DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...
donald trump con la spada al ballo inaugurale del suo secondo mandato - foto lapresse
DAGOREPORT
Dal 20 gennaio, giorno dell'insediamento alla Casa Bianca, Trump ha sbomballato i paradigmi dell'ordine geopolitico mondiale. Un sommovimento mozzafiato: ha firmato centinaia di ordini esecutivi che hanno smantellato gli apparati statali di Washington, azzerato la propaganda woke, deportato nelle infami galere di San Salvador e di Guantanamo i criminali americani, rispedito in catene i messicani clandestini.
Una volta messo il ciuffo cotonato fuori dai confini di "America First", l'ex conduttore del reality "Apprentice" ha minacciato di annettere Panama Groenlandia, applicato dazi a Canada, Messico e Cina, abbaiato all'ingrata Unione Europea, con l'intento di spaccarla negoziando le tariffe con ciascun stato.
MARK ZUCKERBERG - LAUREN SANCHEZ - JEFF BEZOS - SUNDAR PICHAI ELON MUSK - INAUGURATION DAY
Per raggiungere i suoi obiettivi, è ricicciata la strategia da immobiliarista di Trump: come Berlusconi trent’anni prima, sa bene che in politica è più importante alimentare i sogni che realizzare fatti, potendo contare anche sulla grancassa propagandistica dei social network: oltre al suo Truth e X di proprietà di Elon Musk, diventati un veicolo incontrollabile di fake news e disinformazione, c’è Facebook, del neo-trumpiano Mark Zuckerberg.
usaid - agenzia statunitense per la cooperazione internazionale
Strumenti utilissimi ad amplificare le proprie posizioni e battaglie, come si è visto nel caso UsAid, con gli account filo-trump che hanno rilanciato anche la propaganda del Cremlino (parlando di presunti milioni ad Angelina Jolie per diffondere notizie pro-Ucraina). Vera o falsa, la prima notizia è quella che rimane.
È una legge dell’informazione che vale per tutto il mondo e che Trump ha certamente interiorizzato, insieme a un altro dogma da immobiliarista senza scrupoli: chi mena per primo mena due volte.
COME DONALD TRUMP VUOLE TRASFORMARE GAZA
Quindi ogni giorno va in scena un bombastico “Shock and Awe” (colpisci e terrorizza). Ma nemmeno sotto Lsd, si poteva immaginare l'ultima "cagata pazzesca" inventata dalla destra israeliana e dalla Trump Family: trasformare la Striscia di Gaza in una “Riviera del Medio Oriente”, con resort e casinò, trasferendo con le buone o con le cattive due milioni di palestinesi in Giordania ed Egitto.
COME DONALD TRUMP VUOLE TRASFORMARE GAZA
A parole i due paesi - che si dicono “fratelli” dei palestinesi ma non vogliono nemmeno uno dei due milioni (temono il terrorismo di Hamas e la destabilizzazione economica) - hanno subito replicato che non accetteranno di mettere la firma su un piano paranazista di deportazione. Al Sisi e il re di Giordania sono così sicuri di sé che si scapicolleranno prossimamente a Washington dove Trump li costringerà ad accettare ‘’Gaza-land‘’, altrimenti bloccherà armi e finanziamenti ai due paesi.
Che gli Stati Uniti “prendano possesso di Gaza, con una posizione di proprietà”, come ha detto Trump, non sta né in cielo né in terra, al massimo in un plastico scodellato dagli architetti del genero di Donald, marito di Ivanka, Jared Kushner (“Gaza è una riviera di enorme pregio”). Anche le parziali retromarce del giorno dopo sono solo specchietti per gli allocconi: dire, come ha fatto il Segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che i trasferimenti dei palestinesi saranno “temporanei”, significa voler prendere per il naso il mondo.
Soltanto per mettere in piedi la macchina costruttiva, terminare i lavori e trasformare la Striscia in una Singapore mediterranea con resort e casinò serviranno (oltre a una ventina di miliardi abbondanti) 10-15 anni. E tra tre lustri, chi andrà a riprendere i profughi palestinesi fatti evacuare a forza, con Israele a puntellare, e magari allargare, i propri confini? (Oltre al fatto che fra dieci anni non ci sarà più a occupare la Casa Bianca il 78enne presidente Usa.)
re abdullah di giordania con joe biden 1
Dal 290 gennaio scorso va in onda uno tsunami mai visto. E da Oriente a Occidente, si stanno cagando sotto. Tutti, eccetto uno: la Cina. Al trumpismo senza limitismo, l'unico antidoto non poteva non essere l’impero del Dragone, la sola potenza mondiale che oggi può ribattere ad armi pari al bordello neo-imperialista messo in atto dalla tecnodestra americana.
Davanti al bullismo di Trump, Xi Jinping è rimasto impassibile, tranquillo come un pisello nel suo baccello, senza mai dare segni di paura e di nervosismo. Quando sono stati annunciati i dazi Usa ai prodotti cinesi, la ritorsione di Pechino sul Made in Usa è stata immediata.
Pochi media hanno poi sottolineato qual è stata la dura e immediata risposta di Xi Jinping sul progetto di “convincere” due milioni di palestinesi a cambiare aria: “Gaza è dei palestinesi, non una merce di scambio politica, né tanto meno oggetto di qualcosa che si può decidere in base alla legge della giungla".
“La legge della giungla”: un altolà secco come un cassetto chiuso con una ginocchiata. Anche perché Pechino è consapevole della fragilità politico-economica di Egitto e Giordania.
A parole i due paesi - che si dicono “fratelli” dei palestinesi ma non vogliono nemmeno uno dei due milioni (temono il terrorismo di Hamas e destabilizzazione economica) - hanno subito replicato che non accetteranno di mettere la firma su un piano paranazista di deportazione.
Al Sisi e il re di Giordania sono così sicuri di sé che si scapicolleranno prossimamente a Washington dove Trump li costringerà ad accettare ‘’Gaza-land‘’, altrimenti bloccherà armi e finanziamenti ai due paesi.
Ai mandarini di Pechino non pare vero di avere un presidente come Trump. Intanto, con le minacce di far diventare stati americani Groenlandia e Panama va a farsi fottere definitivamente un ordine internazionale basato su regole. E le ambizioni territoriali della Russia in Ucraina e della Cina a Taiwan subirebbero un'accelerazione.
DONALD TRUMP RE DELLA GROENLANDIA - MEME REALIZZATO CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
Secondo: come si legge in un’approfondita analisi di “Politico Magazine”, le sparate del trumpone stanno rendendo inaffidabile Washington agli occhi del mondo, con il risultato di far sembrare il regime comunista di Xi Jinping, un interlocutore serio, pacifico e affidabile.
Il 21 gennaio scorso a Davos, nella cornice del World Economic Forum, è spuntata una inedita Ursula von der Leyen. La fragile ex portaborse di Angela Merkel, calzato l’elmetto, dopo aver premesso che è pronta a fare affari dove si può, ha annunciato che l’Unione Europea ha alternative all’America modello “o me la dai o scendi” di Donald Trump: Cina e India.
XI JINPING E URSULA VON DER LEYEN
“Il nostro messaggio al mondo è semplice”, ha sibilato Ursula, “se ci sono vantaggi reciproci in vista, siamo pronti a impegnarci con voi”. Finale: “Se volete aggiornare le vostre industrie di tecnologie pulite, se volete ampliare la vostra infrastruttura digitale, l’Europa è aperta agli affari“.
Messaggi mai sentiti prima da un esponente apicale di Bruxelles, parole dal forte contenuto politico, diretti come un pugno sulla faccia del primo bullo americano.
EMMANUEL MACRON XI JINPING URSULA VON DER LEYEN IL VICEPRESIDENTE CINESE HAN ZHENG VICINO A RUPERT MURDOCH ALL INAUGURATION DAY DI TRUMP trump force one in groenlandiaMEME SU DONALD TRUMP E LA GROENLANDIA PUBBLICATO DA ELON MUSKLA GROENLANDIA AL CENTRO DELLA ROTTA ARTICA mohammed bin salman jared kushner ivanka trumplo stemma del re danese con la groenlandia URSULA VON DER LEYEN AL WORLD ECONOMIC FORUM DI DAVOSstriscia di gaza il controesodo dal sud al nord della striscia foto lapresse 10il ritorno a nord degli abitanti della striscia di gaza foto lapresse 4MACRON - XI JINPING - URSULA VON DER LEYENivanka trump e jared kushner fake news della propaganda russa contro le star di hollywood e usaid
COME DONALD TRUMP VUOLE TRASFORMARE GAZACOME DONALD TRUMP VUOLE TRASFORMARE GAZA