CHI S’INCARTA E SI PORTA VIA “IL FOGLIO”? - PAOLO BERLUSCONI E VERDINI MOLLERANNO LE LORO QUOTE, E TRA GLI INTERESSATI CI SONO I FRATELLI TOTI, COSTRUTTORI ROMANI CHE SALTANO DA VELTRONI A STORACE, DAL “CORRIERE” A “L’UNITÀ”
Andrea Montanari per “Milano Finanza”
cena di finanziamento del pd a roma claudio toti
Il ricambio azionario ai piani alti de Il Foglio si sta per concretizzare. Dopo l'uscita di scena del direttore-fondatore Giuliano Ferrara (che ha ceduto lo scettro al delfino Claudio Cerasa) i soci della testata politica stanno cercando capitali per definire il progetto di restyling complessivo che punterà soprattutto sul business digitale. E, secondo quanto appreso da fonti finanziarie da MF-Milano Finanza, Paolo Berlusconi, primo azionista con il 48,3%, fratello dell'ex premier Silvio e azionista de Il Giornale, l'esponente di Forza Italia, Denis Verdini (21,42%), e lo stesso Ferrara (14,28%) avrebbero allacciato rapporti con i fratelli Claudio e Pierluigi Toti.
I costruttori romani già in passato avevano investito nel settore editoriale, arrivando a essere soci de l'Unità e ad avere in portafoglio oltre il 5% di Rcs Mediagroup (quest'ultimo è alla 15esima seduta consecutiva di rialzo), che significa Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. A vendere sarebbe lo stesso Paolo Berlusconi, ma non è escluso che pure Verdini decida di fare un passo indietro. In questo caso, però, oltre ai Toti andrebbero trovati altri partner. Anche se l'obiettivo degli imprenditori della Capitale - Claudio è anche proprietario della squadra di basket che milita in serie A - è quello di gestire direttamente Il Foglio.
I contatti tra le parti sono stati presi da pochi giorni e non è detto che si concluda positivamente. Così come non si può escludere che i soci venditori cerchino altri compratori. Ma al momento il nome dei Toti è l'unico finora certo. Il loro ritorno sulla scena editoriale potrebbe essere legato anche al fatto che da tempo i costruttori hanno avviato e definito un processo di riorganizzazione e ristrutturazione della capogruppo Silvano Toti attraverso la cessione di asset e proprietà immobiliari.
CLAUDIO CERASA E GIULIANO FERRARA
La casa editrice del quotidiano fondato da Ferrara e ora diretto da Cerasa, invece, necessita nuovi capitali dopo che il 2014 è stato archiviato con un fatturato in aumento da 4,05 a 5,3 milioni, contributi di Stato compresi, ma con un margine operativo lordo in calo da 370 mila a 206 mila euro. Il giornale vende solo 10 mila copie tra l'edizione cartacea e quella digitale.
SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI
Il piano di rilancio prevede la trasformazione della testata in una piattaforma tramite la quale sarà possibile seguire l'evoluzione del quotidiano in tempo reale, acquistabile online. Per accelerare su questo progetto verrà dimezzato il prezzo di vendita dell'abbonamento web da 200 a 100 euro l'anno.