Matteo Persivale per "Sette - Corriere della Sera"
Steve Jobs, un po' per la formazione buddhista un po' per il temperamento da provocatore, ripeteva spesso the l'innovazione non si ferma e l'obsolescenza un fatto irrinunciabile della vita: olia morte a molto probabilmente la migliore invenzione della vita: è l'agente del cambiamento della vita. Cancella il vecchio per far posto al nuovo».
E la storia della tecnologia - e di Silicon Valley in particolare - e anche la storia di un processo darwiniano spietato e al tempo stesso affascinante - una nuova tecnologia nasce, si afferma, viene soppiantata da un'altra, e cosi via. Le aziende del settore nascono, crescono, muoiono.
È la famosa "sindrome di Blade Runner", film del 1982 ambientato nel futuro (2019): peccato che tutti i marchi o quasi che appaiono nelle pubblicità al neon siano oggi scomparsi o ridotti all'irrilevanza.
Per questo e stato triste, e allo stesso tempo poetico, vedere che all'inizio di gennaio 2022 sono successe due cose nello stesso giorno: la BlackBerry ha staccato definitivamente la spina al suo sistema di comunicazione che a fine Anni 90 ha fatto una rivoluzione, e la Testa ha raggiunto la valutazione di un trilione di dollari (mille miliardi) e ha chiuso il 2021 con una crescita dell'87%, portando il suo patron Elon Musk — che si fa chiamare ufficialmente "Technoking" nei documenti ufficiali dell'azienda perché titoli come amministratore delegato e presidente gli paiono superati - in testa alla classifica degli uomini più ricchi del mondo (e sono tutti uomini nella top ten, la prima donna è dodicesima: Françoise Bettencourt Meyers erede dell'impero L'Oréal).
SUL TRONO
BlackBerry scompare, Tesla viene incoronata regina. La tecnologia va avanti. Scompare il telefonino con la tastiera fisica e senza computer al suo interno, diventa dominante la casa automobilistica delle costose, velocissime auto elettriche.
Eppure nel 2009 BlackBerry controllava metà del mercato degli smartphone, sei anni dopo era scesa all'uno per cento e oggi è sparita. Tesla? Nata nel 2003, sotto traccia per quasi un decennio (vent'anni fa l'idea di un'auto al 100% elettrica che non fosse poco più di un cart per il campo da golf appariva ridevole), adesso cresce a ritmi spaventosi, il quartier generale spostato da Palo Alto (California) a Austin (Texas), le fabbriche in Cina e presto in Germania, Musk (sudafricano di padre americano e mamma canadese modella anche per Moncler) uomo dell'anno della rivista Time.
L'ascesa e la caduta di BlackBerry (in origine si chiamava Rim poi intelligentemente assunse il nome del suo prodotto più famoso) così rapide e fragorose ci interrogano: cosa è andato storto? Un'azienda sconosciuta, una startup, che mette al tappeto i giganti globali (di allora) e poi soccombe alla forza che l'ha portata dov'era — l'innovazione.
Nata e cresciuta grazie all'innovazione come ragion d'essere, spietatamente competitiva, la Silicon Valley ha molti pregi e difetti altrettanto evidenti (l'ostinata incapacity di autoregolamentarsi e il rifiuto strutturale a essere regolamentati dallo Stato).
Un Davide diventato Golia come BlackBerry non e caduto in modo tristemente normale, non e stato un fallimento aziendale "normale," di quelli causati da frodi, avidity, incapacity, scelte suicide.
La fine di BlackBerry non è, per fare un esempio, un altro caso Lehman Brothers. No, l'ascesa e la caduta di BlackBerry rivela un dato inquietante - quando si parla di "autostrada informatica" bisogna sempre pensare the la velocity alla quale viaggiano gli innovatori può a volte essere eccessiva.
E magari la visibility non è sempre ottimale. Un'azienda nata sopra una panetteria in Canada diventa un "player" globale the collega, letteralmente, il mondo. Un ingegnere visionario, Mike Lazaridis, e un laureato alla Harvard Business School, Jim Balsillie, progettano insieme un dispositivo di semplicità ammirevole, cartesiana: posta elettronica, telefono, messaggeria ultra-sicura.
Diventa lo strumento preferito di milioni di persone, contribuisce a seppellire i costosi sms quando ancora WhatsApp e Telegram non esistevano, le aziende lo adottano in massa, come le pubbliche amministrazioni.
È il momento magico: BlackBerry viene classificata come la società dalla crescita più rapida al mondo. Pere nell'estate del 2007 Steve Jobs lancia l'iPhone — esteticamente molto simile ma nei contenuti profondamente diverso da quello attuale — seguito rapidamente da Samsung (con annessi strascichi legali) e fa quello the BlackBerry non pensava fosse possibile: mette, sostanzialmente, un telefono dentro un computer tascabile.
BlackBerry è un ottimo telefono con la tastierina fisica per usare l'e-mail e la messaggistica. I'Phone — e presto arriverà Android — e un computer con un sistema operativo, parte di un ecosistema. E poi certo è anche un telefono, tra le altre cose.
La reazione di BlackBerry all'uscita di una tecnologia più avanzata? Faide interne, scelte confuse e non molto altro. Come si studia nelle scuole di management spesso la crescita esponenziale copre problemi strutturali che, appena il business rallenta, emergono in tutta la loro gravità.
Nel 2011 il celebre blackout dei server — BlackBerry non si appoggiava a nessuno, la sua forza diventò la causa della sua morte — lascia il mondo scollegato per 48 ore. A quel punto gli utenti che dopo 4 anni non erano ancora passati a iOs o Android, specialmente le aziende (i governi erano già migrati: Barack Obama neoeletto amava tanto il suo BlackBerry che pretese un software di sicurezza speciale, non voleva passare all'iPhone), lo fecero. L'inizio della fine, sempre più rapida.
LA SCOMMESSA
Così oggi Elon Musk diventa - grazie al patrimonio di 273,5 miliardi di dollari, le 936 mila vetture vendute net 2021 con un incremento dell'87% - l'uomo più ricco della Storia insieme con John D. Rockefeller (lui che non è modesto ma ha senso dello humour a volte fa notare che "Putin forse è più ricco"). Attualmente, la fortuna di Musk equivale all'1,29 del Pil degli Stati Uniti e all'11,2% del valore del mercato immobiliare americano.
elon musk persona dell anno per time
ll segreto del successo di Tesla? L'aver scommesso su quella che al momento della sua nascita era una nicchia dentro una nicchia — gli automobilisti che all'ibrido preferivano il 100% elettrico — immaginando che da nicchia diventasse un segmento importante del mercato (Sergio Marchionne, non esattamente un dilettante dell'automotive, era inizialmente scettico, poi ritratto e ammise la sua ammirazione per Musk).
E, soprattutto, aver creato un brand the senza pubblicità e andando contro le regole probabilmente ormai un po' polverose del sistema è, semplicemente, desiderato e desiderabile. Ha trasformato un'auto in un oggetto del desiderio tecnologico — in un gadget. Insomma, ha fatto per le auto elettriche quello che il BlackBerry aveva fatto per i telefoni cellulari.