NOMINE E COGNOMI - PRONTI?: CI SONO 350 POLTRONE IN SCADENZA NELLE SOCIETÀ PUBBLICHE E PARTECIPATE DALLO STATO. A QUESTE SI AGGIUNGONO LE POSIZIONI DI AD E PRESIDENTI - LA PIÙ CALDA È QUELLA DI INVITALIA, CON ARCURI CHE HA GIÀ PREPARATO GLI SCATOLONI. PER IL SUO POSTO IN POLE C’È BERNARDO MATTARELLA, NIPOTE DI SERGIO - MA È SOLO L’INIZIO: POI CI SONO CONSIP, ENI, SOGIN, PAGOPA, SNAM, ITALGAS, FINCANTIERI E SACE - IL REPORT DEL CENTRO STUDI “INRETE”

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1 - IL RISIKO DELLE NOMINE

Luca Monticelli per "la Stampa"

 

il domino delle nomine il dossier del centro studi inrete 19 il domino delle nomine il dossier del centro studi inrete 19

Lo scontro tra Mario Draghi e la maggioranza rischia di ripercuotersi sulle nomine pubbliche. Il risiko prenderà il via a primavera, ma le grandi manovre sono già iniziate.

 

E il premier sembra deciso ad andare avanti con il suo «metodo» sempre che i partiti non si mettano di traverso.

 

Secondo un report appena diffuso da Inrete ci sono 350 persone da individuare per le posizioni nei consigli d'amministrazione di 49 società e di 41 collegi sindacali.

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

 

Uno degli obiettivi politicamente più ambiti riguarda la governance di Invitalia, l'agenzia nazionale per lo sviluppo, controllata al 100% dal Mef.

 

L'amministratore delegato è Domenico Arcuri, portato da Romano Prodi nel 2007.

 

BERNARDO MATTARELLA BERNARDO MATTARELLA

Sotto la sua gestione sono passati per Invitalia i dossier più delicati, e Arcuri ha vissuto l'apice della sua carriera con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Con l'appoggio dell'allora presidente del Consiglio, il manager calabrese è stato il protagonista della trattativa sull'Ilva e della gestione dell'emergenza Covid.

 

Per lui sembravano aprirsi le porte del vertice di Cassa depositi e prestiti, ma poi tutto è cambiato molto rapidamente: la caduta di Conte, l'inchiesta per peculato sulle mascherine cinesi e un progressivo allontanamento dai riflettori. Il rinnovo del consiglio dell'agenzia è fissato entro il 30 giugno, ma al momento è difficile trovare qualcuno dentro i palazzi che scommetta sulla permanenza di Arcuri.

 

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Pesa l'indagine della magistratura e in più i suoi sponsor politici non sono forti come un paio d'anni fa, sia tra i pentastellati che nel Partito democratico.

 

Il manager calabrese è dato in uscita da Invitalia pure per le pressioni che arrivano dal centrodestra che l'ha sempre criticato aspramente, Matteo Salvini per primo.

 

LUIGI LOVAGLIO LUIGI LOVAGLIO

In questo scenario, cresce trasversalmente la candidatura di Bernardo Mattarella, numero uno di Mediocredito Centrale e nipote del presidente della Repubblica, molto apprezzato per il lavoro fatto a sostegno delle imprese durante la fase più acuta della pandemia. Presidente di Invitalia è Andrea Viero, uomo legato al Pd, arrivato nel 2019, con un passato nelle multiutility quotate.

 

bernardo mattarella foto di ferdinando mezzelani gmt 76 bernardo mattarella foto di ferdinando mezzelani gmt 76

Il Tesoro ha già cominciato il domino delle partecipate silurando Guido Bastianini dal Monte dei Paschi di Siena, sostituendolo con Luigi Lovaglio.

 

Le prime scadenze sono stabilite entro il 30 aprile se si considerano, ad esempio, Consip, Eni, Sogin, PagoPa, Enav, Banca del Mezzogiorno. Poi ci sono Snam, Italgas e Fincantieri.

 

Le nomine verranno realizzate osservando la legge sul rispetto della parità di genere, che prevede almeno i due quinti dei posti nei cda riservati alle donne. La competizione è apertissima e c'è ancora tempo prima della presentazione delle liste, eppure qualcosa si sta muovendo.

PIERFRANCESCO LATINI PIERFRANCESCO LATINI

 

Sace, la società che si occupa del settore finanziario delle realtà imprenditoriali, è passata dal perimetro di Cassa depositi e prestiti al Mef, e attualmente vede amministratore e presidente rispettivamente Pierfrancesco Latini e Mario Giro.

 

Per sostituire il primo si fa il nome di Federico Merola, componente indipendente del consiglio, al posto del secondo un alto dirigente del ministero dell'Economia, ma non sarà il direttore generale Alessandro Rivera. Probabile la riconferma per Pasquale Salzano e Mauro Alfonso a Simest, così come per l'ad di Snam, Marco Alverà.

 

Giuseppe Bono Giuseppe Bono

Stesso discorso per Giuseppe Virgone alla guida di PagoPa. Su Fincantieri, impresa leader nella cantieristica navale, la partita appare molto complessa. Giuseppe Bono è destinato a rimanere in azienda, ma come presidente del gruppo, poltrona attualmente occupata da Giampiero Massolo, ex direttore del Dis comparso anche nelle rose del centrodestra per il Quirinale.

FRANCESCO GIAVAZZI FRANCESCO GIAVAZZI

 

Diversi i profili sul tavolo come capo azienda: Fabrizio Palermo (già rimosso da Draghi da Cdp), Fabio Gallia (ora direttore generale), Claudio Gemme (manager del gruppo ed ex Anas).

 

Dopo la tornata del 2021 che ha portato alla nomina dei nuovi vertici delle big di Stato come Fs e Cdp, anche quest' anno il premier, affiancato dal consigliere Francesco Giavazzi, sembra intenzionato a proseguire sulla linea dell'indipendenza dalla politica, ma dovrà fare i conti con gli appetiti dei partiti, a un anno dalle elezioni.

 

2 - IL DOMINO DELLE NOMINE 2022

Da www.true-news.it

 

FEDERICO MEROLA FEDERICO MEROLA

Parità di genere e “metodo Draghi”. È la partita delle nomine 2022: sono circa 350 i nomi da individuare complessivamente per le posizioni nei consigli d’amministrazione e nei collegi sindacali delle società pubbliche e partecipate dallo Stato, a cui vanno aggiunti quelli per le posizioni di amministratori delegati e presidenti dei consigli di amministrazione.

 

È quanto emerge da “Il domino delle nomine – Il rinnovo delle cariche nelle società partecipate dallo Stato nel 2022”, dossier a cura del Centro Studi Inrete rilasciato il 17 febbraio che offre un prospetto delle cariche scadute al 31 dicembre 2021 e ancora da rinnovare.

 

Nomine 2022: Poste, Enel, Eni, Leonardo, Sace, Consip

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Da Invitalia a Sogin, da Poste Italiane a Eni passando per Monte dei Paschi, Enav, Leonardo, Enel, Sace, Consip, Sport & Salute e tante altre. È ripartita anche quest’anno la stagione cruciale delle nomine per le società partecipate dallo Stato, suddivise fra società di 1° livello, partecipate direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (o, raramente, da un altro Dicastero) e le società di 2° e 3° livello, di matrice indiretta, le cui quote sono possedute da una società partecipata a sua volta da uno dei Ministeri.

 

Nei primi mesi del 2022 – entro la metà dell’anno – saranno da individuare i nomi per quelle cariche scadute nel 2021 non ancora rinnovate. Successivamente, il focus passerà alle nomine per le cariche in scadenza il 31 dicembre 2022.

 

Nomine 2022: parità di genere e “metodo Draghi”

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A livello di approccio probabile una riedizione di quanto già avvenuto nel 2021. Per le nuove nomine verrà osservato il criterio stabilito dalla Legge 12 luglio, n. 120 sul rispetto della parità di genere, la quale prevede che almeno i 2/5 delle nomine dei consiglieri di amministrazione e dei sindaci delle società quotate vengano riservati a donne.

 

C’è anche chi parla di alternanza di genere fra presidenti e amministratori delegati dove possibile, con un metodo già sperimentato in alcune società pubbliche. A farla da padrone resterà comunque il cosiddetto “metodo Draghi”, ispirato alla discontinuità gestionale lasciando meno spazio alle manovre dei partiti.

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I PROSSIMI RINNOVI NELLE PARTECIPATE I PROSSIMI RINNOVI NELLE PARTECIPATE

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