giampiero mughini e dago

LA VERSIONE DI MUGHINI - CARO DAGO, NON SARÒ A ROMA PER FESTEGGIARE I TUOI 70 ANNI O PER SALUTARE CARLO VANZINA, SUPREMO ARTIGIANO DEL LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO, TRATTATO CON SPREZZO DAGLI IMBECILLI COL NASINO ALL'INSÙ. E A PROPOSITO DI IMBECILLI, MICA MALE QUELLI CON LA T-SHIRT ROSSA... - DOMANI SALGO SU UN AEREO IN DIREZIONE DI ISRAELE, PER CERCARE DI CAPIRE DISPERATAMENTE CHE COS'È L'ESSERE EBREO

 

 

 

Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia

 

michela e giampiero mughini

Caro Dago, mi spiace non essere a casa tua domani sera. A scandire i tuoi compiuti 70 anni. Un tempo che è divenuto il migliore della tua vita, così come per me lo furono i cinquant’anni. Lo sono divenuti per te perché fin dall’avvio del tuo destino intellettuale, e ostinatamente decennio dopo decennio, hai accumulato una tale libertà intellettuale, una tale indipendenza di giudizio, una tale anti-ipocrisia, una tale velocità nello scorrere dall’alto al basso della comunicazione intellettuale, da non temere confronti di sorta.

 

E difatti, lo ha già scritto Paolo Isotta, il tuo demoniaco sito è divenuto un tempio della libertà e dell’imprevedibilità. Quanti di noi lo frequentano, nel tuo sito suonano la loro propria canzone senza impacci e veti di sorta. Ti ripeto, mi spiace non esserci. E a non dire che casa tua è l’unico luogo al mondo dove accetto di convivere con più di 5-6 persone, che per me è il summum della socialità.

I BROS CARLO E ENRICO VANZINA

 

Non sarò alla tua festa e non sarò al funerale di Carlo Vanzina, e anche in quel caso avrei fatto un’eccezione alla mia regola di non andare ai funerali degli amici: lo faccio un po’ per viltà e un po’ per discrezione. Anche nei confronti di Carlo/Enrico è stata consumata un’ingiustizia radicale.

 

Supremi artigiani del linguaggio cinematografico, sono stati trattati con sprezzo dagli imbecilli che tengono in nasino all’insù. E a proposito di imbecilli, mica male quelli che indossano un t-shirt rossa a dimostrazione di quanto sia loro inviso Matteo Salvini, uno che io non voterò mai neppure se mi aspettassero duemila elezioni politiche.

 

Veramente notevole il rango dei firmatari del grottesco appello su Rolling Stone. Qualche cantante, qualche show-girl, tutti dei pensatori imperdibili, tutti degli intellettuali dallo spessore grosso così.

 

ROLLING STONE - IL MANIFESTO CONTRO SALVINI

Ovvero, firme vacue, e a parte i tanti che non avevano firmato affatto e che erano stati depositati lì a far numero. Dago, l’hai vista oggi sul “Corriere della Sera”, la maestosa intervista al nostro amico Mario Bellini? Te lo immagini un genio come Mario che appone la sua firma a un appello stile quello di cui sto dicendo?

 

mario bellini

Domani mattina salgo su un aereo in direzione di Israele. Un viaggio che avrei dovuto fare già parecchi anni fa, un viaggio in cui cercherò disperatamente di capire che cos’è l’essere ebreo. Se innanzitutto lo sono loro o se siamo noi a guardarli in quanto “ebrei”.

 

Per me che non distinguo e non separo niente dal niente, e a parte la distinzione fondamentale tra le persone intelligenti e i cretini, è difficilissimo afferrare “l’identità” ebraica. Eppure contro questa identità nei secoli e nei millenni sono stati compiuti dei massacri, a decine o centinaia di migliaia alla volta. Non solo Adolf Hitler, tutt’altro. Ho passato questi ultimi giorni a leggere fatti e date e numero di vittime. E con tutto ciò Israele è l’ottavo Paese al mondo in fatto di laicità. Interessante, no?

robert faurisson

 

In valigia, porterò un solo libro. Uscito in Francia qualche settimana fa. Il libro che Valérie Igounet, una bravissima storica francese, ha dedicato alla figura centrale del “negazionismo” intellettuale, il professor Robert Faurisson. Uno di cui credo di aver letto quasi tutti i suoi libri, spasmodici nell’andare contro Israele e la sua gente.

A presto rivederti, Dago.

 

GIAMPIERO MUGHINI

 

 

 

 

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