TANA PER I FRANCESI! BECCATI CON LE MANI NELLO YOGURT (IL TESORETTO PARMALAT) RIDUCONO DI 130 MLN $ L’OPERAZIONE LACTALIS USA

Ci sono voluti l’intervento di magistratura, consumatori e sindacati per ridurre il folle prezzo dell’acquisto infragruppo (900 milioni), un modo per portare i soldi da Collecchio in America - Ma la vicenda potrebbe non essere chiusa: il tribunale di Parma può ancora intervenire contro i manager Parmalat e bloccare l’operazione...

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Ettore Livini per "La Repubblica"

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Un assegno da 130 milioni di dollari riporta la pace tra Parmalat e i padroni della Parmalat. Il pressing di Consob, azionisti di minoranza guidati dal fondo Amber e la moral suasion della Procura hanno convinto i Besnier - azionisti all'83,3% di Collecchio - a concedere uno "sconto" alla loro controllata sull'acquisto della Lactalis Usa.

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Un'operazione che ha consentito alla famiglia transalpina di spostare a Parigi la metà del tesoretto raccolto da Enrico Bondi e di rimborsare parte dei debiti contratti per la scalata all'ex impero dei Tanzi.

Parmalat aveva acquistato lo scorso anno le attività statunitensi dal suo socio di riferimento a un prezzo di 957 milioni di dollari pari a un multiplo di 9,5 dell'utile operativo previsto nel budget 2012. Con l'intesa di aggiustare il prezzo alla chiusura dell'esercizio in base ai profitti realmente ottenuti. A metà del 2012 a Collecchio hanno iniziato a sfregarsi le mani, visto che il risultato di Lactalis Usa era del 12% inferiore al piano.

Le cose sono però rientrate rapidamente nella seconda metà dell'anno quando i conti della preda a stelle e strisce sono tornati in carreggiata. Miracolo dei manager? No. Più semplicemente, come hanno scoperto i soci di minoranza di Parmalat, i dirigenti
americani avevano tagliato di 13 milioni le spese di marketing per far risalire gli utili.

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Le proteste degli azionisti di minoranza e l'intervento della Consob sui possibili conflitti
d'interesse dei Besnier - che nella vicenda sono sia venditori che acquirenti - hanno portato anche a un intervento della Procura di Parma che ha ottenuto dal Tribunale la nomina di un commissario ad acta - provvedimento senza precedenti a Piazza Affari - per monitorare la correttezza dell'operazione.

FRANCO TATOFRANCO TATO

Il cda di Parmalat a quel punto ha attivato il meccanismo di aggiustamento del prezzo. E visto che tutte le consulenze (quella legale di Guido Rossi, finanziaria di Price Waterhouse e quella del collegio di esperti indipendenti) portavano tutte alla stessa conclusione - cioè che Collecchio avesse diritto allo sconto massimo previsto dal contratto, 144 milioni - hanno formalizzato la richiesta alla famiglia bretone. Ieri l'epilogo. I francesi hanno offerto 130 milioni e il cda, previo parere del comitato operazioni con parte correlate, ha detto "sì" con il voto contrario delle minoranze.

La partita però non è ancora chiusa del tutto. Il Commissario Angelo Manaresi ha incassato «con favore» ieri lo sconto. Nei prossimi giorni però produrrà una nuova relazione sulla correttezza del comportamento del management della Parmalat. E in base ai risultati del suo lavoro il Tribunale di Parma deciderà se calare il sipario definitivamente sulla vicenda Lactalis Usa.

Il 14 giugno, comunque, la società emiliana potrà approvare il bilancio. Resta da vedere ora cosa faranno i Besnier, sfibrati dal lungo braccio di ferro sull'operazione transatlantica. In passato il tam tam di mercato parlava di una possibile offerta per togliere Parmalat da Piazza Affari. E forse non a caso il titolo ha guadagnato più del 35% negli ultimi tre mesi.

 

 

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