CARTONI RI-ANIMATI - DISNEY HA CAPITO COME FARE AFFARI: PRENDE I SUOI GRANDI CLASSICI E LI TRASFORMA IN BLOCKBUSTER ZEPPI DI EFFETTI SPECIALI - DOPO IL SUCCESSO DI “CENERENTOLA”, IN ARRIVO ALTRI REMAKE
cenerentola film di kenneth branagh
Vittorio Sabadin per “la Stampa”
Walt Disney, il colosso dell’intrattenimento, ha deciso una strategia per il futuro che si può riassumere in quattro parole: andare solo sul sicuro. Gli incassi dell’ultimo film, il remake di Cenerentola diretto da Kenneth Branagh, hanno spazzato via gli ultimi dubbi. In quatto settimane il film ha già totalizzato 400 milioni di dollari, e probabilmente sarà battuto il record di Alice nel paese delle Meraviglie di Tim Burton, che incassò nel 2010 più di un miliardo.
cenerentola film di kenneth branagh
In ogni caso la strada è quella: prendere i vecchi classici dei cartoni animati e trasformarli in film di «live action», con registi collaudati e almeno un attore molto famoso.
L’anno scorso, dalla Bella addormentata del 1959 è stato tratto Maleficent con Angelina Jolie, che ha incassato 758 milioni di dollari e ne è costato 180.
cenerentola film di kenneth branagh
Cenerentola sta superando le aspettative e dallo sterminato catalogo di cartoni della Disney stanno per uscire altri remake con attori veri: si lavora alla Bella e la Bestia, con Emma Watson nei panni della principessa Belle e a Dumbo (uscito nel 1941 come cartone animato) per il quale è stato ingaggiato di nuovo Tim Burton.
Arriveranno presto il Libro della giungla,Winnie the Pooh, un seguito di Alice diretto da James Bobin e basato su Attraverso lo specchio, il secondo libro di Lewis Carroll, e un remake di Mulan, uscito nel 1998 come cartone animato. È in programma anche un Pinocchio, che non potrà evitare di sembrare un figlio degenere dell’intramontabile cartone del 1940.
La strategia di puntare sul sicuro ha caratterizzato tutte le ultime scelte della Disney, compresa quella di acquisire da Gorge Lucas la collaudata saga di Guerre Stellari. Rifare i propri cartoni animati offre molte garanzie: le fiabe non hanno copyright né diritti da pagare, hanno attraversato decine di generazioni con identico successo, superano le diversità culturali e piacciono allo stesso modo dall’Australia all’America, dalla Cina all’Europa. I budget sono scesi sensibilmente, passando dai 200 milioni di dollari dell’Alice di Tim Burton ai 180 diMaleficent e ai 95 di Cenerentola. E poi l’importante è continuare a guadagnare dopo l’uscita del film.
Nel 2014, Disney ha registrato 7,5 miliardi di profitti, ma di questi solo 1,5 miliardi sono arrivati dai biglietti dei cinema. La fetta più grande viene dal merchandising e dai parchi a tema, e bisogna dunque che i film si possano trasformare in merchandising e parchi a tema, così come i vecchi cartoni animati si trasformavano in spettacoli sul ghiaccio e musical a Broadway.
Non tutti, tra gli spettatori, sono d’accordo. Il Guardian di Londra ha fatto un elenco dei cartoni animati di Disney che bisognerebbe proteggere dai remake, dichiarandoli magari patrimonio dell’umanità. Al primo posto c’è ovviamente Bambi, la cui madre nessuno vorrebbe vedere sanguinante, uccisa da un cacciatore vero. Ma se è caduto nella rete persino Pinocchio, è difficile che Bambi si salvi. Da fabbrica dei sogni, la Disney è diventata fabbrica del profitto, e il profitto non può mai permettersi di cedere ai sentimentalismi.