POLLI E POLLARI - TRA LE CARTE LASCIATE DALL’EX BRACCIO DESTRO DI DON VERZÉ, IL SUICIDA MARIO CAL, SBUCANO OPERAZIONI STRANE E FAVORI COSTOSI - COME UNA VILLA A ROMA, PAGATA 1,2 MLN € E POI SVENDUTA ALL’EX DIRETTORE DEL SISMI POLLARI PER 500 MILA € - I 250 MLN € MESSI IN CAMPO DALLO IOR E DALL’IMPRENDITORE MALACALZA SONO GIUDICATI INSUFFICIENTI E LA PROPOSTA DI CONCORDATO È STATA BOLLATA DAI PM COME ‘UN INGANNO’…

Giovanna Trinchella per "la Stampa"

«Anomalie gestorie» e «anarchia contabile». La Procura di Milano aveva trovato nelle carte lasciate a mo' di testamento da Mario Cal, ex braccio destro di don Verzè, molte tracce di operazioni strane, sprechi, forse favori costosi. Tra questi la compravendita di un villino a Roma, zona Eur, a favore di Niccolò Pollari: la proprietà pagata un milione e 200 mila euro dal San Raffaele, secondo il rapporto della società di revisione Deloitte, sarebbe stata acquistata dall'ex numero uno del Sismi per 500 mila.

E poi sulle poltrone del superjet, da oltre 20 milioni di dollari, avrebbero viaggiato Al Bano, Emilio Fede, l'attuale ministro della Salute Ferruccio Fazio (che è stato a lungo primario di Radiologia al San Raffaele) che sarebbe stato accompagnato a Pantelleria. «Passaggi» che non costituiscono reato per chi ne ha usufruito. Sono stati acquisiti documenti dalla Procura sui fabbricati a Cologno Monzese, ci sono accertamenti in corso sui beni immobili brasiliani - ospedale, fazendas con gli appezzamenti terrieri a Salvador de Bahia.

E poi sono state riscontrate anomalie nell'acquisto e per la manutenzione di macchinari per l'elettromedicazione di una struttura che ogni anno riceve dalla Regione Lombardia rimborsi per 400 milioni di euro. Eppure la Fondazione, creata da don Verzè, ha accumulato debiti per un miliardo e oggi il Tribunale fallimentare di Milano deciderà del suo destino. Con tutta probabilità un concordato «condizionato». Escluso il fallimento i giudici di Milano potrebbero avere scelto una nuova strada giurisprudenziale per affrontare la più importante procedura fallimentare d'Italia, con cinquemila lavoratori e diciassettemila creditori.

Questa mattina il decreto sarà notificato alle parti. Il documento, che si annuncia di una cinquantina di pagine, potrebbe prevedere una serie di clausole che aprono al mercato, una fila di paletti che segnerebbero la strada precisa su cui il nuovo CdA si dovrà muovere, una lista di scadenze da rispettare e probabilmente una messa a punto dei conti che ancora stamattina non apparivano in ordine alla Procura di Milano che ha continuato a insistere ribadendo la richiesta di fallimento o in subordine la dichiarazione di insolvenza.

Mercoledì sera i rappresentanti del San Raffaele hanno depositato via fax la memoria, composta da quattro pagine di schemi, in cui si faceva presente che la discrepanza tra le cifre presenti nella proposta di concordato e quelle certificate dagli attestatori, Angelo Provasoli e Mario Cattaneo, era pari allo 0,2% e che i dati indicati sono «conformi e coincidenti».

Ieri nelle loro controdeduzioni i pm Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta hanno spiegato che si tratta, però, di discrepanze che valgono milioni di euro e che quello che in pratica manca in assoluto è una attestazione sulla «autenticità» dei conti. Ma non solo, gli inquirenti sostengono che i 250 milioni messi in campo dallo Ior, l'istituto bancario vaticano, e l'imprenditore Vittorio Malacalza risultano del tutto insufficienti; insomma la proposta di concordato sembrerebbe quasi un «inganno».

 

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