call center

LA NUOVA PIANTAGIONE DI COTONE SI CHIAMA CALL CENTER - I LAVORATORI VENGONO PAGATI SOLO PER I MINUTI EFFETTIVI IN CUI TENGONO QUALCUNO A TELEFONO - E’ IL RITORNO DEL LAVORO A COTTIMO, PAGATO UNA MISERIA: 6,51 EURO LORDI ALL’ORA CON CONTRATTI PRECARI DI UN MESE - CONTRO QUESTA SCHIAVITÙ, LA POLITICA CHE FA?

Silvia Dipinto per www.repubblica.it

 

call centercall center

A guardarla dall'esterno, la sede dell'azienda FlipCall di Bitritto, alle porte di Bari, sembra una cittadella dei call center. Il viavai dei lavoratori è continuo: a regime le postazioni ne accolgono più di 1.200, spiegano dal gabbiotto all'ingresso. "Non possiamo lamentarci, rispetto ad altre realtà qui lo stipendio arriva puntuale - racconta una giovanissima, da poco ingaggiata - anche se da inizio febbraio le cose sono un po' cambiate". Quando il contratto collettivo nazionale ha imposto di rispettare la paga oraria da 6 euro e 51 centesimi lordi all'ora, le imprese si sono ingegnate per rosicare spiccioli dai compensi.

 

call center 1call center 1

La sede di Bitritto, per esempio, ha costruito un'architettura originale. Il pagamento non è più a ore ma a 'ore produttive', in cui sia garantita una precisa percentuale di parlato, di attesa, di compilazione moduli dopo la chiamata. A chi eccede con i silenzi viene decurtato lo stipendio.

 

"Un meccanismo illegale", tuonano dalla Slc Cgil, mentre accompagnano i lavoratori pugliesi della Tim a protestare in corteo a Roma e Milano. È una multinazionale importante, quella che ha aperto la sede FlipCall nel comune in provincia di Bari. Nata nel 2011 e specializzata in servizi outbound (con chiamate in uscita), FlipCall è parte del gruppo Comdata, che vanta 28 poli operativi e oltre 10mila postazioni in tutta Europa.

call center call center

 

"Questo ci sembra un call center a cinque stelle - spiega una cinquantenne di Adelfia davanti ai cancelli - visto che siamo passate dai garage e dai sottoscala, pagate due o tre euro a ora". Nella lista dei clienti, ci sono le società più importanti di telefonia, energia, gas. "I contratti cambiano a seconda delle commesse che seguiamo - raccontano i lavoratori - Siamo cocopro con rinnovo ogni mese o ogni tre e obbligo di massima riservatezza". A qualcuno, però, non è piaciuto il nuovo corso dell'azienda, deciso a inizio anno e comunicato ai dipendenti in un briefing dedicato.

 

"Il diavolo si nasconde nei dettagli", ammette uno di loro mentre mostra il contratto. Allegato 2, capitolo compensi. "Il forfettario lordo è di 6 euro e 51 centesimi per ogni ora produttiva", si legge nell'accordo. I minuti vengono misurati dai sistemi informatici e divisi in quattro stati: in conversazione, in composizione, post chiamata e pausa (obbligatoria per legge). L'escamotage è spiegato in uno schema. Un'ora produttiva è la somma di tempo di reale conversazione, pausa, una percentuale massima del 10 per cento di post chiamata e una di attesa, non superiore al 20 per cento del totale.

call centercall center

 

A rimpinguare lo stipendio - per fortuna - contribuiscono le premialità per i risultati raggiunti. "In buona sostanza prima guadagnavamo circa cinque euro all'ora, a prescindere da come erano impiegati i 60 minuti - semplificano i videoterminalisti - Da febbraio, invece, dobbiamo garantire di parlare con i clienti almeno il 60-70 per cento dell'ora, altrimenti ci tolgono una parte dello stipendio. Ed è per questo che tanti colleghi cercano a ogni costo di rimanere al telefono con gli utenti, anche senza averne necessità".

CALL CENTER OFFERTE CALL CENTER OFFERTE

 

Tutto cambia perché niente cambi. Interpretano così la novità i sindacalisti della Slc Cgil, che da anni si battono per regolamentare la giungla dei call center. "Da quando sono entrati finalmente in vigore gli adeguamenti salariali, le aziende le provano tutte per continuare a pagare poco, con iniziative autonome illegittime - conferma Andrea

 

 Lumino, coordinatore regionale del settore call center - Ecco perché invitiamo i lavoratori a denunciare e a chiedere il nostro intervento". Drammatica la casistica nei dossier del coordinatore regionale Slc, Rocco Rossini: dalle bandierine usate per segnalare il traffico ai bagni alle retribuzioni di un euro a ora. "Qualcuno viene pagato in base ai secondi secchi di conversazione, controllati da cronometro - ricorda Rossini - Siamo ormai allo sfruttamento selvaggio".

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…