
“HO SCELTO DI NON ARBITRARE IL NAPOLI. HO TRE FIGLI E VOGLIO POTER FARE LA SPESA” – LE PAROLE DELL’ARBITRO INTERNAZIONALE MARCO GUIDA (NATO A POMPEI) SCATENANO UN POLVERONE – IL DIRETTORE DI GARA, DOPO LA CADUTA DEL VINCOLO TERRITORIALE PER LE DESIGNAZIONI, SPIEGA LA SUA SCELTA DI NON DIRIGERE LA SQUADRA DI CONTE: “SIA IO CHE L'ARBITRO MARESCA ABBIAMO DECISO DI NON ARBITRARE A NAPOLI POICHÉ IL CALCIO VIENE VISSUTO IN MANIERA DIVERSA DA ALTRE CITTÀ COME MILANO. QUANDO HO COMMESSO DEGLI ERRORI…”
Estratti da fanpage.it
Dall'agosto del 2023 è caduto il vincolo territoriale per le designazioni degli arbitri della Serie A, che è stato un vero e proprio tabù per anni nel nostro paese. Da tempo designatore Gianluca Rocchi e la Commissione Arbitri Nazionale dell’AIA aveva intenzione di compiere un passo in avanti eliminando il concetto di territorialità per le designazioni e da quasi due anni ormai è realtà.
Su questo tema si è espresso Marco Guida ai microfoni di Radio CRC, nel corso della trasmissione ‘A Pranzo con Chiariello': "Eliminazione limiti territoriali? Ci tengo ad essere trasparente sulla questione. Non c’è nessun retropensiero, il nostro designatore arbitrale Gianluca Rocchi può scegliere il miglior arbitro per la miglior partita. Noi siamo persone per bene. Io e Fabio Maresca possiamo arbitrare tranquillamente a Napoli ed è molto probabile che avvenga. Sia io che Fabio abbiamo deciso di non arbitrare a Napoli poiché il calcio viene vissuto in maniera diversa da altre città come Milano anche se abbiamo avuto la proposta. Non ci sono linee territoriali, abbiamo fatto solo quello che riteniamo fosse più opportuno".
L’arbitro internazionale Marco Guida, originario di Pompei, ha parlato della possibilità di arbitrare il Napoli e della scelta di non dirigere le partite della squadra azzurra: "Io vivo la città di Napoli e abito in provincia. Ho tre figli e mia moglie ha un’attività. È una scelta personale.
La mattina devo andare a prendere i miei figli e voglio stare tranquillo. Il calcio da noi viene vissuto con molta emotività. Quando ho commesso degli errori non era così sicuro passeggiare per strada così come andare a fare la spesa. Pensare di sbagliare ad assegnare un calcio di rigore e di non poter uscire 2 giorni di casa per svolgere le mie attività sportive non mi fa sentire sereno. L’AIA ci ha dato piena libertà di poter arbitrare qualsiasi squadra in qualsiasi momento".
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