CENSURO, DUNQUE STAMPO - SE PENSAVATE DI VIVERE IN UNA SOCIETÀ IN CUI LA LIBERTÀ D’OPINIONE È SACRA, AVETE SBAGLIATO PAESE - LA CENSURA LETTERARIA IN ITALIA NON È MAI SCOMPARSA: DA MALAPARTE A TOAFF, PASSANDO PER PASOLINI, PASTERNÀK, MILENA MILANI, VITTORINI E BUSI - PER RAGIONI POLITICHE O SESSUALI MA OGNI SCUSA È BUONA PER FAR RITIRARE VOLUMI DALLE LIBRERIE...

Massimo Novelli per "la Repubblica"

La prima censura di un libro in Italia risale probabilmente all'anno venticinquesimo dopo la nascita di Gesù Cristo. Tacito lo narra nei suoi Annali, ricordando il "delitto nuovo e inaudito" di cui venne accusato il senatore Cremuzio Cordio, vissuto sotto il principato di Tiberio e autore di opere giudicate troppo nostalgiche dell'epoca repubblicana. Vennero bruciate per ordine del Senato, lui si lasciò morire di fame. L'ultimo caso clamoroso è del 2007, quando lo storico Ariel Toaff, investito da polemiche roventi, è costretto a chiedere alla direzione della casa editrice Il Mulino di ritirare il suo saggio Pasque di sangue. Ebrei d'Europa e omicidi rituali. In questo arco temporale, da Cremuzio Cordio a Toaff, la macchina censoria ha funzionato a lungo a pieno ritmo, passando dall'Index librorum prohibitorum del Concilio di Trento, chiuso soltanto dal Concilio Vaticano II, allo Statuto Albertino, dalla dittatura fascista alla Repubblica democratica. Ma "la storia della censura libraria nell'Italia contemporanea", spiega Roberto Cicala, docente di editoria all'Università Cattolica di Milano, "è quella che era stata meno approfondita. Con il lavoro svolto dagli allievi del master organizzato dal Collegio universitario Santa Caterina, in collaborazione con l'Università di Pavia, si è voluto colmare una lacuna". Ne è nato il volume "Inchiostro proibito.

Libri censurati nell'Italia contemporanea", pubblicato dalle Edizioni Santa Caterina, con una introduzione dello stesso Cicala e saggi di diversi giovani studiosi (verrà presentato a Milano-Novegro, il 28 ottobre, nel corso del Milano Book Fair). Sono raccontate le vicende travagliate di diciassette libri e di altrettanti autori (compresi gli album di Topolino) che, dai primi anni del Novecento ai tempi nostri, sono stati presi di mira dai censori di Stato, subendo revisioni, sequestri, condanne giudiziarie. Un elenco di librorum prohibitorum che comincia con Viva Caporetto! di Curzio Malaparte, prosegue con Il garofano rosso di Elio Vittorini e con La mascherata di Alberto Moravia. Passa per Il dottor Zivago di Boris Pasternàk e per L'amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence. Non risparmia il Tropico del Cancro di Henry Miller e il Pier Paolo Pasolini di Ragazzi di vita, fino a L'Arialda di Giovanni Testori, ad Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli e a Sodomie in corpo 11 di Aldo Busi.

I tagli, le proibizioni, i processi, ebbero cause e motivazioni differenti. Per alcuni dei libri messi all'indice, o perseguitati a vario titolo, scattò la censura politica. Capitò per Malaparte e il suo scritto sulla disfatta di Caporetto, ma pure per il romanzo di Pasternak. Il dottor Zivago uscì nel 1957 nella traduzione italiana, e in prima edizione mondiale, grazie a Giangiacomo Feltrinelli, che, come ricorda Cicala, vinse "la pressioni internazionali del regime comunista sovietico". Anche Vittorini col suo Garofano rosso, uscito a puntate sulla rivista Solaria, fu condannato per ragioni politiche. Il vero motivo sarebbe però da rintracciarsi nella "licenziosità", come quando lo scrittore siciliano descrive i giochi erotici con ragazze che "hanno le poppe mature, madre di Dio!». Per altri si trattò di offesa al pudore: da Mafarka il futurista di Filippo Tommaso Marinetti a Lawrence, a Pasolini, a Testori, a Henry Miller. E continuando con La ragazza di nome Giulio di Milena Milani, con Tondelli, con Busi e con il Porci con le ali di Marco Lombardo Radice e di Lidia Ravera, dove uno dei brani incriminati verte su una "scopata tragica". Per le Esperienze pastorali di don Lorenzo Milani, per Falce e carrello di Bernardo Caprotti e per le Pasque di sangue di Toaff, giudici e avvocati hanno frapposto "ostacoli sociali, religiosi o economici".

Si salvò Topolino: con il plauso dei Mondadori, le autorità fasciste ne permisero la pubblicazione fino al 1942, per avere "un elemento artistico tale" da non essere un tipico esempio "dell'americanismo". Oggi la censura sembra avere cambiato volto. È il mercato, conclude Cicala, che "surclassa la stessa autorità giudiziaria attraverso la ricerca dei numeri e del commercio più che dei valori, la quantità sulla qualità".

aldo busiPASOLINI elio vittoriniLORENZO RIVA E MILENA MILANI - Copyright PizziFILIPPO TOMMASO MARINETTI

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…