TELECOM-SVENDITE - IL PIANO DI PATUANO: 4 MILIARDI SUBITO DA BOND E CESSIONI (MA NON TIM BRASIL) PER TAMPONARE LE PERDITE E INVESTIRE QUALCOSA

I conti-horror degli ultimi 9 mesi di Telecom vedono perdite per 902 milioni - Il debito, dovrebbe scender sotto i 27 miliardi a fine anno - Ecco la pezza: via Telecom Argentina, vendita delle torri e degli immobili, più un prestito convertendo da 1,3 mld - Per ora, il gioiellino Tim Brasil non si cede…

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Francesco Spini per "la Stampa"

Alla fine di «una lunga giornata», come l'ha definita l'ad Marco Patuano, Telecom Italia lancia il suo primo piano dell'«era Telefonica». Dismissioni, anzitutto, che coinvolgono l'Argentina, le torri di trasmissione e frequenze tv. Quindi l'emissione di un bond convertendo fino a 1,3 miliardi. In sette ore di riunione, il cda ha dovuto però anzitutto archiviare nove mesi che, sotto il peso delle svalutazioni del primo semestre, registrano una perdita da 902 milioni. Il terzo trimestre chiude in utile di 505 milioni di euro, in calo del 27,4%. A segnare il passo dei ricavi, ancora l'Italia: giù del 10%.

Marco Patuano Telecom ItaliaMarco Patuano Telecom ItaliaPATUANOPATUANO

Si correrà ai ripari con operazioni straordinarie che, secondo i manager, libereranno risorse per 4 miliardi di euro. Queste «ci permetteranno sia di dare un forte impulso allo sviluppo» della banda ultra larga «e un'accelerazione alla strategia di business convergente» tra fisso e mobile. E servirà anche ad acquisire «una maggiore flessibilità finanziaria» per riguadagnare la fiducia delle agenzie di rating. Basterà? È previsto, a fine piano, un rapporto debito su ebitda di 2,1 volte.

Al 30 settembre il debito era pari a 28,229 miliardi, ma il direttore finanziario Piergiorgio Peluso ha confermato la discesa entro fine anno sotto i 27 miliardi. Sulle dismissioni si comincia dal Sudamerica. Esclusa (per il momento) la vendita della controllata Tim Brasil «che per noi è un asset "core"», ha assicurato Patuano. Comunque «mai dire mai», ma si vende solo «a un prezzo convincente».

Per l'Argentina il discorso è diverso: la cessione della quota del 22,7% nel gruppo di Buenos Aires è già stata avviata. Il gruppo, ha detto Patuano agli analisti, «ha ricevuto un'offerta non vincolante» e il cda «ha dato mandato al management» per finalizzare l'operazione «nel miglior interesse per la società».

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Il valore non è stato specificato ma non sarebbe distante dal miliardo. Nel piano è inclusa inoltre la valorizzazione - entro il 2014 - delle torri di trasmissione in Italia e in Brasile e delle frequenze tv (i multiplex) di TI Media Broadcasting per oltre 2 miliardi. Quindi è stata approvata l'emissione (dedicata a investitori qualificati) di un bond convertendo per un massimo di 1,3 miliardi di euro, con conversione (per una parte in azioni ordinarie e per un'altra in titoli di risparmio) prevista nel 2016. Per il relativo aumento di capitale gli azionisti saranno convocati entro febbraio. I piccoli azionisti di Asati gridano allo scandalo, invitando la Consob ad esaminare la correttezza della procedura. Si vedrà.

Piergiorgio Peluso di  UnicreditPiergiorgio Peluso di Unicredit

Avviata anche la vendita degli immobili, con un'operazione già chiusa a Milano per 75 milioni. Nell'arco di piano saranno investiti 9 miliardi di euro, 1,8 dei quali per la banda ultra larga fissa (nel 2016 si punta a raggiungere il 50% della popolazione) e 900 milioni per quella mobile. Quanto alla Rete si va avanti, ma per ora solo con la «separazione funzionale» che garantirà l'equivalence of input.

marco fossatimarco fossati

«L'opportunità di un'eventuale societarizzazione sarà valutata all'esito del consolidamento del quadro regolamentare, nazionale ed europeo, e alla luce di concrete manifestazioni di interesse di investitori per l'ingresso nel capitale della nuova entità», ha detto Patuano. Infine sulla richiesta della Findim di Fossati di convocare l'assemblea per la revoca dei consiglieri Telco, il cda ha dato mandato per una «celere convocazione degli azionisti». Ma ancora una data non è stata fissata.

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