S&P, PAROLA ALLA DIFESA – L’AGENZIA DI RATING GIUSTIFICA LA MINACCIA DI DECLASSAMENTO DELLE GENERALI CON IL GIUDIZIO PIU’ ALTO (A-) DI QUELLO DEL PAESE VERSO CUI E’ ESPOSTA, CIOE’ L’ITALIA (BBB) E CON LO SCENARIO DI DEFAULT…
Carlotta Scozzari per Dagospia
Dopo il turbinio di polemiche seguito alla decisione della settimana scorsa di mettere in osservazione al ribasso il rating delle Generali, Standard & Poor's tenta di difendersi. Anche perché in molti stanno ricominciando a gridare al complotto delle agenzie di rating contro l'Italia e la Consob presieduta da Giuseppe Vegas sta meditando di rivolgersi all'autorità di vigilanza europea, l'Esma, per esporre i propri dubbi sulle tempistiche delle azioni delle tre grandi big dei rating (S&P, Moody's e Fitch, la quale proprio ieri si è nuovamente scagliata contro le banche italiane).
Il provvedimento sul gruppo del Leone (che l'amministratore delegato Mario Greco ha definito "un clamoroso errore"), spiega S&P difendendo il proprio operato, è stato preso sulla base del criterio "rating above the sovereign", che viene "applicato a livello mondiale a tutte le società che hanno un rating potenzialmente superiore a un paese verso il quale hanno un'esposizione rilevante, indipendentemente dalla loro localizzazione geografica". E' questo il caso delle Generali, che hanno un giudizio "A-", due gradini sopra il "BBB" dell'Italia. "Si tratta - precisa S&P - della revisione di un criterio esistente che simula l'impatto di un ipotetico default del paese verso cui una società è esposta in modo significativo al fine di valutare se la stessa è in grado di sopravvivere".
Quanto all'esposizione, Standard & Poor's fa sapere che essa "comprende tutti gli attivi (titoli di stato, banche, corporate, immobiliare, azioni, fondi) ed è considerata rilevante, nel caso di assicurazioni, se pari a circa il 25% del totale degli investimenti (con rischio a carico dell'assicuratore) esclusi gli attivi relativi alle polizze unit-linked".
S&P, nella nota, risponde poi a due domande secche e precise. La prima: "Se il criterio non fosse stato rivisto, avreste messo Generali in creditwatch negativo?". E la risposta è: "Il rating A- di Generali era già due gradini superiore a quello della Repubblica Italiana e l'outlook di Generali rifletteva quello dell'Italia. Il creditwatch della scorsa settimana riflette la pubblicazione della revisione del criterio rating above the sovereign".
La seconda domanda: "Perché altre società assicurative che hanno un'esposizione rilevante nei confronti di Italia, Spagna o altri paesi con rating più basso non sono state messe in creditwatch?". Risposta: "Nel caso specifico di Generali, il creditwatch riflette la sua maggiore esposizione relativa rispetto agli altri 'peer global multiliners' (i concorrenti globali, ossia Allianz, Axa, Zurich, Aviva, Ing, Aegon, ndr). Sulla base delle nostre stime, la relativa esposizione di questi peer sull'Italia non dovrebbe determinare il loro default se sottoposti a uno scenario di stress".
Quanto alla tempistica dell'iniziativa sul gruppo con base a Trieste, arrivata proprio la sera prima dell'incontro dell'ad Greco con la comunità finanziaria a Londra, S&P fa sapere che "il timing di pubblicazione è del tutto estraneo a qualsiasi evento che possa incidere su un particolare paese sovrano o non sovrano a cui attribuiamo il rating. Esso coincide con la pubblicazione dei nuovi criteri per il settore corporate e avviene alla fine di un periodo di lavoro di oltre sette mesi incluso quello di consultazione con il mercato. Per quanto riguarda la zona euro - conclude S&P che tra l'altro precisa che l'analisi sul gruppo del Leone dovrebbe concludersi in tre mesi - alla luce degli eventi di mercato occorsi negli ultimi tre anni riteniamo che la sensibilità di determinati settori al rischio paese è più alta di quanto si pensasse in precedenza, in particolare per i soggetti presenti in paesi che fanno parte dell'unione monetaria, come Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda". Sembra mancare l'Italia dalla lista, ma forse è soltanto una svista o i paesi elencati sono solo un esempio di quelli più in difficoltà .
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