IL CARCERE DELLE TORTURE - VANNO A PROCESSO 22 AGENTI PENITENZIARI ACCUSATI DI BOTTE, UMILIAZIONI E VESSAZIONI SUI DETENUTI DELLA PRIGIONE LORUSSO E CUTUGNO DI TORINO - TRA GLI IMPUTATI ANCHE L'EX DIRETTORE DELLA STRUTTURA, SECONDO L'ACCUSA C'ERANO DELLE "SQUADRE DI PICCHIATORI" IN AZIONE - LE INTERCETTAZIONI: "DEVI MORIRE QUI, PEZZO DI MERDA. TI FAREMO PASSARE LA VOGLIA, NON NE USCIRAI VIVO" - UNA DELLE VITTIME: "IN QUATTRO MI HANNO SBATTUTO PER TERRA, MI HANNO STRAPPATO GLI SLIP E…"
Giuseppe Legato per “La Stampa”
CARCERE DI TORINO LORUSSO E CUTUGNO
Botte, umiliazioni, vessazioni. In una parola, torture. Condite da silenzi e omertà per coprire il (presunto) scempio che tra il 2017 e i 2019 si sarebbe consumato all'interno del carcere Lorusso e Cutugno di Torino.
Ventidue tra agenti e ispettori del penitenziario sono stati rinviati a giudizio ieri dal giudice Maria Francesca Abenavoli. Una delle (poche) prime volte in Italia in cui questo titolo di reato viene ipotizzato dietro le sbarre di una casa circondariale. Il processo - nella forma del classico dibattimento - inizierà fra un anno e mezzo: luglio 2023.
Ma tra poche settimane - nel troncone che si celebra con rito abbreviato - compariranno di fronte al giudice l'ex direttore della struttura Domenico Minervini e l'allora comandante della polizia penitenziaria Giovanni Battista Alberotanza accusati di favoreggiamento e omessa denuncia.
Vertici o semplici agenti che siano, lo spaccato che emerge dall'inchiesta del pm Francesco Pelosi nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019, è inquietante, inquadrato dal magistrato come «trattamento degradante e inumano».
Con una «squadra di picchiatori», un «battesimo per i nuovi giunti nel penitenziario», e le «spedizioni punitive» nelle celle dei detenuti del padiglione riservato ai sex offenders (imputati o condannati per reati sessuali).
CARCERE DI TORINO LORUSSO E CUTUGNO
Nelle migliaia di pagine di atti risuonano intercettazioni e frasi captate dagli investigatori: «Devi morire qui, pezzo di merda. Ti faremo passare la voglia, non ne uscirai vivo». Ancora: «Quando sono arrivato in carcere a Torino mi hanno portato ammanettato al casellario. Mi hanno chiesto di spogliarmi, ho tolto tutto tranne le mutande. In 4 allora hanno indossato dei guanti, mi hanno sbattuto per terra e mi hanno strappato gli slip di dosso. Ho sbattuto la faccia contro il pavimento e mi sono spaccato un dente, mi è caduto. E l'ho nascosto in cella» ha detto piangendo una vittima di fronte al magistrato.
CARCERE DI TORINO LORUSSO E CUTUGNO
Altra vicenda: «Ero entrato alla matricola, avevo fatto le foto mi avevano preso le impronte digitali, gli agenti hanno cominciato a colpirmi con schiaffi, pugni e calci. In particolare mi dicevano di salire le scale e mentre le affrontavo gli agenti, da dietro, mi colpivano con schiaffi pugni e calci. E ridevano».
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Infine: «L'altra sera ci siamo divertiti - confessa un agente alla fidanzata -, sembrava Israele degli anni Cinquanta». Undici detenuti oggetto di violenze si sono costituiti parte civile. Vale lo stesso per la città di Torino attraverso il suo garante Monica Gallo (autrice della prima denuncia) e i garanti regionali e nazionali. Il giudice ha disposto la citazione del ministero della Giustizia come responsabile civile.