Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Scott Bessent? Il finanziere degli hedge fund era probabilmente la prima scelta di Donald Trump per la guida del ministero del Tesoro, ma Elon Musk l’ha silurato definendolo «la soluzione business as usual che porta l’America alla bancarotta». E chiedendo il «voto popolare» dei suoi follower a sostegno di questa tesi. Musk ha messo sulla rampa di lancio il capo di Cantor Fitzgerald, Howard Lutnick, altro grande sostenitore di Trump, presentandolo come «uno che rivoluzionerebbe Wall Street».
Ma a quel punto l’ultima grande nomina del presidente repubblicano è diventata una partita molto complicata, un po’ rebus, un po’ guerra di trincea: The Donald stima Lutnick ma, mentre in tutti gli altri settori, dalla Giustizia alla Difesa, vuole fare sfracelli per demolire quello che chiama il deep State , in campo finanziario si muove con più prudenza, non volendo creare turbolenze in Borsa, organismo che gode del suo massimo rispetto.
Lutnick, poi, si è fatto del male da solo impegnandosi in prima persona in una rumorosa campagna elettorale condotta anche tra le palme di Mar-a-Lago quando ha avuto la sensazione che la bilancia pendesse a favore di Bessent. Il quale, vistosi sotto attacco, ha cominciato a tempestare di telefonate Musk e lo stesso Trump.
Deragliati i convogli di Bessent e Lutnick, il futuro presidente degli Stati Uniti ha cominciato a prendere in considerazione altri candidati. Una possibilità è il recupero di Robert Lighthizer, l’arcigno negoziatore commerciale che gettò nel panico gli europei coi dazi introdotti durante la prima presidenza Trump.
Lui puntava al Tesoro ma Donald ha preferito confermarlo nel ruolo di zar del protezionismo commerciale americano. Ora il suo sogno potrebbe avverarsi. Ma è più probabile che Trump scelga uno degli altri tre candidati in campo (sempre che non torni al binomio iniziale).
Donald Trump Robert Lighthizer
Un’ipotesi è il vecchio senatore William Hagerty che fu consigliere economico di Bush padre alla Casa Bianca. Soluzione rassicurante per i mercati che verrebbe sicuramente bocciata da Musk.
Un’altra possibilità è Marc Rowan di Apollo Global Management, un tycoon della finanza con un patrimonio da 9 miliardi di dollari. Ma da Mar-a-Lago arrivano voci di una preferenza di Trump per Kevin Warsh, un banchiere 53enne che dal 2006 al 2011 è stato uno dei governatori della Federal Reserve, tornando poi al settore privato, sotto l’ala di Stan Druckenmiller, mito degli hedge fund.
Lui aspira a sostituire Jerome Powell alla guida della Riserva Federale, la banca centrale Usa, quando, nel 2026, scadrà il suo mandato. Ma potrà sempre passare da un ruolo all’altro.
Per i mercati quella di Warsh sarebbe la soluzione più autorevole e tranquillizzante, ma proprio per questo è probabile che piaccia assai poco a Elon Musk che vuole portare la sua disruption anche nel cuore della finanza […]
elon musk sul palco del comizio di trump a butler, pennsylvania KEVIN WARSH CON BEN BERNANKE E DONALD KOHN Kevin Warsh DONALD TRUMP ELON MUSK