COSE MAI VISTE: IL VATE IN BOCCA AL "BLASCO" - AL VITTORIALE VASCO ROSSI RECITA “LA PIOGGIA NEL PINETO” DI GABRIELE D’ANNUNZIO MA NON SI PARAGONA AL VATE: “LUI ERA UN COMANDANTE VERO” – "QUANDO SCRIVO UNA CANZONE CERCO DI DARE LE PAROLE ALLE SENSAZIONI CHE PROVO. DAI CANTAUTORI HO IMPARATO IL CONCETTO DI POESIA, LA CANZONE D’AUTORE È QUELLA CHE FA RIFLETTERE, RIESCE A COMUNICARTI SENSAZIONI FORTI” – GIORDANO BRUNO GUERRI GLI CONSEGNA IL PREMIO VITTORIALE – VIDEO

VASCO ROSSI LEGGE LA PIOGGIA NEL PINETO AL VITTORIALE

 

Estratto dell'articolo di Valerio Morabito per il "Corriere della Sera"

 

giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 1

Il cielo sopra il lago di Garda è carico di nubi scure e minacciose di pioggia. E Vasco Rossi, il Blasco nazionale, incanta le millecinquecento persone al Vittoriale declamando «La pioggia nel Pineto» di d’Annunzio. Poi il presidente Giordano Bruno Guerri gli consegna il quindicesimo premio del Vittoriale. Ieri pomeriggio, all’Anfiteatro della casa-museo con vista lago di Garda, il cantautore di Zocca ha incontrato quello che lui definisce il suo «popolo» in un «luogo stupendo». 

 

Berretto e maglietta nera, Vasco Rossi ha raccontato se stesso e come nasce una sua canzone. A sottolineare la vena poetica del cantautore è stato lo stesso Guerri: «Quando scrivi “sei fresca come l’aria” è una invenzione poetica. Fare poesia vuol dire usare parole comuni per farne testi non banali».

 

Quello al Vittoriale è stato un evento che ha alternato momenti leggeri, dove il pubblico ha intonato alcune sue canzoni, a riflessioni profonde. Vasco ha parlato di cosa accade nel momento in cui scrive una canzone. «Mi immergo in una dimensione senza tempo — dice — e cerco di dare le parole alle armonie e alle sensazioni che provo». Poi ha messo in risalto la canzone d’autore: «Dai cantautori ho imparato il concetto di poesia e credo che la canzone d’autore sia quella che fa riflettere, riesce a comunicarti sensazioni forti». 

 

vasco rossi al vittoriale 5

Un poeta dei giorni nostri che, però, non ha voluto paragonarsi a D’Annunzio. «Lui era un comandante vero — afferma — con la “C” e io invece non lo sono. Questo appellativo, con la “K”, me l’ha dato una mia amica. Più che altro ho sempre avuto validi collaboratori come Diego Spagnoli».

 

Ovvero il bresciano che dal 1982 è il direttore di palco di Vasco Rossi. Anche durante il conferimento di un premio culturale, al quale ha detto di «non essere abituato», il cantautore, proprio come durante i concerti, si è lasciato coinvolgere dal pubblico tra selfie e autografi. «Loro si emozionano sempre nelle canzoni, ma non leggo dentro loro. Semmai dentro me stesso, perché tutti proviamo sofferenze ed emozioni».

fan di vasco rossi al vittoriale 3fan di vasco rossi al vittoriale 1vasco rossi al vittoriale 2giordano bruno guerri giulia mazzonigiulia mazzonivasco rossi al vittoriale 3vasco rossi al vittoriale 1giordano bruno guerri al vittorialegiordano bruno guerri vasco rossi 1giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 5giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 4giordano bruno guerri vasco rossi 4giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 8giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 7giordano bruno guerri vasco rossi 2giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 6giordano bruno guerri vasco rossi 3fan di vasco rossi al vittoriale 2giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 2giordano bruno guerri e vasco rossi al vittoriale 3vasco rossi al vittoriale 4

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…