DAGOREPORT
Può passare di tutto al "Corriere della Sera" di questi tempi. Due serie di colleghi cacciati, un referendum a maggioranza per cacciare quelli che compiono 58 anni (ma non è una discriminazione di genere?), la cancellazione della redazione "Lombardia", mobbing in redazione, stato di solidarietà per i poligrafici, nuove iniziative dalle quali non si ricava l'ombra di un quattrino, persino una mensa con piatto unico dove le porzioni sono ridotte al 50% (ah! I tempi del ristorante Rigolo).
Può passare anche l'analfabetismo di ritorno, convention femministe che organizzano corse in moto (ma non in scooter!), la richiesta ai giornalisti di strillare (si fare da strilloni social) su twitter gli articoli indicati dalla direzione. E il sindacato che fa? Il sindacato (Cdr dei giornalisti) non fa niente e aspetta che arrivi la parolina magica: Berlusconi.
Quando c'è di mezzo Berlusconi, allora, l'agitazione è assicurata. Anche se porta 127 milioni per coprire parte degli oltre 500 di debito accumulati dalla disastrosa (eufemismo) acquisizione del gruppo spagnolo Recoletos, anno 2007, advisor Banca Leonardo by Braggiotti e Mediobanca by Nagel.
il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane
E così ecco indetta una assemblea il 7 ottobre per discutere "degli ultimi sviluppi societari, come le conseguenze della vendita di Rcs Libri".