UN POPOLO DI MORTI DI FAME: SOFFERENZE BANCARIE BOOM A 133,3 MILIARDI

Maximilian Cellino per il "Sole 24 Ore"

Scendono i prestiti a famiglie e imprese, crescono le sofferenze. Da diversi mesi ormai il bollettino dell'Associazione bancaria italiana (Abi) recita più o meno lo stesso copione: quello di una recessione profonda (che rende la clientela più rischiosa) e delle difficoltà delle banche nella raccolta del denaro a medio-lungo termine (che induce gli istituti di credito a stringere i cordoni del credito).

Il «Monthly Outlook» di giugno diffuso ieri, sotto questo aspetto, non fa certo eccezione: in Italia le sofferenze nette hanno toccato ad aprile una nuova cifra record a 66,4 miliardi di euro, mentre quelle lorde (che non considerano le svalutazioni effettuate dalle banche) si sono spinte fino a 133,3 miliardi. Al tempo stesso hanno continuato a contrarsi, per il decimo mese consecutivo, anche i prestiti alla clientela (scesi a maggio del 2,71% rispetto a 12 mesi prima a 1.893,5 miliardi).

La novità, se così si può dire, è che il ritmo di crescita delle sofferenze, così come quello di decelerazione del credito a famiglie e imprese è lievemente rallentato rispetto al mese precedente: ma si tratta di una magra consolazione e non rappresenta necessariamente un segnale di inversione di tendenza.

L'Abi, da parte sua, tiene a sottolineare ancora una volta come la riduzione dei prestiti sia in fondo un fenomeno comune all'intera Europa: «L'ultimo dato disponibile di aprile - si legge infatti nel bollettino - colloca il tasso annuo di crescita degli impieghi al settore privato in Italia al -2,4%, al di sotto della media dei Paesi dell'area euro (-0,7%), e dei dati di Francia e Germania (+2,6% e +0,9% rispettivamente), ma significativamente superiore all'esperienza spagnola (-9,2%), cioè di un paese che è stato sottoposto a tensioni finanziarie paragonabili alle nostre».

Se poi si prende in considerazione l'indice di «intensità creditizia», ovvero il rapporto fra credito e Pil, l'Abi ricorda come il dato italiano (-0,6%) resti al di sopra di quello medio dell'area (-1,4%) e sia secondo soltanto a quello della Francia (+0,6%).

Altra annotazione dell'Associazione, e tema più volte ribadito negli ultimi mesi dai banchieri, è il fatto che l'ammontare dei prestiti erogati resti ancora significativamente superiore a quanto effettivamente raccolto fra la clientela (1.745,1 miliardi): le banche impiegano insomma più denaro di quanto ne ricevono da famiglie e imprese e ne raccolgono sui mercati dei capitali.

A questo proposito, vale la pena notare che quest'ultimo dato è la risultante di una continua crescita dei depositi presso la clientela (+7,3% a maggio rispetto all'anno precedente) e della dinamica negativa delle obbligazioni emesse (cioè della raccolta a più lungo termine): -9,5% in un anno e circa 2 miliardi di euro in meno rispetto ad aprile.

Quanto alle condizioni praticate, l'Abi ha reso noto che sia il tasso medio sui nuovi prestiti concessi alle imprese (3,55%) sia quello per i mutui alle famiglie (3,67%) si sono contratti di 5 punti base rispetto al mese precedente: un effetto soltanto in parte legato alla riduzione degli Euribor (nello stesso periodo il tasso interbancario è passato da 0,21% a 0,20%) e al costo complessivo della raccolta (1,99% anziché 2% fra depositi, obbligazioni e pronti contro termine).

Lo spread fra tasso medio sui prestiti esistenti (3,75%) e quello della raccolta si è così leggermente ridotto a 176 punti: un sovrapprezzo eccessivo secondo la clientela, ma che per l'Abi resta abbondantemente al di sotto dei 300 punti registrati prima dell'inizio della crisi finanziaria.

 

ABI Associazione bancaria italianaITALIA CRAC BUCO Italia Crac

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO ZELENSKY ALLA RESA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SONO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI DI DOLLARI, E IL PIANO DI TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. INOLTRE ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ PER QUELLO CHE È: UN INGOMBRANTE ALLEATO CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON BRUXELLES O CON I SINGOLI PAESI?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…