RITANNA ARMENI INTONA IL DE PROFUNDIS PER LA SINISTRA: "SI È LIQUEFATTA. IL PD, IMPEGNATO SOLO A GUARDARSI L'OMBELICO, SI È SCONTRATO CON LA RABBIA DELLA GENTE CHE NON GLI HA PIÙ CREDUTO. NON STUPISCE IL SUCCESSO DI LEGA E M5S. SALVINI NON MI PIACE MA MINNITI…" - "BASTEREBBE CHE UN SOLO CASO WEINSTEIN ESPLODESSE IN RAI, PER FAR EMERGERE, NE SONO CERTA, DECINE DI ALTRI CASI"
Antonello Piroso per la Verità
Giornalista e conduttrice televisiva, partner di Giuliano Ferrara a Otto e mezzo su La7, già portavoce di Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione comunista, Ritanna Armeni è anche scrittrice. Ha debuttato con saggi sul mondo del lavoro e sulla realtà dell' universo femminile, da lei ben conosciuta anche perché è stata firma del mensile Noi donne (in seguito del Manifesto e dell' Unità).
Gli ultimi due suoi libri parlano di passioni: Di questo amore non si deve sapere, sulla relazione, ben occultata dal regime sovietico, tra Inessa Armand, moglie di un ricco industriale russo, e Lenin. E Una donna può tutto, sulle cosiddette «streghe della notte», un reggimento di sole aviatrici che si batterono contro gli aerei del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.
Come ne ha scoperto l' esistenza?
giorgio napolitano mario monti
«Durante un soggiorno in Russia, ho incontrato uno degli ultimi soldati dell' Armata rossa ancora in vita, tra i primi a entrare nel lager di Auschwitz, che a un certo punto ha buttato lì un riferimento a queste "streghe". Ho capito subito che volevo saperne di più. Ho così rintracciato Irina Rakobolskaja, 96 anni, la vice comandante, che mi ha raccontato come l' eroina nazionale Marina Raskova convinse Stalin in persona a costituire un reggimento, il 588°, di sole aviatrici, che portò a termine 23.000 missioni in 1.100 notti di combattimento».
Il libro è uscito in pieno scandalo Harvey Weinstein, e la nascita del movimento #metoo che ha coinvolto donne del cinema e non solo, in America come in Europa. Un caso?
«Assolutamente sì, come è del tutto evidente. Anche se, a voler ben vedere, un filo c' è: la ribellione delle donne al potere dei maschi. Nel caso delle molestie e delle violenze, contro il ricatto sessuale che da sempre gli uomini si sentono in diritto di esercitare. Nel caso delle aviatrici, contro i vertici militari sovietici, in un regime che predicava la parità tra i sessi, ma poi non considerava le donne a fini bellici, se non nel ruolo di infermiere o ausiliarie».
luciana castellina ritanna armeni
In Francia ci sono donne, in testa Catherine Deneuve, che però hanno reagito in modo deciso a un certo qual moralismo della campagna #metoo.
«Le femministe francesi sono eredi dei Lumi e della Rivoluzione, nipoti di Simone De Beauvoir che nel Secondo sesso le ha liberate dal senso di inferiorità nei confronti dei signori uomini. Hanno sostenuto che la campagna americana contro la violenza era puritana. Insomma, hanno spiegato, lo stupro è un crimine, ma tentare di sedurre qualcuno non è un reato, né la galanteria può essere assimilata ad aggressione maschilista.Il messaggio era: smettetela di fare le vittime, siamo donne libere e ci piace la seduzione anche quando è un po' spinta».
Lei con chi sta?
«Io sono sempre per vedere le contraddizioni interne a ciascuna posizione. Quindi, forse non è stata opportuna quella lettera scritta nel momento in cui tante donne molestate, violentate e stuprate si sentivano meno sole, e si sarebbe dovuto manifestare più riguardo per chi di quegli atti è stata vittima. Tuttavia le donne francesi vanno ringraziate perché hanno aperto un altro spazio di dibattito. Anche se una cosa deve essere ben chiara».
Dica.
«Che quando in certi ambienti ho sentito fare le pulci alla pretesa incoerenza di Asia Argento, ho replicato a muso duro: d' accordo, ma non dimentichiamoci che all' inizio di tutto ci sono uomini che si comportano da maiali».
Le critiche erano per quello che veniva ritenuto, in qualche caso, un risveglio tardivo, e non solo suo.
«Perché non si tiene conto di un paio di circostanze: il senso di colpa che attanaglia le donne che subiscono atti contro la loro volontà. Quando venivo palpata, perché è successo anche a me, per esempio in autobus da qualche "mano morta", mi sentivo morire e mi vergognavo perché la cultura del tempo e l' ambiente mi portavano a pensare che in fondo fosse colpa mia. E l' altro dato è che se ti senti sola, isolata, in quello che hai vissuto, trovare il coraggio di denunciarlo pubblicamente non è facile. Sa cosa le dico? Basterebbe che un solo caso esplodesse con la stessa evidenza in Rai, per far emergere, ne sono certa, decine di altri casi».
È battagliera come lo era da portavoce di Bertinotti. Posso chiederle come ha reagito al risultato elettorale del 4 marzo?
«Cinque anni fa, scrissi un articolo per Il Foglio in cui mettevo in guardia sulla possibile frattura definitiva tra le élite culturali e politiche del nostro Paese e il popolo. Che una volta si riconosceva nei partiti e nei sindacati, perché pronti a raccogliere le sue istanze e le sue rivendicazioni, e che dai partiti e dai sindacati era riconosciuto come soggetto con cui si dovevano fare i conti, il famoso confronto con la mitica base.
Poi cosa è successo? Che si è perso di vista quel referente, che è uscito dai radar, perché fin dai tempi dell' Ulivo mondiale (quello che idealmente raccoglieva il centrosinistra internazionale, partendo da Romano Prodi, arrivando a Bill Clinton passando per Tony Blair) la sinistra è apparsa obnubilata dalle ragioni del mercato e della globalizzazione, con i suoi mantra e i suoi diktat in nome dell' austerità e del rigore. Ha così perso la sua spinta propulsiva, per citare Enrico Berlinguer sul fallimento del regime sovietico.
Per ovviare a una crisi che peraltro era endogena, aveva cioè nello stesso sistema capitalistico, basato sulla speculazione finanziaria planetaria, le cause della sua decadenza».
Con quali effetti sulla sinistra in Italia?
«Che si è liquefatta mentre dal 2011 in avanti abbiamo avuto i governi del Presidente (Giorgio Napolitano, ndr), cominciando con quello di Mario Monti che ha portato all' approvazione della legge Fornero. Rispetto alla quale la sinistra spaccava il capello in quattro, mentre i cosiddetti populisti con gli effetti perversi di quella legge ci andavano a nozze, cavalcandoli con messaggi diretti e comprensibili. Così il "popolo" è diventato sempre più rancoroso e "manettaro", mentre le élite sono apparse sempre più chiuse nell' autoreferenzialità. Con il Pd tuttora impegnato solo a contemplare il proprio ombelico e a discutere dei casi propri».
Non vorrei le apparisse una provocazione, ma pure Bertinotti ci ha messo del suo.
«In che senso?».
CINZIA LEONE RITANNA ARMENI IDA DOMINIJANNI
Be', in molti ritengono che i coniugi Bertinotti abbiano manifestato una certo compiacimento per il lato frivolo ed effimero dell' esistenza, tanto da meritarsi il soprannome di Berty-nights (copyright di Dagospia). Le frequentazioni di certi salotti, l' amicizia sbandierata con divi e divette, la sovraesposizione mediatica, quasi a voler dire: «Guardateci, siamo comunisti ma non siamo diversi dagli altri», come a ricercare una legittimazione attraverso l' omologazione alla società dello spettacolo. E non mi dica che questi sono giudizi figli di quel pregiudizio che vorrebbe la sinistra pauperista sempre e comunque, per definizione.
«Sicuramente quella immagine, in parte cucita loro addosso ma a cui loro hanno contribuito, è una delle cose che hanno pesato, ne sono consapevoli anche loro. Soprattutto nel clima che stava maturando nel Paese. Ecco, questo sì mi sento di rimproverarglielo affettuosamente: la mancanza di furbizia, che per un politico è una colpa grave.
Dopo di che, stiamo pur sempre parlando di un leader capace di analisi molto puntuali, di attenzione per le ragioni di ogni interlocutore, di profonda onestà e generosità. Ma quando cambia il paradigma sociale, quando la corrente e lo spirito del tempo ti travolge, non ce n' è per nessuno. Perché tu puoi usare tutti gli argomenti più razionali e logici, ma se il vissuto delle persone va in un' altra direzione, e sei costretto a scontrarti con quella rabbia che fa dire loro: "Me ne fotto di te, non ti credo più", poi non ti devi stupire del successo di Matteo Salvini o del M5s».
Alla fine la sinistra ha smesso di fare la sinistra.
«Già da un po' di anni, purtroppo. Dimenticando il suo essere e il suo dover essere, ossia progressista, in una duplice accezione: andando incontro al futuro con fiducia e speranza, gestendo con sagacia le crisi e i timori che esse portano con sé soprattutto nelle fasce più esposte della cittadinanza, e in seconda battuta facendo progredire le condizioni sociali generali, rendendo la società un luogo più giusto in cui vivere. Poi naturalmente ci possono essere più forme e anime della sinistra, ma la sua missione, il suo comune denominatore non può non essere quello. Anche con riferimento all' immigrazione».
Salvini le fa rimpiangere il piddino Marco Minniti, ex ministro dell' Interno ?
«Salvini non mi piace, e per me ha tutti i torti possibili, a cominciare dal linguaggio, ma non mi si venga a dire che invece era di sinistra tenere i migranti nei campi libici.
Certo, questo consentiva di dire: non facciamo respingimenti. Ma se la contrapposizione a Salvini è Marco Minniti...E poi, vorrei che si uscisse dall' equivoco della sindrome nimby».
Acronimo inglese che sta per not in my back yard, cioè: non nel mio cortile. Come è successo ai residenti di Capalbio: tutti a favore dei migranti, fino a quando non hanno detto loro di prendersene una cinquantina. Sono cominciati i distinguo.
«Introdurrei l' obbligo di istituire centri di accoglienza non nelle periferie, ma nei quartieri alti e nelle zone centrali delle grandi città, per vedere poi come sarebbe declinato il tema dell' accoglienza.
Che è un valore ma che se non si vuole veder trasformato in un disvalore, va governato con equanimità e saggezza».
RITANNA ARMENI FAUSTO BERTINOTTI