PENISOLA DEI FAMOSI/2 - LA PRIMAVERA, PER I GIORNALONI, SARÀ BEN PIÙ CALDA DELL’AUTUNNO (IL PRIMO PERIODICO CHE DOVREBBE CHIUDERE I BATTENTI INIZIA PER “A”, DICONO) - LA VERA PARTITA PER LA SOPRAVVIVENZA SI GIOCHERÀ SULLA PUBBLICITÀ – MENTRE MEDIASET ARRUOLA STEFANO SALA, SCOTT JOVANE STA CERCANDO PER RCS UN ACCORDO CON ITEDI SPA (FIAT), PER LA RACCOLTA DELLA PUBBLICITÀ SULLA “STAMPA” - MA IL PROBLEMA È L’ANTITRUST...

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DAGOREPORT - PENISOLA DEI FAMOSI

PIETRO SCOTT JOVANEPIETRO SCOTT JOVANE

L'autunno caldo dei giornali fa pensare che per i grandi editori la primavera sarà caldissima.

Ormai la crisi sta attraversando orizzontalmente i principali gruppi e il crollo della pubblicità oggi stimato intorno al 20% sembra destinato ad aggravarsi con i tagli dei budget da parte delle grandi aziende.

Di fronte a queste difficoltà c'è chi sta prendendo le contromisure mentre altri sono alle prese con piani industriali e trattative in grado di fronteggiare l'annus horribilis ormai alle porte. In casa Mediaset pochi giorni fa hanno arruolato il guru dei centri media Stefano Sala e dagli uffici di Cologno hanno spiegato in una nota che "la scelta ha l'obiettivo di promuovere l'evoluzione e il rafforzamento della concessionaria pubblicitaria".

STEFANO SALASTEFANO SALA

Identica problematica è sul tavolo del Gruppo Rcs che pubblica il "Corriere della Sera" dove il giovane amministratore Scott Jovane si sta letteralmente spaccando la testa sul piano industriale che dovrà convincere i soci del Patto di sindacato a versare sangue nelle casse dell'azienda. Non sarà facile perché l'eredità lasciatagli da Antonello Perricone, che se ne è andato a luglio con una borsetta gonfia di 3,4 milioni, è pesantissima. Il bilancio 2011 si è chiuso con una perdita di 322 milioni e il fardello dei debiti sfiora il miliardo (938 milioni).

Di fronte a questa apocalisse a farne le spese in prima linea saranno i dipendenti e i giornalisti che già l'anno scorso sono diminuiti di 696 unità, ma la partita vera si gioca anche in Rcs sul capitolo che riguarda la raccolta pubblicitaria. E qui sarebbe davvero interessante capire come sta procedendo la trattativa avviata il 23 febbraio tra l'azienda del "Corriere" e Itedi spa, la società interamente controllata dalla Fiat per la raccolta della pubblicità sul quotidiano "La Stampa".

Nella sua infinita miseria Dagospia ha letto la lettera del 4 luglio scorso in cui Rcs Mediagroup ed Editrice "La Stampa" spa intendono procedere nel progetto di integrazione delle attività pubblicitarie. Nel testo sottoscritto dai direttori generali delle due società si conviene di prorogare al 31 dicembre i termini per dare corpo a questa sinergia.

La ragione dello spostamento di date per l'eventuale closing è spiegata in un paio di memorandum elaborati il 7 giugno e il 27 luglio dallo studio Bonelli Erede Pappalardo che sono finiti sotto gli occhi di quel sito disgraziato di Dagospia.

Il contenuto dei due memorandum è riservato e i legali del famoso studio milanese si pongono una serie di interrogativi sul rischio che l'AgCom (l'organismo di vigilanza sulle comunicazioni) possa bloccare l'operazione che vedrebbe le due concessionarie "esclusive" in una posizione dominante.

L'articolo 12, comma 4, 1 punto 416/1981 della legge in materia considera infatti insuperabile la soglia del 20% e alla luce di questa preoccupazione, i legali ritengono che l'integrazione tra i torinesi e i milanesi impegnati nella raccolta pubblicitaria richieda un'analisi attenta.

Questo allarme è ribadito nel secondo memorandum riservato che porta la data del 27 luglio dove nella premessa si legge che i legali dello studio Bonelli Erede Pappalardo si sono comunque preoccupati di verificare la praticabilità dell'operazione con l'AgCom.

Da quanto si capisce a Roma sono calati quattro avvocati che hanno aperto un dialogo con il dottor Marco Del Mastro, responsabile della direzione analisi dei mercati dell'AgCom. Questo Del Mastro è un economista romano 43enne che si è specializzato all'università di Warwich e ha scritto un'infinità di paper prima di finire all'Autorità Garante della Concorrenza e poi all'AgCom.

Le verifiche fatte dal piccolo esercito del famoso studio milanese sembrano aprire uno spiraglio per evitare lo scoglio che consentirebbe il fidanzamento tra Rcs e Itedi senza andare a sbattere contro l'Antitrust.

"Stando alle informazioni attualmente in nostro possesso - così si legge nel memorandum - la progettata operazione non sembra sollevare insormontabili criticità alla luce della normativa e sotto il profilo relativo alla tutela del pluralismo dell'informazione".

Su queste proposizioni incoraggianti è calato il silenzio. Adesso il giovane amministratore di Rcs Scott Jovane aspetta di sapere se potrà indicare ai soci che controllano Rcs e il "Corriere della Sera" la strada per uscire dalla voragine.

PS - Il primo periodico che dovrebbe chiudere i battenti inizia per "A", dicono....

 

 

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