viktor orban alina kabaeva vladimir putin

SANZIONI STONATE - DALL’UE FILTRA OTTIMISMO PER L’INTESA SULL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO E SUBITO ORBAN METTE I BASTONI TRA LE RUOTE: IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE HA DETTO CHE LE MISURE SULL’ENERGIA SONO UNA “LINEA ROSSA” PER IL SUO PAESE - L’OFFERTA DELLA COMMISSIONE A BUDAPEST PREVEDE DUE ANNI DI TEMPO PER AZZERARE GLI ACQUISTI DEL PETROLIO DI MOSCA. EVIDENTEMENTE NON BASTA - NEL PACCHETTO SONO PREVISTE MISURE RESTRITTIVE ANCHE NEI CONFRONTI DELL’AMANTE DI PUTIN, ALINA KABAEVA…

viktor orban

1 - UNGHERIA, SANZIONI UE SU ENERGIA MOSCA PER NOI 'LINEA ROSSA'

(ANSA) - Le sanzioni dell'Unione europea contro il settore energetico russo sono una linea rossa per l'Ungheria. Lo ha detto il primo ministro ungherese Viktor Orban alla stazione radio Kossuth, secondo quanto riporta l'agenzia russa Tass. "Ero pronto a concordare con i primi cinque pacchetti di sanzioni Ue, ma ho detto chiaramente fin dall'inizio che c'è una linea rossa: il settore dell'energia", ha detto.

 

URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY

2 - LE SANZIONI L'UE ALZA IL TIRO SUGLI OLIGARCHI VERSO IL COMPROMESSO SUL PETROLIO

Marco Bresolin per “La Stampa”

 

Si avvicina sempre più l'intesa tra i 27 governi dell'Unione europea per decretare l'embargo graduale sul petrolio russo. Durante la giornata di ieri c'è stata una fitta attività diplomatica alla ricerca del compromesso per andare incontro alle richieste dei Paesi che avevano alzato la voce per far salire il prezzo del loro «sì».

 

VLADIMIR PUTIN

L'offerta presentata dalla Commissione e dalla presidenza di turno francese a Ungheria e Slovacchia prevede non uno, come inizialmente stabilito, ma ben due anni di tempo in più per azzerare gli acquisti: per loro il divieto di importare il petrolio di Mosca scatterebbe soltanto dal 2025. E la stessa deroga potrebbe essere concessa anche alla Repubblica Ceca.

 

I rappresentanti dei 27 governi si riuniranno questa mattina alle 9.30 a Bruxelles: l'obiettivo è chiudere oggi, ma per il via libera definitivo potrebbero servire ancora uno o due giorni. Comunque «entro la fine della settimana» arriverà l'ok, assicura Barbara Pompili, ministra francese della Transizione ecologica.

 

vladimir putin viktor orban 4

Lo stesso ottimismo è stato espresso dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e dal commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, il quale ha ricordato che una decisione con conseguenze così importanti «non si può prendere in 24 ore». Ma la strada è segnata.

 

«Putin ha scatenato la guerra e ora deve pagarne il prezzo», ha promesso la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Il segnale che l'accordo è vicino è arrivato proprio da Budapest, dove Viktor Orban ha convocato gli esperti del settore energetico per discutere del piano di uscita dall'oro nero di Mosca.

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

Fatta eccezione per gli Stati che godranno della deroga, per tutti gli altri Paesi l'embargo sul petrolio greggio entrerà in vigore tra sei mesi e quello sui prodotti raffinati alla fine dell'anno. Su questo punto non dovrebbero esserci modifiche, mentre si lavora a correttivi sulla parte del provvedimento che riguarda le petroliere.

 

Probabilmente sparirà il divieto di fornire servizi di assicurazione alle navi che trasportano il greggio russo, contestato in particolare da Grecia e Cipro. Confermata l'esclusione delle tre banche da Swift (tra cui Sberbank), così come l'oscuramento delle tre emittenti televisive e la lista delle personalità colpite dalle sanzioni (in cui figura anche il patriarca Kirill). Secondo Bloomberg, sarebbero previste misure restrittive anche nei confronti dell'ex ginnasta russa Alina Kabaeva, considerata l'amante di Putin.

 

vladimir putin alina kabaeva.

Le notizie sull'embargo petrolifero stanno già provocando movimenti sul prezzo al barile: ieri il Brent ha toccato quota 112 dollari, mentre il contratto sul Wti è salito a 108,10 dollari. Nelle scorse settimane erano stati proprio gli Usa a sconsigliare all'Unione europea un embargo immediato, che avrebbe fatto schizzare il costo del petrolio in tutto il mondo.

 

Sempre in tema di sanzioni, l'Ue studia ulteriori misure per mettere le mani nelle casse della Russia e usare quei fondi per ricostruire l'Ucraina. Charles Michel ha rivelato che è in corso un'analisi giuridica per valutare la possibilità di confiscare i beni congelati agli oligarchi.

 

alina kabaeva 4

Una mossa non semplice che si scontra con le leggi dei singoli Stati, visto che non tutti prevedono un simile sistema. Il meccanismo utilizzato dall'Italia per confiscare i beni sequestrati alla mafia viene considerato un buon esempio, ma ovviamente dovrebbero esserci prove delle responsabilità penali dirette degli oligarchi.

 

Gli eurodeputati chiedono addirittura di fare di più: in una lettera promossa da un gruppo di parlamentari Ue, tra cui l'italiano Fabio Massimo Castaldo (M5S), i firmatari esortano la Commissione a presentare una proposta legislativa urgente per dirottare verso Kiev le riserve congelate alla Russia, un tesoro che ammonta a circa 300 miliardi di euro su scala globale. Proprio ieri Volodymyr Zelensky ha chiesto un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina. Lo ha fatto lanciando una piattaforma internazionale di crowdfunding in occasione della conferenza dei donatori tenutasi a Varsavia.

mario draghi ursula von der leyen

 

L'evento ha permesso di raccogliere 6 miliardi di euro (l'Ue ha versato 200 milioni), che si aggiungono ai 12 miliardi già ricevuti dall'inizio del conflitto, tra sostegno finanziario e aiuti militari. "Non vogliamo soltanto ricostruire quello che c'era - ha spiegato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal -, vogliamo costruire un Paese europeo nuovo, verde e moderno. Vogliamo farlo subito per poter entrare nell'Unione europea".

alina kabaeva 2vladimir putin e alina kabaeva 3alina kabaeva 4alina kabaeva vladimir putin e alina kabaevaalina kabaeva 9vladimir putin e alina kabaeva 4alina kabaeva 10alina kabaeva 3alina kabaeva alina kabaeva 3alina kabaeva alina kabaeva vladimir putin

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…