1. FORSE OBAMA LA NOTIZIA LA SAPEVA DA TEMPO, MAGARI PRIMA DOVEVA PORTARE A CASA IL PROLUNGAMENTO DI 6 MESI DELLA MISSIONE ITALIANA IN AFGHANISTAN. DOPODICHE’ SI E’ DEGNATO DI INFORMARE IL NOSTRO PREMIER CHE AVEVA AMMAZZATO UN ITALIANO PER ERRORE 2. IN OGNI CASO LE IPOTESI SUL VIAGGIO DI RENZI A WASHINGTON SONO DUE, E AMBEDUE TREMENDE: “O RENZI HA SAPUTO E HA DECISO DI TACERE PER NON GUASTARE LA FESTA; O È STATO TRATTATO PEGGIO DI UNA MARIONETTA, D’UN FANTOCCINO IRRILEVANTE” (“IL GIORNALE”)
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Dunque ci dobbiamo bere anche questa. Ci dobbiamo bere che Giovanni Lo Porto e Warren Weinstein sono stati ammazzati da un drone americano a metà gennaio in Pakistan e che Obama l’ha saputo solo mercoledì, quando i servizi Usa hanno avuto la certezza della disgrazia. Sarà, ma i servizi italiani dicono che nei mesi scorsi erano stati vicini alla liberazione di Lo Porto e che poi era piombato il silenzio. Forse qualche scenario se lo erano fatto. Non solo, ma è facile che siano stati coinvolti dai colleghi americani nelle indagini per accertare la morte dei due ostaggi.
Forse Obama la notizia la sapeva da tempo e l’ha gestita un po’, come accade con le notizie scomode. E magari la scorsa settimana, visto che ha avuto Renzi ospite alla Casa Bianca, gli ha anche sussurrato qualcosa. Oppure dobbiamo pensare che il presidente americano abbia prima portato a casa il prolungamento di 6 mesi della missione italiana in Afghanistan e poi si sia degnato di informare il nostro premier che aveva ammazzato un italiano per errore? In ogni caso per Renzi una figura tremenda.
2. DANNI COLLATERALI, MA CON L’AMICO BARACK VA TUTTO BENE
Il grave errore degli americani tiene banco su tutti i giornali. Ma in molti casi la principale preoccupazione sembra essere quella di avallare le versioni ufficiali e di far capire che con l’alleato Usa è tutto ok. Invece non è così, come scrive il Giornale in prima pagina: “Obama e (forse) Renzi hanno nascosto un morto italiano. Tre mesi fa ucciso per errore in un raid Usa. Ma ce lo dicono solo ora”. E dentro, in un pezzo di Roberto Scafuri, si fa notare che le ipotesi sul viaggio di Renzi a Washington sono due: “O Renzi ha saputo e ha deciso di tacere per non guastare la festa; o è stato trattato peggio di una marionetta, d’un fantoccino irrilevante” (p. 3).
Sul Corriere possiamo leggere un edificante colonnino chigiano: “Il premier: ‘Informati ufficialmente ieri. I nostri servizi lavorano insieme” (p. 3). Siamo tutti sollevati a sapere che i servizi lavorano insieme. Poi, a pagina 5, il capolavoro di giornata: “Quel dossier libico sul tavolo dei leader. Barack-Matteo, l’intesa resta forte”.
Repubblica invece è costretta ad aprire, per cortesia istituzionale, con la lunga intervista alla Mummia sicula sul 25 Aprile (Mattarella: ‘Vi racconto il mio Venticinque aprile, non abbassiamo la guardia, così si riafferma la democrazia”), prima di arrivare alla notizia del giorno. Sul punto chiave, pezzo di semplice cronaca: “Renzi informato mercoledì, è polemica. Le opposizioni insorgono contro il premier. Forza Italia e grillini: ‘Perché non ha detto nulla?’. Boldrini: ‘Preoccupante non aver saputo prima’. Oggi Gentiloni riferisce in Parlamento” (p. 6).
Sulla Stampa c’è un retroscena sui nostri servizi segreti: “La frustrazione degli 007. ‘Eravamo vicini a liberarlo’. In un video della primavera del 2014 il disperato appello: aiutatemi, sto male” (p. 3). Il Messaggero titola a tutta pagina: “Nessun giallo, le procedure sono queste’. Renzi: non c’è stato ritardo, prima avvertita la famiglia. Ci sono voluti mesi per essere certi che fosse Lo Porto. ‘Io l’ho saputo ieri’” (p. 5).
3. E I MIGRANTI RESTANO UN PROBLEMA ITALIANO
Poche soddisfazioni dallo strombazzatissimo Consiglio europeo sull’immigrazione. Il Fatto riassume bene: “Renzi strappa qualche soldo ma l’Europa lo lascia solo. Nessun impegno dall’Ue su accoglienza e intervento” (p. 4). Impietoso il Giornale: “La Ue molla ancora i profughi all’Italia. Bruxelles ci dà la mancetta: triplicati i fondi a Triton. Ma nemmeno stavolta sfiderà i trafficanti di uomini” (p. 5). Idem su Libero: “La Ue affonda il barchino di Renzi. Con i profughi dobbiamo arrangiarci” (p. 1).
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Repubblica ammette: “L’Ue muove un passo ma sull’accoglienza l’Italia è ancora sola. Dal Consiglio un segnale di risposta collettiva. Tempi lunghi per l’ok agli interventi militari” (p. 10)
Il Corriere fa il pompiere: “Renzi vede in positivo: ‘Passo gigantesco’. Il premier: ‘La redistribuzione dei profughi? Non si può imporla d’imperio’. Lunedì vertice con Ban Ki-moon” (p. 9). Mentre Fiorenza Sarzanini dà voce al nervosismo del ministero degli Interni: “Un team dall’estero per il foto segnalamento. I timori del Viminale: ‘Siamo commissariati’. Tutti i nodi irrisolti. I posti da trovare, l’ipotesi di usare i capannoni” (p. 9).
Tutto bene dalla lettura della Stampa: “La soddisfazione di Renzi. ‘L’Europa ha una strategia”. Sì: fottersene il più possibile (p. 7)
4. TRAGEDIA GRECA
ateniesi pro governo contro austerita non siamo colonia di merkel
Ancora giornate interlocutorie sul fronte greco. Corriere: “Tsipras a Merkel: vogliamo l’intesa. Atene: riforme in cambio di 7,2miliardi. La cancelliera: fare di tutto contro il default. Ma per Varoufakis l’ipotesi dell’addio all’euro non è un bluff. I dubbi di Katainen. Berlino: bisogna rendere le economie efficienti con le riforme, rispettando le regole di bilancio” (p. 13).
5. FA SOSTA LA SUPPOSTA?
Pare che arrivino buone notizie dal fronte del lavoro. Repubblica: “Boom dei nuovi contratti. 92 mila in più a marzo, quelli stabili saliti del 49%. I dati del ministero del Lavoro nel primo mese di entrata in vigore della riforma. Il presidente Mattarella: ‘Sono confortanti anche se vanno presi con cautela” (p. 16).
ateniesi pro governo contro austerita
Pare che il merito, più che del Jobs Act, sia degli sgravi fiscali, almeno secondo quanto dicono gli industriali. La Stampa invece è sicura: “Effetto Jobs Act, a marzo i contratti sono 92mila in più” (p. 10).
Sul fronte fiscale, come al solito brutte notizie: “Aliquote, in arrivo stangata da 400 euro. Lo studio Uil: così Regioni e Comuni si rivarranno in media sui contribuenti dei tagli alla spesa previsti dal Def” (Giornale, p. 9).
maria rosaria rossi e la testa di verdini
6. ULTIME DA FARSA ITALIA
La Stampa oggi rovina la colazione al Banana: “Verdini pronto a lasciare FI per il partito della Nazione. Il passaggio al gruppo misto potrebbe avvenire dopo le Regionali. L’ex braccio destro di Berlusconi sempre più attratto dal renzismo” (p. 13).
Intanto si fa sentire anche la Berluschina: “Renzi avvelena la politica’, l’ira di Marina Berlusconi spiazza i moderati di Arcore. La presidente Fininvest sfida la linea di Confalonieri e Gianni Letta. L’ex Cavaliere torna tra i leader del Ppe: Strasburgo mi ridarà l’innocenza” (Repubblica, p. 19).
Sul Corriere, “Il leader vuole un ciclone, le liste un test per ripartire. Rossi sonda i nuovi nomi. Al lavoro per FI anche Tajani e Fiori. Ncd con Toti in Liguria. Forza Italia punta su giovani, società civile e donne. Tra i nomi la giornalista Ilaria Cavo” (p. 17).
7. INCHIESTE ALLA WOODCOCK
IL PM JOHN HENRY WOODCOCK FUORI DALLA SEDE MILANESE DELLA LEGA NORD
Libero va a vedere come vanno le cose in Procura a Napoli. E pare che non tutto fili liscio. “Scarcerato l’ex sindaco di Ischia. E l’inchiesta di Woodcock vacilla. Ferrandino ai domiciliari. Ma c’è grande confusione su competenza territoriale e persino sui reati ipotizzati. Tanto che si rischia di favorire chi ne ha commessi” (p. 13).
8. EDITORIA IN AGONIA
Ieri assemblea della Rcs. Il Giornale racconta: “Rcs ripensa alla cura dimagrante. Il gruppo valuterà nuovi tagli sui costi. Solo una settimana per trovare il nuovo direttore del Corriere, Verdelli parte in pole. Ai fondi due posti nel board, uno a Cairo. I paletti della redazione” (p. 19).
9. TI FACCIO UN GOOGLE COSÌ
Il Corriere svela in anticipo le mosse del Fisco italiano contro i giganti dell’economia digitale: “Google e Facebook, una tassa del 25%. Il governo pensa a una ritenuta alla fonte sui pagamenti alle multinazionali con base all’estero. Pronta un’imposta sulle organizzazioni stabili ‘virtuali’. Le nuove norme nella delega fiscale” (p. 43).