Gi.Fr. per “il Messaggero”
Andava tutto bene, la macchina era «in marcia» con risultati «brillanti» da anni, confermati nel 2019. E anche nei primi due mesi del 2020. Poi sulla strada si è palesato il Covid causando «una brusca frenata».
ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE
E adesso ci vorranno almeno tre anni affinché l'export italiano ritorni a marciare alla velocità del 2019. È questa la sintesi della XXXIV edizione del Rapporto Ice sul commercio estero realizzato in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano e presentato ieri.
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Con l'intero mondo in lockdown, dall'Europa, alla Cina fino agli Stati Uniti, l'esportazione delle nostre merci ha subìto un crollo fortissimo. Si prevede che l'anno chiuderà con -12% di export. Se non ci sarà la temuta seconda ondata di contagi, un po' alla volta inizierà il recupero: nel 2021 l'export aumenterà del 7,4% e poi nel 2022 metterà a segno un ulteriore progresso sull'anno precedente del 5,2% . Queste le previsioni.
La caduta di quest' anno è stata più rovinosa anche perché - come detto - si usciva da un anno positivo. Il 2019 infatti ha fatto registrare una crescita del 2,3% dell'export, portando la bilancia commerciale a un saldo positivo di 53 miliardi di euro (stabile al 2,84% la quota di mercato sul commercio mondiale) .
E nei primi due mesi del 2020 sembrava che le cose andassero ancora meglio: : +4,7% tendenziale. Insomma prima del Covid il nostro export «godeva di ottima salute» con Germania (12.2% sull'export totale italiano), Francia (10.5%) e Stati Uniti (9.6%) rimasti i primi tre mercati di sbocco.
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