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KNOX & SEX – AMANDA, ANCHE NEL LIBRO, SA COME METTERE IN PIAZZA IL SUO POTENZIALE EROTICO

Nino Materi per "il Giornale"

E alla fine vuoi vedere che do¬vremo pure risarcire Amanda Xnox per le molestie «psicoses¬suali» subite quand'era in carce¬re a Perugia? Ormai nella brutta storia dell'omicidio della pove¬ra Meredith Kercher, ci siamo abituati a tutto.

Ma ci vuole dav¬vero sto¬maco per rassegnarsi al¬l'idea che la ragazzotta di Seatt¬le ora debba pure guadagnare milioni di dollari con un libro¬verità («verità» si fa per dire) che rovista nella spazzatura del giallo di Perugia. Un destino let¬terario che accomuna Amanda all'altro personaggio-chiave sulla scena del delitto: quel Raf¬faele Sollecito autore di un altro libro-verità («verità» si fa sempre per dire).

Il memoriale di So¬llecito si intitola Honor Bound: my journey to hell and back with Amanda Knox (Patto d'onore: i miei giorni all'inferno e ritorno con Amanda Knox), mentre il «best seller» di Amanda si chia¬ma Waiting to be Heard (In atte¬sa di essere ascoltata). Pagine in cui Amanda- tra l'altro - cer¬ca di accreditarsi come una cre¬atura ingenua e pudica, addirittura «molestata» dai discorsi a sfondo sessuale di un presunto agente di custodia sporcaccio¬ne.

Scrive Amanda, o chi per lei: «Il secondino mi chiedeva con chi avevo fatto sesso, voleva sa¬pere quanti ragazzi avevo e se volevo andare a letto con lui». Il periodo è quello riferito a quan¬do la studentessa americana si trovava nel carcere di Perugia a seguito della condanna di pri¬mo grado per il delitto dell' «ami¬ca» Meredith. Poi, in appello, la Knox (e Sollecito) vennero as¬solti e ora la Cassazione ha di¬sposto per entrambi un nuovo processo.

Nel frattempo Aman¬da se n'è tornata a Seattle (da do¬ve ovviamente non tornerà mai in Italia) e si gode i proventi del¬la sua nuova carriera di scrittri¬ce nonché di ospite della tv del dolore dove, tra una lacrima e l'altra, racconta come sia stata perseguitata nel nostro Paese. E più lei piange, più l'audience va alle stelle e più il conto in ban¬ca di Amanda si ingrossa. Altro che pagare il suo debito con la giustizia italiana...

Nelle 400 pagine pubblicate da Harper Collins, casa editrice di New York che si è aggiudicata l'esclusiva delle memorie di Amanda dopo aver sborsato cir¬ca tre milioni di dollari, i detta¬gli pruriginosi non mancano. Perfetta la location: le celle del¬la prigione di Capanne. Qui Amanda racconta di «continue richieste di una detenuta per ini¬ziare con lei una relazione le¬sbo».

In altre pagine ricorda di come «le venne riferito di esse¬re sieropositiva poco dopo il suo arrivo in carcere». Poi le ri¬velazioni- choc su una guardia penitenziaria, ora in pensione. La Knox lo accusa di «non aver fatto altro che parlare di sesso con lei a partire dal giorno dopo il suo arresto».

In un messaggio a un'amica, la ragazza di Seattle racconta che l'uomo in divisa la accompagnava a ogni visita me¬dica, due volte al giorno, e di se¬ra la chiamava al terzo piano della prigione in una sala vuota per chiacchierare. «Era fissato con il sesso, con chi l'avevo fat¬to, come mi piaceva farlo, se avessi voluto farlo con lui», scri¬ve nel libro. «Ero così sorpresa e scandalizzata dalle sue provo¬cazioni che qualche volta mi chiedevo se non stessi capendo male quello che mi stava dicen¬do. Quando mi accorgevo che voleva parlare di sesso provavo a cambiare argomento».

Il poliziotto ha fatto causa alla ragazza per diffamazione dopo che Amanda ha detto di essere stata molestata durante gli in¬terrogatori. Intervistato da Bob Graham, giornalista inglese molto vicino alla famiglia Knox, la guardia ha ammesso di aver parlato di sesso con Amanda pur sostenendo che sia stata lei a introdurre l'argomento: «Le ho parlato molto ma solo per calmarla. Le ho chiesto quanti fidanzati avesse avuto, ma era sempre lei a iniziare a parlare di sesso». Chi vuole continuare a rovi¬stare nella spazzatura, compri pure il libro.

 

 

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