ursula von der leyen giorgia meloni

L’EPOCA DEI FAVORI DA BRUXELLES È FINITA – CON IL NO A URSULA VON DER LEYEN, LA MELONI SI È GIOCATA LA BENEVOLENZA DELLA NUOVA COMMISSIONE UE, NEL MOMENTO PEGGIORE PER L’ITALIA: IL GOVERNO DOVRÀ TROVARE 13 MILIARDI ALL’ANNO PER FAR RIENTRARE IL DEFICIT E RISCHIA DI RIMANERE AL PALO SUL PNRR – NELLE EURO-CANCELLERIE C’È IL SOSPETTO CHE LA DUCETTA SI STIA RICONVERTENDO AL “TRUMPISMO”…

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

giorgia meloni spiega il no di fratelli d italia alla conferma di ursula von der leyen 2

Le prossime tranche del Pnrr, la procedura di rientro dal deficit, il fastidio della struttura europea, la delega al Commissario italiano e il sospetto di “trumpismo”.

Sono questi i problemi con cui Giorgia Meloni dovrà fare i conti in seguito alla scelta di non votare Ursula von der Leyen. Conseguenze che stanno sempre più isolando il nostro Paese. E con il tempo se ne determineranno ancora di più.

 

[…] tutto si sta già modificando. Molto rapidamente. E in un modo che certo non favorisce ora e non agevolerà nel prossimo futuro gli interessi nazionali del nostro Paese. L’aspetto meno immediato ma dagli effetti forse peggiori si concentra sul fattore che si potrebbe denominare “trumpismo”.

 

raffaele fitto giorgia meloni

La scelta di schierarsi contro von der Leyen mettendosi al fianco di Le Pen, Orbán e Salvini viene letto come il tentativo di creare un nuovo fronte “trumpiano”. Quasi tutte le Cancellerie […] ritengono che a Roma sia in corso una rapida ricollocazione con una conversione amichevole nei confronti di ”The Donald”.

 

[…]  Una situazione che comporta un rischio corposo per l’Italia: emarginazione in politica estera. Il “gruppo di comando” dell’Ue si preparerà da novembre in poi – se davvero il Tycoon americano sarà eletto – a fronteggiare una probabile politica non amichevole della Casa Bianca e l’Italia sarà sospinta nell’angolo in cui si trovano l’Ungheria, la Repubblica Ceca o il Rassemblement National di Le Pen.

 

MELONI TRUMP

Il secondo aspetto, invece più prossimo, è il Pnrr. Il governo Meloni ha beneficiato di alcune indulgenze nelle tranche ottenute fino ad ora. Soprattutto grazie al via libera ottenuto “alleggerendo” gli impegni in questa prima parte di attuazione e “appesantendoli” nella parte finale fino al 2026.

 

Una opzione che avrà anche una ripercussione sulla formazione del debito pubblico: una parte rilevante dei “loans” (i prestiti) è stata spostata sugli ultimi anni del Piano e quindi il debito è destinato a crescere. La Commissione, allora, non avrà un atteggiamento punitivo ma imparziale. E quindi con meno accondiscendenza. E già solo questo sarà un bel problema per il governo.

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

 

Che, se perdesse anche solo una tranche di finanziamenti, sarebbe costretto a rivedere molte delle stime su deficit e debito e anche a fronteggiare la probabile reazione dei mercati. Non a caso Palazzo Chigi sta valutando la candidatura di Raffaele Fitto in qualità di Commissario come una chance per entrare a Palazzo Berlaymont con uno dei pochi esponenti della destra non disprezzato a Bruxelles, ma non nasconde il dilemma sulla sua sostituzione a Roma.

 

URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ

A questo aspetto è strettamente connesso il programma di rientro dal deficit eccessivo che il governo italiano dovrà presentare il prossimo settembre. Il nuovo patto di Stabilità concede 7 anni per tornare sotto il 3 per cento. Ma questo significa una politica economica di lacrime e sangue con risparmi annuali di almeno 13 miliardi. Pure in questo caso difficilmente la Commissione, nonostante il no di “Giorgia a Ursula”, seguirà una linea dichiaratamente sanzionatoria ma non si muoverà di un centimetro dai parametri. Non farà insomma regali.

raffaele fitto giorgia meloni antonio tajani

E nella situazione italiana vuol dire che le prossime manovre saranno senza margini. Dalle pensioni alle tasse fino agli stipendi. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lo ha capito bene e già nei giorni scorsi ha fatto intendere esplicitamente che una riforma previdenziale nel segno annunciato dalla destra in campagna elettorale è letteralmente impossibile. […]

 

[…] Infine c’è un ultimo aspetto che peserà dopo la decisione di opporsi alla rielezione di von der Leyen: la struttura di Bruxelles. Gli uffici delle istituzioni europee […] non si si sentono rappresentati e garantiti dal gabinetto meloniano. Conseguenza: nessuna ostilità ma nemmeno nessuna cortesia. […]

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ MATTEO SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - SALVINI SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE “MARTIRE DELLA GIUSTIZIA“ SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI E FRUSTRATI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...