LA GIUSTIZIA, COME LA VENDETTA, SI CONSUMA FREDDA – SEQUESTRATI 59 MILIONI A CINQUE MANAGER ED IMPRENDITORI PER IL CRACK DI "VENETO BANCA" - SECONDO I MAGISTRATI, ERANO IN COMBUTTA CON VINCENZO CONSOLI NEL CREARE OSTACOLI ALLA VIGILANZA CON UN'OPERAZIONE DI VENDITA E RIACQUISTO DI PACCHETTI OBBLIGAZIONARI
Edoardo Izzo per La Stampa
Oltre 59 milioni di euro in beni sono stati sequestrati dai finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli, nei confronti di cinque persone nell’ambito del procedimento su Veneto Banca. Il processo che pende in fase di udienza preliminare e che già aveva visto la misura degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex Amministratore delegato dell’istituto, Vincenzo Consoli, con contestuale sequestro di beni per vari milioni di euro nei suoi confronti di questi e in quelli della moglie, Maria Rita Savastano.
Il provvedimento in corso di esecuzione riguarda invece altri soggetti ed è riferito a due delle imputazioni di ostacolo all’attività di vigilanza contestate dalla procura nella richiesta di rinvio a giudizio.
Nel primo caso, l’accusa di ostacolo è contestata con riferimento alla realizzazione di un’operazione di «portage» da parte di quattro persone che, d’intesa con Consoli, avevano acquisito pacchetti obbligazionari del valore di 7,5 mln di euro cadauno (obbligazioni facenti parte di un prestito obbligazionario emesso dalla stessa Veneto Banca), a fronte della quale l’istituto aveva assunto l’impegno di un riacquisto da lì a breve.
La seconda ipotesi si riferisce ad una operazione chiamata «baciata» ideata e realizzata da un manager dell’Istituto con l’accordo dello stesso Consoli, in virtù della quale tre soggetti estranei, non attinti dal provvedimento, si erano impegnati ad acquisire consistenti pacchetti di azioni Veneto Banca ricevendo dalla Banca, quale contropartita, l’impegno a riconoscere un tasso di interesse del 3%.