IL PAPELLO DI SIENA - ALTRO CHE BUFALA, ARRIVANO LE PRIME CONFERME ALLA SPARTIZIONE PD-PDL SULLE NOMINE MPS - SPUNTA UN INCONTRO NEGLI UFFICI MPS DI ROMA TRA VERDINI, CECCUZZI, IL FINIANO POLLINA, IL FORZISTA AMATO E IL PRESIDENTE VERDINIANO DI ANTONVENETA PISANESCHI - A INCHIODARE LA “TRATTATIVA” SENESE ANCHE ALCUNE EMAIL TROVATE NEL COMPUTER DI MUSSARI - PAOLO AMATO A DAGOSPIA: “NON SONO IO L’AUTORE DEL ‘PAPELLO”…
1 - LETTERA DI PAOLO AMATO A DAGOSPIA
Caro Dago,
questa volta la tua ârisorsa' ha sbagliato âretroscena'. Non sono io l'autore del âpapello' che chiama in causa Ceccuzzi e Verdini sulla spartizione delle nomine nel Monte dei Paschi.
Il documento mi è stato semplicemente fatto vedere dai magistrati che hanno voluto sentirmi come persona informata dei fatti. Io non ho bisogno di fare âpapelli'. Le mie critiche alla gestione verdiniana del PdL le ho espresse pubblicamente nei congressi di partito. E sono critiche politiche. Ragion per cui ho incaricato i miei legali di proporre azione per danni contro gli autori dell'articolo apparso oggi su âIl Giornale'.
Sarà poi l'autorità inquirente che dovrà riferire sulla provenienza del documento.
Con simpatia,
Sen. Paolo Amato
2 - IL PAPELLO DI SIENA...
Davide Vecchi per "Il Fatto Quotidiano"
Il carcere di Siena non può ospitare Gianluca Baldassarri così i pm che indagano su Mps hanno deciso di non lasciar passare altro tempo e raggiungere Milano per interrogare l'ex capo dell'area finanza della banca detenuto da giovedì a San Vittore e finora mai sentito. Ieri pomeriggio Giuseppe Grosso e Antonio Nastasi hanno raggiunto il capoluogo lombardo mentre Aldo Natalini è rimasto a Siena per studiare le mail e il materiale rinvenuto sui computer e i tablet di Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e David Rossi, durante le perquisizioni compiute martedì.
Gli inquirenti ritengono che Baldassarri non abbia risposto in maniera esaustiva al gip nell'interrogatorio di garanzia e hanno i riscontri che quanto ha dichiarato non corrisponde al vero. A cominciare dall'ideazione dell'operazione Alexandria. Il contratto con Nomura, ha detto, era semplicemente custodito nella cassaforte dell'ufficio di Vigni. Numerose testimonianze dicono che fu lui invece a pretendere che fosse tenuto nascosto.
L'ha ammesso lo stesso Vigni durante il primo interrogatorio e lo ha confermato anche Contena dell'area finanza: "Io e Baldassarri ricevemmo da Kpmg richiesta di avere informazioni sulle operazioni (...) e a quel punto Baldassarri mi ribadì che quel contratto non esisteva e mi ordinò di rispondere negativamente".
C'è poi lo smobilizzo di titoli per oltre un milione di euro compiuto prima di finire in manette: fondi che ai pm non risultavano essere nella disponibilità di Baldassarri e transitati su conti a lui in uso ma sconosciuti alle indagini. L'ipotesi è che oltre al tesoretto di 40 milioni di euro, sequestrato lo scorso 7 febbraio, ce ne sia un altro ancora interamente da individuare. E soprattutto capire con quali fondi è stato eventualmente alimentato. I pm confidano di rientrare a Siena oggi con la testimonianza di Baldassarri che sarà trasferito nei prossimi giorni in Toscana, forse nel carcere fiorentino di Sollicciano.
Il materiale raccolto è stato utile anche al fine di valutare la veridicità dell'accordo di spartizione delle nomine tra Pdl e Pd. I diretti interessati bollano il documento come una bufala, ma il contenuto della lettera del novembre 2008 con in calce i nomi di Denis Verdini e Franco Ceccuzzi, candidato sindaco per i democratici, è stato confermato anche da alcune mail che sarebbero state trovate sul computer di Mussari.
Ritenuta importante, inoltre, la testimonianza di Angelo Pollina, ex capogruppo del Pdl in Comune, che, sentito dai pm lunedì, ha ricordato degli incontri avvenuti nel 2006 e 2007. Uno in particolare a Roma, negli uffici di Mps, al quale parteciparono tra gli altri Verdini, Ceccuzzi, Pollina, Amato e Andrea Pisaneschi: quest'ultimo, membro del Cda in quota Forza Italia, sarà presidente di Antonveneta dopo l'acquisizione della banca.
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