Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”
Un tandem composto da Aol e Yahoo! può fronteggiare Google e Facebook nel campo della pubblicità online e riportare il motore di ricerca agli (ormai) antichi fasti?
La risposta potrebbe arrivare nel caso in cui si concretizzasse la stretta di mano fra la società di Sunnyvale, in difficoltà e in vendita, e il colosso americano delle telecomunicazioni Verizon.
Sul piatto, secondo quanto anticipato dal «Wall Street Journal», verrà messa un' offerta da 3 miliardi di dollari per le attività Internet da un miliardo di visitatori al mese del gruppo amministrato da Marissa Mayer. La cifra è inferiore alla forchetta fra i 4 e gli 8 miliardi ipotizzata nel mese di aprile, quando si è iniziato a discutere della cessione di Yahoo!. A far calare il prezzo proprio la voce della pubblicità online, che secondo gli ultimi dati presentati da Mayer sarebbe in procinto di scivolare ulteriormente.
La testata americana precisa come Verizon, che ha acquistato Aol nel maggio del 2015, non sia interessato a brevetti e immobili, che potrebbero far lievitare la cifra di (più di) un altro miliardo.
L' offerente newyorkese sarebbe disposto a trattare nel caso in cui venisse sollevato dai costi di liquidazione dei dipendenti in uscita dopo l' acquisto. L' ultima ondata di tagli è stata annunciata in febbraio ed è coincisa con la chiusura della sede di Milano.
Tornando alla girandola delle offerte giunta al secondo round, l' altro nome coinvolto è quello della società di private equity Tpg. In pentola bolle anche quello di Warren Buffet in accordo con Dan Gilbert, fondatore di Quicken Loans e proprietario della squadra di Nba dei Cleveland Cavaliers.
Verizon rimane dal primo round l' ipotesi più concreta, mentre hanno calcato la passerella - e si sono defilati - Alphabet, Comcast, Time o Daily Mail, in un suggestivo scenario in cui un editore tradizionale riacciuffa per i capelli una piattaforma online.
Altrettanto affascinante la fusione con Twitter, altra realtà per ora incapace di tenere il passo di Mountain View e Menlo Park, di cui si è vociferato a inizio giugno.
La partita non terminerà prima di luglio, con una probabile terza possibilità di calare le carte per i potenziali acquirenti.
@martinapennisi