“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”
Vincenzo Susca* per Dagospia
*professore ordinario di sociologia dell’immaginario all’Università di Montpellier Paul-Valéry. Il suo ultimo libro è Tecnomagia, Mimesis, 2022
https://www.mimesisedizioni.it/libro/9788857590110
Un tempo cupo segnato da graffi metereologici estremi suggella l’investitura di Donald Trump al ruolo di quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America. Nel mentre le fiamme continuano a divampare indomite in California, un freddo polare avvolge Washington D.C., fornendo un alibi prezioso ai repubblicani per svolgere in un comitato ristretto, a porte chiuse, lontano dalla folla e dai suoi simulacri, il rito di passaggio più importante della democrazia americana.
Love is not in the air. Non c’è molta allegria, né tanta effervescenza, ma molte ombre e tanti disagi nella capitale degli USA oggi, ove le forze dell’ordine sorvegliano con zelo ogni dettaglio al fine di sventare altri possibili attentati contro il neo-eletto presidente. Mai come quest’anno, la cerimonia assume le sembianze di un funerale paradossale: il funerale della democrazia in America sancito da una scelta democratica!
La foto-ritratto ufficiale scelta qualche giorno fa da Donald Trump, d’altronde, ha funto da marchio dell’immaginario mobilitato per questa inaugurazione. Quasi identica allo scatto segnaletico che ha seguito il suo arresto nel 2023, essa mostra un volto torvo e le sopracciglia aggrottate di chi stia rivolgendo minacce all’interlocutore, ovvero al mondo intero dei suoi nemici, non-amici e potenziali avversari.
Sarebbe stato troppo bello – troppo bello per corrispondere alla verità degli USA, e con loro di tutto l’Occidente, nel 2025 – il bagno di folla di Kamala Harris tra madrine e padrini democratici in visibilio a luccicare accanto alle stelle del cinema, a Taylor Swift, Beyoncé e Lady Gaga. Troppo bello per essere vero.
Invece, i dintorni di Hollywood bruciano nel mentre un velo tetro offusca i residui progressisti dell’american dream. Dall’altra sponda, persino i sovranisti di Make America Great Again sanno bene che lo splendore e la grandezza in questione sono più un’evocazione nostalgica che un progetto politico.
Lungi dal sostenere un’utopia, il movimento MAGA e il trittico Trump-Vance-Musk è l’incarnazione del trionfo della distopia come unico scenario possibile della nostra realtà. Così, nel momento in cui il mondo piange David Lynch, uno dei più grandi visionari di angoscianti e poetiche distopie cinematografiche e non solo, una distopia altrettanto angosciante, scevra di ogni poesia, invade la vita quotidiana e ne assume il governo.
Washington D. C. oggi sembra Gotham City.
Batman cede lo scettro a Joker. Il male, da sempre in grado di inebriare le fantasie del pubblico e di nutrire i miti dell’industria culturale, ha vinto, al punto tale da oltrepassare i confini dell’immaginario e imporsi come realtà. È distopico il mondo delle armi, dei muri, della xenofobia, del razzismo, del sessismo e dell’omofobia di MAGA, così come distopiche sono le reti digitali nel solco di X fitte di fake news, trolls, intox, shitstorm, deep fake e hater ordite dalla tecnomagia nera di Trump e Musk a fronte di un pensiero democratico e umanista stanco e arrugginito.
MEME DI ELON MUSK CON TRUMP VERSIONE CANE
Persino la Luna, Marte e l’intero spazio cosmico assumono tonalità tetre nella mente dei nuovi-vecchi padroni americani: non sono più nuove meravigliose frontiere, ma paesaggi da sfruttare nell’ambito della crisi e della sempre più palpabile catastrofe del pianeta Terra.
Il sogno americano è nudo. Spogliato delle sue utopie, rimane animato da appetiti voraci senza sovrastrutture particolarmente elaborate o altisonanti, vestito di armi arcaiche e futuristiche, interpretato da maschere sgraziate, se non esplicitamente grottesche.
DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI
“Brutti ceffi”, secondo il dizionario delle serie americane di qualche decennio fa, ovvero figure che attraggono l’emozione pubblica – e non l’opinione pubblica – nella loro potenzialità di sabotare il sistema democratico, che tante persone ha lasciato dietro di sé, e distruggerlo definitivamente. Forse è questa la non-ragione che anima la tecnomagia nera di Trump-Musk-Vance: riportare gli USA allo spirito armato del Far West rimpiazzandone ogni ornamento etico con le criptovalute, i dazi alle frontiere e i satelliti spaziali.
LA FOTO UFFICIALE DI DONALD TRUMP PER L INAUGURATION DAY 2025
Sarebbe stato troppo bello – e troppo finto – per essere vero il successo di Kamala Harris nel suo auspicio, wishful thinking, di un’America in grado di ricucire gli strappi del colonialismo, del razzismo, del capitalismo e del maschilismo.
Una pia illusione, come tutto l’american dream dimentico della violenza efferata che l’ha informato sin dai suoi albori. Piacciano o meno, Trump-Vance-Musk sono il volto più sincero degli Stati Uniti d’America. Mai come oggi, la verità è oscena e l’osceno è il vero.
“It's fun to stay at the Y.M.C.A. You can get yourself clean, you can have a good meal. You can do whatever you feel”, recitano i Village People, il gruppo preferito del quarantasettesimo presidente americano Donald Trump, citando la Young Men's Christian Association (l’Unione Cristiana degli Uomini Giovani, un movimento religioso fino agli anni Settanta riservato ai maschi). Siamo giunti al passaggio definitivo dalla politica spettacolo alla politicizzazione dello spettacolo. Uno spettacolo in cui non c’è niente da ridere.