BLACKSTONE FA SHOPPING IN ATTESA DEI SOLDI DI URBANETTO CAIRO - IL FONDO AMERICANO, PROTAGONISTA DELLA GUERRA LEGALE CON IL GRUPPO RCS PER IL PALAZZO DI VIA SOLFERINO, PUNTA UN ALTRO MILIARDO SUL MERCATO IMMOBILIARE DI MILANO E TORINO: HA ACQUISITO 14 COMPLESSI, TRA CUI SPICCA QUELLO NELLA CENTRALISSIMA VIA MONTE NAPOLEONE A MILANO, NELLE CUI VETRINE CI SONO MARCHI DELLA MODA E LA PASTICCERIA COVA...
Estratto di un articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Il fondo americano Blackstone, noto alle cronache italiane per la dura battaglia legale con il gruppo Rcs per il palazzo di via Solferino, punta un altro miliardo sul mercato immobiliare di Milano.
Da oggi il fondo è proprietario della Reale Compagnia Italiana, società fondata nel 1862 e posseduta da 331 soci persone fisiche appartenenti a famiglie aristocratiche milanesi, nella cui pancia sono custoditi 14 immobili di prestigio distribuiti tra Milano e Torino.
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Valore dell'operazione 1,128 miliardi di euro più circa 140 milioni di debiti, per un totale che sfiora 1,3 miliardi. I 2/3 di questo valore sono rappresentati da un complesso immobiliare collocato nella centralissima via Montenapoleone, nelle cui vetrine alloggiano famosi marchi della moda e la pasticceria Cova, rilevata diversi anni fa da Louis Vuitton.
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Ma del portafoglio della Reale fanno parte anche un complesso di palazzi tra via Manzoni, via Verdi e via Andegari (dove tra l'altro c'è la sede dello studio legale Chiomenti), un immobile in Piazza della Repubblica dove ha sede l'albergo Melià, lo stabile dello storico Bar Magenta e altri in via Vincenzo Monti, oltre alla galleria Subalpina a Torino.
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Il presidente e punto di riferimento della Reale è Achille Balossi Restelli, classe 1932, fondatore dell'omonimo studio di ingegneria, la cui famiglia possiede più del 18% della società il cui patto di sindacato raccoglie il 69,77% del capitale.
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Tra i soci principali ci sono il patrizio milanese Gian Giacomo Medici di Marignano, Stefano Premoli Trovati, fondatore della law firm Tfp&Associati e, con oltre il 10% ma fuori dal patto, Luca Padulli di Vighignolo che nel lontano 1994 venne indicato dalle cronache finanziarie come uno scalatore di Montedison con una quota ufficiale pari al 4% ma probabilmente molto più elevata.
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