Raffaele Ricciardi e Sara Bennewitz per “la Repubblica”
Il primo scoglio è superato. Ieri la Commissione europea ha approvato il decreto Liquidità per garantire 200 miliardi di prestiti bancari alle imprese: è conforme alle norme sugli aiuti di Stato. Oggi sarà diffuso da Sace il regolamento sulle istruttorie delle banche che quei prestiti erogheranno, lasciando all' Erario una fetta dal 70% al 100% di eventuali perdite. Da lunedì le prime erogazioni, ha annunciato il ministro Gualtieri. Forse ci sarà più correntezza (nel gergo bancario, manica larga) da parte degli istituti: ma i soldi sono loro, come l' onere dei controlli per evitare i reati di riciclaggio e abuso del credito.
E mentre in aprile centinaia di banche esamineranno «milioni di domande potenziali» (dice l' Abi), il Parlamento dovrà convertire il decreto in legge, con gli immancabili emendamenti e i debiti correttivi (uno su tutti per evitare che la criminalità si mangi una fetta dei fondi garantiti). Un' agenda che richiederà tempo: almeno tre settimane per gli ottimisti. I pessimisti, tra cui molte voci d' impresa, reclamano iter più snelli per evitare fallimenti a catena, evocando le fulminee garanzie svizzere o tedesche.
LA GRANDE AZIENDA - OVIESSE: CON 4 CONTROLLI PROCEDURE COMPLESSE
Stefano Beraldo, ad di Ovs che con una lettera aperta insieme alle altre aziende della grande distribuzione ha scritto alle istituzioni, pensa che il decreto liquidità sia giusto, ma con delle "vischiosità" che rischiano di allungare i tempi di attuazione. «Siamo la più grande azienda di abbigliamento italiana e abbiamo uno stato patrimoniale e un conto economico solido - spiega Beraldo - ma nessun retailer sopravvive senza il fatturato».
Oviesse ha riaperto 350 punti vendita Kids ma ha dovuto pagare l' anticipo della Cassa integrazione e i fornitori. Senza aiuti sarebbe in ginocchio. «Il decreto Liquidità introduce quattro livelli di controllo: la banca, Sace, Mef su autorizzazione del Mise, impossibile non pensare che i tempi si allunghino troppo - spiega Beraldo - . Detto questo se il Cura Italia e il decreto Liquidità, con qualche vischiosità, comunque vanno nella giusta direzione, il problema vero per noi saranno gli affitti: senza una indicazione da parte del legislatore, quando riapriranno i tribunali si rischia un Far West di cause per risoluzioni dei contratti per morosità, e bisogna prevenire ed evitare che ciò accada».
IL RISTORANTE - IL NUOVO MUTUO GARANTITO SOSTITUISCE IL VECCHIO
Tra le categorie più colpite dallo stop forzato ci sono le piccole e medie imprese familiari attive nei servizi terziari. È il caso di un ristorante di Milano, con tre dipendenti e ricavi 2019 intorno a 250 mila euro. Da febbraio è chiuso, il personale in cassa integrazione e le prospettive incerte. L' imprenditore, che non ha crediti dubbi a fronte di un' esposizione sui 200 mila euro, sta chiedendo alla sua banca un nuovo mutuo da 220 mila euro, garantito all' 80% dal Fondo per le Pmi. Con la somma vorrebbe anche riequilibrare la sua esposizione, rimborsando un mutuo minore acceso con altro istituto, e posto in moratoria da febbraio.
Per la banca contattata l' operazione avrebbe il vantaggio di dotare di nuova finanza un cliente che può farsi "rischioso" (anche perché sul prestito in negoziazione le perdite ricadrebbero sullo Stato per 176 mila euro, e solo per 44 mila sul prestatore). Il margine di guadagno però sarà inferiore: su prestiti simili le banche chiedevano anche il 5% annuo, su quelli garantiti dal decreto Liquidità siamo attorno all' 1%. La procedura è semplificata, ma l' istituto mantiene l' onere dei controlli di adeguatezza e di antiriciclaggio.
IL PARCO DIVERTIMENTI - LEOLANDIA: PER SOPRAVVIVERE 2-3 MILIONI ENTRO FINE MESE
«Temo che risponderanno in estate. Ma molti non riusciranno ad arrivarci».
Giuseppe Ira guida Leolandia, parco divertimenti nella bergamasca. Una realtà da 35/40 milioni di ricavi, «solida ma con introiti azzerati», incanalata nel filone delle garanzie Sace con copertura al 90% del valore dei prestiti. Appena il dl Liquidità è entrato in Gazzetta Ufficiale, Ira ha scritto alle banche per chiedere 20 milioni di credito (il doppio del costo del personale, uno dei tetti insieme al 25% del fatturato). Per ora gli hanno detto: «Ricevuto, grazie».
La valutazione deve ancora partire: «Chiederanno bilanci, prospettive e garanzie ulteriori», pronostica. Se gli istituti apriranno il portafogli, Leolandia sarà a metà dell' opera: la pratica passerà alla Sace (quando le piattaforme informatiche potranno dialogare) per la garanzia pubblica. La controllata Cdp svolgerà una sua istruttoria: basteranno due giorni, garantiscono. Se il semaforo sarà verde, si tornerà alla banca per avere il denaro. Quanto ci vorrà? «Temo due o tre mesi - dice Ira - A me basterebbe un anticipo di 2-3 milioni per pagare fornitori e stipendi arretrati». Entro quando? «Al massimo fine mese».
pignoramento conto corrente gualtieri e conte
IL FISIOTERAPISTA - PER RIPARTIRE 25 MILA EURO MA L'OK DELLA BANCA NON C'È
Il prestito agevolato e garantito fino a 25 mila euro è il principale "sacchetto di ossigeno" pensato dal governo per le microimprese, la categoria italiana più numerosa che va dalle ditte individuali e dagli autonomi fino ai 250 dipendenti o 50 milioni di euro di fatturato. E spesso i più piccoli sono, finanziariamente parlando, i più fragili. Il milanese M.R., fisioterapista che esercita con un' avviata Srl, da un mese e mezzo è chiuso ma spera di riaprire il 4 maggio.
Alla sua banca ha chiesto i 25 mila euro per ripartire, ma pur non avendo debiti non ha ancora l' ok a far avanzare la pratica. L' impresa ha un dipendente, vari collaboratori e ricavi di 400 mila euro. Ieri il Tesoro ha messo online le 8 pagine di modulo con cui chiedere questo finanziamento: è previsto un tasso annuo tra l' 1,2 e il 2% annuo, legato ai titoli di Stato. La copertura delle garanzie, da parte del Fondo per le Pmi, può salire fino al 100% grazie al Confidi.
La norma prevede una procedura molto semplificata: una mail anche «non certificata», la scansione del documento di identità, qualche dato contabile e l' autocertificazione su dimensioni e stato di salute dell' impresa.