PORTA I QUATTRINI SUL MONTE - MPS LANCIA UNA PROVOCAZIONE: ''CONTO GRATIS A CHI CI AFFIDA ALMENO 100MILA EURO DI PATRIMONIO'', CIOÈ LA FAMIGERATA SOGLIA DEL BAIL-IN CHE SCATTA A GENNAIO - TECNICHE AGGRESSIVE PER RECUPERARE CLIENTI IN ATTESA DI ESSERE COMPRATA DA CAVALIERI CHE ALL'ORIZZONTE NON SI VEDONO

Quel requisito di «almeno 100mila euro», necessario per avere il canone gratis si riferisce al patrimonio e non ai quattrini messi sul conto corrente. Vanno quindi considerati anche le gestioni patrimoniali, i certificates e i prodotti assicurativi, che sono tutti fuori ambito di bail in - Ma Mps è ancora semi-nazionalizzata e la procura di Milano continua a pungerla...

Condividi questo articolo


Camilla Conti per “il Giornale

 

Un conto corrente che offre una combinazione di prodotti e servizi esclusivi ad un canone di gestione gratuito per chi affiderà alla banca senese un patrimonio «pari ad almeno 100.000 euro».

 

fabrizio viola fabrizio viola

Si chiama One ed è il nuovo prodotto acchiappa-correntisti del Monte dei Paschi che consente al cliente di costruirsi un conto «su misura» grazie a un «configuratore» in grado «di simulare le diverse combinazioni di prodotti e servizi». Una scelta che a qualcuno è quasi parsa una provocazione.

 

Per due motivi. Primo: la tempistica. Perché dal primo gennaio scatteranno le nuove regole europee sul bail in che faranno pagare il prezzo del salvataggio di una banca a rischio fallimento non solo a obbligazionisti o azionisti ma anche ai correntisti per la parte eccedente i centomila euro.

 

È vero che quel requisito di «almeno 100mila euro», necessario per avere il canone gratis si riferisce al patrimonio e non ai quattrini messi sul conto corrente. Vanno quindi considerati anche le gestioni patrimoniali, i certificates e i prodotti assicurativi, che sono tutti fuori ambito di bail in e sono prodotti ad alta marginalità per il gruppo senese che sta appunto cercando di catturare nuovi clienti danarosi con tecniche di marketing aggressive.

 

monte dei paschi di siena monte dei paschi di siena

Ma è anche vero che quella platea che si tenta di intercettare sta psicologicamente facendo i conti con gli effetti disastrosi del decreto salva banche varato dal governo. E il Monte non è una banca qualsiasi. Con l' inchiesta su Antonveneta e sui derivati Alexandria e Santorini è stata in passato «pioniera» della crisi di fiducia fra risparmiatori e amministratori (vi ricordate i prodotti «My Way» e «For You»?), la capitale dei «grovigli armoniosi» che intrecciavano gli interessi di finanza e politica (non solo locale).

 

AUTORIZZAZIONE DRAGHI PER ANTONVENETA AUTORIZZAZIONE DRAGHI PER ANTONVENETA

Il Monte è inoltre l' unica banca italiana ad aver chiesto - con i Tremonti e Monti bond - soldi in prestito allo Stato che non a caso è ancora azionista con il 4% del capitale ricevuto proprio a saldo di una parte di quei finanziamenti pubblici. Una banca ancora in convalescenza e alla ricerca di un cavaliere - anche straniero - disposto a portarla all' altare, come chiesto dalla Bce. Intanto, nell' ultimo anno a Piazza Affari il titolo Mps ha perso oltre il 40% del proprio valore (il 17% solo nell' ultimo mese) e lo scorso 14 dicembre ha toccato i minimi a 1,1 euro.

 

La bad bank di sistema che potrebbe alleviare le sofferenze non arriva e a complicare le cose ci si è messa pure la procura di Milano che, via Consob, ha imposto all' istituto di Rocca Salimbeni di rifare i conti con l' operazione Alexandria, messa in piedi dagli ex vertici con l' aiuto della banca giapponese Nomura per finanziare l' acquisto di Antonveneta. Operazione che va contabilizzata nei bilanci del Monte come un derivato con un effetto fiscale negativo di circa 130 milioni.

LOGO ANTONVENETA LOGO ANTONVENETA

 

A Siena stanno cercando di uscire dal tunnel ma la strada è lunga e ormai non si può più dare (solo) la colpa alle macerie lasciate dalla vecchia amministrazione targata Giuseppe Mussari.

 

«Va un po' meglio, o ti senti come prima? Sarà più facile per te ora che hai qualcuno da incolpare?», canta Bono Vox in un vecchio successo degli U2. One, come il nuovo conto corrente lanciato sul mercato. Al Monte devono ascoltarla spesso.

VIGNI MUSSARI VIGNI MUSSARI

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...