SPEZZATINO DI E.ON IN SALSA TEDESCA - LA FILIALE ITALIANA DEL GRUPPO VALE FINO A 3 MILIARDI. PER COMPRARLA SONO IN BALLO L'ORMAI FRANCESE EDISON, LA GENOVESE ERG E I RUSSI DI GAZPROM. CHE PERO’ DEVONO FARE I CONTI CON SANZIONI

Via libera ufficiale per la vendita di E. on Italia. L’incognita più grande riguarda Gazprom: la società ha aperto gli uffici a Milano da almeno sei anni ma senza operazioni di rilievo. Ora l’occasione è ghiotta, ma con le sanzioni minacciate dall’Europa un suo interesse concreto potrebbe trasformarsi in un caso politico...

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Luca Pagni per “la Repubblica”

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La quota di maggioranza del rigassificatore di Livorno. Un gruppo di sei grandi centrali per la produzione di energia, di cui una a carbone. Uno dei pacchetti più consistenti di rinnovabili sotto un solo proprietario, con 328 megawatt di eolico e 50 megawatt di fotovoltaico. Una presenza significativa nel consorzio del gasdotto Tap, destinato a portare in Italia il gas dell’Azerbaijan. E, per terminare, oltre 800mila clienti tra famiglie e imprese, che hanno sottoscritto contratti per la fornitura di metano ed elettricità.

GAZPROM GAZPROM

A un anno dalle prime indiscrezioni sul mercato, è arrivato il via libera ufficiale per la vendita della filiale italiana del gruppo E. on Italia. Una operazione che vede interessati operatori di primo piano come Edison ed Erg in Italia, ma che non mancherà di richiamare colossi internazionali, a cominciare dai russi di Gazprom.

A fine di maggio, dal quartiere generale del colosso tedesco, leader in Germania e tra i primi cinque gruppi del Vecchio Continente, è arrivato il via libera alla gara. Ed è stata aperta quella che — in gergo tecnico-finanziario — si chiama data room. In sostanza, i consulenti dell’azienda di Dusseldorf — i banchieri di Goldman Sachs — stanno in questi giorni stanno invitando i potenziali acquirenti per dar loro accesso a tutti i dati sensibili per formulare una offerta.

GOLDMAN SACHS GOLDMAN SACHS

Quest’ultima potrà riguardare tutti gli asset nel loro complesso, cui è stato attribuita una valutazione attorno ai 3 miliardi di euro. Ma non è esclusa l’ipotesi spezzatino, con offerte che potranno riguardare anche le singole attività.

E’ il caso di Edison: la società milanese controllata dal colosso statale francese Edf, potrebbe essere interessata al parco rinnovabili, al rigassificatore di Livorno

e alla quota nel gasdotto Tap. Edison potrebbe essere avvantaggiata dal fatto che E. on ha messo in vendita anche la sua filiale spagnola ed Edf è interessata da tempo a entrare in forze nel mercato iberico.

Endesa Endesa

La genovese Erg, che da tempo si sta riconvertendo da gruppo petrolifero alla green economy, è interessata alle sole rinnovabili, in particolare gruppo di 16 centrali idroelettriche dell’area di Terni, Perugia, Rieti e Macerata.

L’incognita più grande riguarda Gazprom: la società del Cremlino ha aperto i suoi uffici a Milano da almeno sei anni ma senza operazioni di rilievo. Ora l’occasione è ghiotta, ma con le sanzioni minacciate dall’Europa un suo interesse concreto potrebbe trasformarsi in un caso politico.

Enel Enel

L’uscita dell’Italia del gruppo tedesco — entrato con la cessione degli asset di Endesa dopo l’opa di sul gruppo spagnolo di Enel — non è una sorpresa. Con il perdurare della crisi e il repentino sviluppo delle rinnovabili, due fenomeni concomitanti che hanno ridotto in tutta Europa la richiesta di energia agli impianti tradizionali, E. on ha avviato una politica di disimpegno nell’Eurozona, annunciando di voler espandersi nei mercati dei paesi emergenti. Strategia accelerata dalla decisione del governo Merkel di chiudere, nei prossimi anni, tutti gli impianti nucleari tedeschi. Gli utili sono in calo (2,2 nel 2013 con una previsione di 1,8 per il 2014) e occorre trovare i fondi per nuovi investimenti in altre parti del mondo.

 

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