, e cancellata dal registro svizzero delle imprese nel 2007.

Secondo una mail interna partita dalla filiale Mps di Londra nel novembre 2005, Gdp ebbe l'incarico di occuparsi dell seconda tranche del contratto del derivato tossico Alexandria, che Mps deteneva in controparte con Dresdner Bank (poi sostituita da Nomura). Con Villa, Baldassarri fece anche un investimento in Starfin, holding di Richard Ginori. «Villa insistette molto - ha dichiarato - ho investito un milione. La partecipazione venne riacquistata da Villa nel 2009».

Era Kurasi il veicolo dell'ex Mps per detenere - da Madeira - il 3,8% nelle porcellane, poi per scudare parte dei 18 milioni che la Gdf gli ha preso a febbraio, in un round da 46 milioni tra lui, il suo vice Alessandro Toccafondi (10 milioni) e i broker David Ionni, Antonio Pantalena, Fabrizio Cerasani, Luca Borrone. Proprio Toccafondi è stato interrogato il 2 maggio con una rogatoria dalla Procura di San Marino.

Agli inquirenti locali ha motivato le sue disponibilità finanziarie - al sicuro presso la United investment bank di Vanuatu (isola off-shore del Pacifico) - con bonifici diretti che riceveva da clienti delle società per cui lavorava, in cambio di consulenze mobiliari. I soldi venivano poi rimpatriati tramite un mandato fiduciario alla Smi di San Marino.

 

 

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