PIAZZA AFFARI ESULTA (+1%) NONOSTANTE LA YELLEN - VOLANO IL BANCO POPOLARE (+7,69%) E BPER (+7,12%) - RIBASSO SECCO DI SAIPEM (-3,44%) MENTRE I PM MILANESI ESTENDONO DI SEI MESI L'INCHIESTA PER PRESUNTA CORRUZIONE

Carlotta Scozzari per Dagospia

A Piazza Affari si chiude una giornata all'insegna dell'entusiasmo. E poco importa se la neo presidentessa della Fed, Janet Yellen, ha dichiarato che la politica monetaria a stelle e strisce sarà all'insegna della continuità. Ciò significa che, ancorché gradualmente, la banca centrale americana continuerà a chiudere i rubinetti sugli acquisti mensili di titoli.

Poco importa, perché in ogni caso gli economisti continuano a dare pressoché per scontato che, se ce ne fosse la necessità, la Fed potrebbe sempre fare in tempo a riprendere gli acquisti, almeno per un po'. Insomma, "nessuna decisione è per sempre", sembra essere il ragionamento di oggi dei mercati. A Piazza Affari, sull'onda di questo ritrovato ottimismo, il Ftse Mib ha guadagnato l'1,04% a quota 19.887,39 punti.

Gli acquisti hanno fatto volare soprattutto le banche popolari, che hanno beneficiato anche del nuovo ridimensionamento dello spread tra Btp e Bund, in giornata sceso sotto i 200 punti. In volata il Banco Popolare (+7,69%), ma anche Bper (+7,12%), per la quale si parla di una imminente fusione con la Popolare Etruria e Lazio (+2,9%, fuori dal Ftse Mib).

Anche se in misura minore, gli ordini di acquisto hanno spinto verso l'alto Ubi (+3,48%), Bpm (+4,14%) e, fuori dal mondo delle Popolari, Intesa Sanpaolo, in crescita del 2,79 per cento. Tra le migliori performance del Ftse Mib va segnalata Mediaset (+2,4%), che ieri a mercato chiuso aveva annunciato di essersi aggiudicata per 700 milioni di euro tutti i diritti in esclusiva della Champions League per le stagioni 2015-2018. Bene anche Finmeccanica (+2,58 per cento).

All'interno del Ftse Mib, l'unica azione che in una giornata come quella di oggi ha terminato in deciso calo è Saipem, giù del 3,44 per cento. Dalla presentazione agli analisti dei risultati del 2013, è emerso che la procura di Milano ha esteso di altri sei mesi l'inchiesta per presunta corruzione su alcuni contratti in Algeria che vede coinvolti sia la società di servizi petroliferi sia l'amministratore delegato della controllante Eni, Paolo Scaroni.

Debole (-0,24%) Telecom Italia, nel giorno in cui la stampa è tornata a ipotizzare una fusione tra la controllata Tim Participacoes (Tim Brasil) e Gvt, che fa capo al gruppo Vivendi. Tim Brasil, in ogni caso, oggi ha smentito l'esistenza di trattative di questo tipo.

 

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