fabrizio palenzona andrea pignataro

PIGNATARO CE L’HA FATTA: ION SI PAPPA PRELIOS PER 1,35 MILIARDI. SULL’OPERAZIONE ALEGGIAVA L’OMBRA DEL GOLDEN POWER, MA IL GOVERNO NON HA UTILIZZATO I POTERI SPECIALI. DOPO I GUAI IN CRT, FABRIZIO PALENZONA PUÒ STAPPARE LA BOTTIGLIA BUONA: RIMARRÀ AI VERTICI DELLA SOCIETÀ, ATTIVA NELLA GESTIONE DEI CREDITI DETERIORATI – IL “CAMIONISTA” HA OTTIMI RAPPORTI CON IL “MAGO DELLA FINANZA” (A GENNAIO, AVEVA SVACCANZATO IN UN VILLONE CARAIBICO DI SUA PROPRIETÀ), E PIGNATARO CONTINUA IL SUO SHOPPING IN ITALIA , NONOSTANTE I DEBITI DA ALMENO 11 MILIARDI…

Estratto dell’articolo di Laura Morelli per “La Stampa”

 

Andrea Pignataro

Dopo quasi due anni di trattative e un anno dalla firma nell'agosto scorso si chiude la vendita di Prelios, al gruppo Ion. La società, attiva nella gestione di asset alternativi e presieduta da Fabrizio Palenzona, entra così nella galassia dell'imprenditore Andrea Pignataro, tramite la controllata X3 Group, per la cifra di 1,35 miliardi di euro.

 

A vendere è stato il fondo Davidson Kempner che aveva rilevato Prelios nell'estate del 2017. «È una grande soddisfazione e ci riempie di entusiasmo e responsabilità la conclusione positiva di questo lungo percorso», ha commentato Palenzona, che resta ai vertici di Prelios assieme all'amministratore delegato Riccardo Serrini.

 

fabrizio palenzona foto di bacco

Fondata nel 1990 a Milano, Prelios, è fra le principali realtà in Italia nella gestione di asset alternativi e deteriorati, nel servicing e nei servizi immobiliari e conta più di 40 miliardi di asset in gestione tra crediti in sofferenza, inadempienze probabili e fondi immobiliari e ricavi per 321 milioni nel 2023.

 

Per Pignataro, imprenditore bolognese che ha ottimi rapporti e ricambiata stima con Palenzona, è un'acquisizione strategica sia per i fondi immobiliari sia per l'attività di credit management, e in particolare quella di servicer di crediti deteriorati di Prelios. Quest'ultima attività è in linea con quella già portata avanti da un'altra sua controllata, Cerved, che Ion con il supporto di Gic, il fondo sovrano di Singapore, aveva delistato da Piazza Affari nel febbraio 2022 per 2,55 miliardi.

PRELIOS

 

Ma l'Italia è da diversi anni ormai uno dei fulcri della strategia di Ion. Finora la holding ha messo sul piatto circa 6 miliardi -contando l'affare Prelios - per una campagna acquisti che ha riguardato oltre a Cerved anche Cedacri, realtà che offre servizi di outsourcing per il settore bancario, e List, fornitore di software per il settore finanziario.

 

IL DEBITO PRIVATO DI ION

Senza dimenticare l'investimento complessivo di 150 milioni per l'ingresso nell'azionariato di Illimity (9,99%) e di Mps (2%) e l'intervento nella Cassa di Volterra. In Italia la società è rappresentata da Luca Peyrano, già numero uno di Elite di Borsa Italiana, che attualmente è anche presidente esecutivo di Cedacri ed entrerà nel board di Prelios.

 

Imprenditore misterioso e incarnazione del low profile, Pignataro, soprannominato il Michael Bloomberg italiano, è poco conosciuto fuori dai mercati specializzati e di lui si parla soprattutto in relazione ai conti del gruppo che stando a quanto circola registrerebbe debiti per 11 miliardi e un margine operativo per 2,1 miliardi.

 

LOGO PRELIOS

Tuttavia, il suo essere outsider piace a Palenzona, che stima il suo essersi costruito da solo e la sua genialità negli investimenti tanto da averlo definito in un'intervista un "fuoriclasse" […]. Ora quindi prende ufficialmente il via la collaborazione tra i due con l'obiettivo […]  «di consolidare il suo ruolo di leadership nel settore del servicing e dell'asset management» di Prelios […]

LA STRUTTURA DI ION - ANDREA PIGNATARO STRUTTURA FINANZIARIA DI ION - GRAFICO BLOOMBERG Andrea Pignataro

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)