Francesco De Dominicis per "Libero Quotidiano"
LANCIO DI MONETINE A MUSSARI IN PROCURA jpeg
Acque agitate al Monte dei paschi di Siena sulle sanzioni agli ex alti dirigenti. Lo scandalo delle multe di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri saldate dalla banca, rivelato domenica da Libero, ha scatenato la rivolta dei piccoli azionisti.
L’associazione «Buongoverno Mps» solleverà la questione all’assemblea degli azionisti del 12 aprile. In ballo ci sono oltre 10 milioni di euro di multe irrogate dalla Banca d’Italia per varie ragioni (la «quota» di Mussari è pari 1,14 milioni). I rappresentanti dei minisoci vogliono capire anzitutto come sia maturata la scelta di pagare le gabelle dei manager accusati di aver messo nei guai Rocca Salimbeni. Scelta poi rivista.
Di qui la causa, persa alla Corte di cassazione lo scorso 7 marzo. Secondo i giudici, Mps non può pretendere il «regresso» mentre è ancora aperta la partita di Mussari, Baldassarri e Vigni dinanzi al Tar che in teoria potrebbe azzerare o ridurre gli importi.
I legali dell’associazione «Buongoverno», intanto, stanno approfondendo il testo unico della finanza. L’articolo 195 (comma 9) stabilisce l’obbligo di rivalsa sui dirigenti sanzionati: gli istituti, dice la norma, «sono tenuti a esercitare il diritto di regresso verso i responsabili». Anche se la banca anticipa, come ha fatto Mps con Mussari, deve chiedere la restituzione di quei soldi. Il punto è proprio questo: dopo lo schiaffo della Cassazione, che margini ci sono per portare alla cassa l’ex presidente, l’ex direttore generale e l’ex capo dell’area finanza?