LINK DELLA PRESENTAZIONE A VILLA MEDICI: http://tv.repubblica.it/copertina/l-italia-di-cafonal/27124?video
Paolo Conti per il \"Corriere della Sera - Roma\"
Foto a cura di Umberto Pizzi e di tutti i paparazzi presenti (grazie)
Paparazzi che paparazzano un paparazzo. Flash su Umberto Pizzi da Zagarolo, fotografo che ha visto più buffet all\'ombra del Cupolone di chiunque al mondo. Succede a Roma, «città incapace di diventare metropoli » soddisfatta della sua condizione «di paesone dove stiamo tutti insieme», dice Roberto D\'Agostino. L\'ideale per un continuo ping pong tra realtà e fiction. Niente di più chic del Grand Salon di Villa Medici per presentare «Cafonal», Mondadori, testo sacro della mondanità pecoreccia di Umberto Pizzi e Roberto D\'Agostino.
In prima fila Silvana Pampanini (immortalata nel volume mentre ingolla prosciutto) accanto a Maddalena Letta, Sandra Carraro, Pamela Prati, Veronica Licastro in Martusciello, Renzo Arbore. Dietro, riparato, Andrea Monorchio. Ma c\'è anche l\'avvocato Giorgio Assumma, la soprintendente della Galleria Borghese Anna Coliva, il cameriere dei Grandi Ricevimenti in casa Nando Tavella ormai assai in confidenza con molti noti («eminenza, prenda un po\' di quel bollito, ne vale la pena»), Massimo Pini, Pamela Prati e lo scrittore Fulvio Abbate, Giampiero Mughini e la jena tv Emilio Lucci con troupe. Alto e basso, la regola della zuppa di mondanità come si deve.
Dago Presepe - Copyright PizziAl tavolo della presidenza esordisce (in piedi su una sedia per farsi sentire da tutti, elegante e insieme cafonalissimo) il neodirettore di villa Medici Frédéric Mitterrand. La giornalista Barbara Palombelli cita Petronio Arbitro e Seneca per dimostrare come a Roma il pettegolezzo sia la regola.
Pizzi dichiara di preferire l\'accoppiata Marziale e Giovenale. Ma poi si sale (anzi, si scende) sulla politica. «In un paese serio Dagospia non esisterebbe, la nostra è la portineria elettronica di Roma. Umberto è l\'ultimo comunista duro e puro. Però proprio tu, con le Berty-Nights, fotografando Bertinotti diventato uno spacciatore di cachemire, hai contributo a uccidere i comunisti italiani... » Pizzi, un\'aria da critico del pensiero marxista: «Quelli? Ma erano già morti».
Roberto D\'Agostini Jifen Afef e Bruno Vespa - Copyright PizziC\'è anche Afef, straordinariamente bella e in forma. Pizzi le ricorda una lontana danza del ventre di anni e anni fa al «Bella Blu». D\'Ago le chiede di ripeterlo lì, al Grand Salon. Lei, perfetta: «Vorrei, ma non posso. Non c\'è Tronchetti Provera». Ovvero Marco, suo marito. Carlo Rossella, autore del raffinatissimo «Alta società » su «Il foglio», descrive l\'aspetto cafonal di Roma come «urticante» paragonato a quello «arrogante» di Parigi.
Bruno Vespa sta al gioco «Cafonal » e ricorda sorridendo il suo primo incontro con Gianni Letta nella toilette del quotidiano «Il tempo». Poi intervista Umberto: «Mai nascosta una foto?» E Pizzi: «Fossi stato uno del genere, adesso girerei in Rolls Royce...». Umberto chiude citando le facce assonnate durante il discorso del cardinal Ruini alla presentazione del libro di Marcello Pera: «Non finiamo così, mo\' annamo tutti a magnà». Detto, fatto. Cafonalissimamente.