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MAI DIRE RAI - IL MASSMEDIOLOGO SILIATO SMONTA LE SUPERCAZZOLE DI ORFEO SUL CONTRATTONE A FAZIO: "NON E' VERO CHE I SUPERCOMPENSI DEI CONDUTTORI SI RIPAGANO CON LA PUBBLICITA'. IL CANONE INCIDE PER METÀ, UN PROGRAMMA È FATTO DI COSTI INDUSTRIALI, FISSI E DI STRUTTURA, IL PRESENTATORE È SOLO UNA PARTE" - ANZALDI: "DIANO TUTTE LE CIFRE, COSI' AIUTANO LA CORTE DEI CONTI..."

 

 

1. NESSUNO SPOT PUÒ RIPAGARE IL COSTO DEL CONDUTTORE

 Francesco Siliato per ‘Il Sole 24 Ore’, ripubblicato da www.primaonline.it

 

fabio fazio mario orfeofabio fazio mario orfeo

Molti conduttori immaginano di valere per quanta pubblicità riesca a raccogliere il programma che conducono. Non è così, non è ignorando i costi industriali,i costi fissi e di struttura che si possa stabilire il valore economico di una trasmissione.

 

Per quanto capace ciascun conduttore è una ciliegina poggiata su una torta composta di abitudini degli spettatori, di progettazioni di palinsesti, di strategie di chi dirige la retee l’azienda, di capacità organizzative e tecniche.

 

I conduttori hanno certo un valore, relativo, non paragonabile a quello della torta su cui stanno sopra. Sono tanti i fattori da considerare in un’impresa televisiva, per esempio, sottrarre, o aggiungere, quanto quel programma realizzerebbe di ascolto e raccolta pubblicitaria con un altro conduttore.

 

fabio faziofabio fazio

Elemento base è il costo di produzione dei contatti. In prima serata Rai Uno ha prodotto 4,8 milioni di spettatori nel minuto medio, la prossima stagione chi dovesse essere protagonista di una prima serata della prima rete andrà confrontato con questo dato. Se, per esempio, Fabio Fazio raggiungesse questi ascolti, sarebbe giustificato un costo orario pari al costo medio della prima serata di Rai Uno.

 

Il rapporto costi benefici prende in considerazione anche altri fattori, come il traino e il target del programma. E’ infatti rilevante anche il rapporto tra costi e ricavi pubblicitari. È possibile che la Rai incassi nel 2018 oltre 10 milioni da spot e affini pianificati nel nuovo programma. Ma questo non significa che il programma si ripaghi con la pubblicità; si sottovaluterebbero i costi e sopravvaluterebbero i ricavi.

 

Sui costi l’errore è non considerare i costi condivisi: impianti, personale amministrativo, valore dei marchi e la ripartizione sui programmi a più alta attrattività commerciale delle perdite generate dagli obblighi di servizio pubblico. Lato ricavi l’errore è più nascosto. Supponiamo che con un nuovo programma la Rai incassi 10 milioni di euro, perché cinque milioni di persone vedranno 432 secondi di pubblicità per ogni ora, raggiungendo il limite di affollamento pubblicitario consentito dalla legge.

 

Limite orario, ma non l’unico, c’è un altro tetto che la Rai, e solo la Rai, ha; un limite settimanale medio di 144 secondi l’ora. Quindi per ogni ora di un programma che trasmettesse 432 secondi di pubblicità occorrerebbe azzerare la pubblicità su altre tre ore.

FABIO FAZIOFABIO FAZIO

 

Chiunque sostenesse che un programma Rai si ripaghi con la pubblicità trascura molte cose. In realtà è assai improbabile che una trasmissione Rai possa ripagarsi con la pubblicità. Oggi pubblicità e canone sono vasi comunicanti; oltre metà del canone ripaga i mancati ricavi pubblicitari dovuti al basso affollamento.

 

C’è infine da chiedersi di quali altri indicatori, oltre quelli economici, debba dotarsi il servizio pubblico. Abbiamo elaborato, per esempio, un Indice di coesione sociale (Ics), ovvero la capacità di un programma di interessare più fasce sociali. Favorire la coesione sociale è uno degli obiettivi indicati nell’articolo 1 della nuova Convenzione, per misurare il raggiungimento di questi obiettivi occorre elaborare indici e metodiche differenti da quelli economici.

 

 

2. RAI: ANZALDI, SU COSTI FAZIO AZIENDA FACCIA TRASPARENZA

 (ANSA) - "E' positivo che la dirigenza Rai abbia iniziato a fare chiarezza sul contratto a Fabio Fazio, diffondendo alcune cifre sulla stampa. Ora, pero', anche per facilitare il lavoro della Corte dei Conti che ha aperto un'indagine su questo, ci sia vera trasparenza. Ad esempio: il ricavo previsto a puntata di 615 mila euro di pubblicita' a che target di ascolti e' legato?

 

ANZALDIANZALDI

Quale share e' previsto che faccia 'Che tempo che fa' su Rai1? E se gli ascolti saranno inferiori, a quanto ammontera' l'eventuale danno per gli inserzionisti, a carico della Rai? Se Fazio fara' meno ascolti di quelli previsti, gli inserzionisti richiederanno una parte dell'investimento indietro: a pagare in quel caso sara' la Rai, e non il conduttore". E' quanto scrive su facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.

 

"Per capire se la previsione di 615 mila euro di incassi pubblicitari a puntata e' fondata - prosegue Anzaldi - e' necessario che la Rai faccia una vera operazione trasparenza. Questi incassi sono netti o lordi? Mi spiego meglio: i contratti pubblicitari prevedono una provvigione del 15% alla Sipra/Rai Pubblicita' e circa il 25% ai centri media. Se dai 615 mila euro vanno scorporate queste cifre, l'incasso quasi si dimezza.

 

Va considerato, inoltre, che Rai Pubblicita' negli ultimi anni ha portato avanti aggressive strategie di sconti, anche con riduzioni fino al 90%: quella previsione di 615 mila euro a puntata che quota di sconto prevede?". "Anche dal lato dei costi - prosegue ancora Anzaldi - quantificati in 450 mila euro a puntata, andrebbero forniti chiarimenti. La cifra indicata, infatti, riguarda le spese vive di produzione, tra cui il compenso corrisposto a Fazio, alla sua costituenda societa' di produzione e il costo per i diritti.

michele anzaldimichele anzaldi

 

Come spiega l'esperto del settore telecomunicazioni Francesco Siliato, sui costi l'errore e' non considerare i costi condivisi: impianti, personale amministrativo, valore dei marchi e la ripartizione sui programmi a piu' alta attrattivita' commerciale delle perdite generate dagli obblighi di servizio pubblico.

 

Se si considera anche questa quota di spese, quanto e' il costo reale della trasmissione di Fazio, gia' oggi quantificata in oltre 70 milioni di euro per i quattro anni di contratto? Peraltro occorre ricordare che canone e pubblicita' sono vasi comunicanti, va considerata l'intera programmazione, il traino, i limiti di affollamento pubblicitario: se Fazio satura l'affollamento massimo previsto, quanto toglie ad altre ore di programmazione?".

 

"E' giusto che venga fatta chiarezza sulle cifre - prosegue Anzaldi - perche' parliamo di soldi dei cittadini che pagano il canone. Resta poco comprensibile perche' Fabio Fazio, un conduttore che dalla terza rete passa alla prima, abbia un tale trattamento di favore da essere il piu' pagato della Rai, con cifre che vengono definite fuori mercato sia dall'amministratore di Mediaset che dal presidente del Gruppo La7.

 

La sua professionalita' non e' in discussione, ma sulla base di quali valutazioni la Rai gli garantisce questo mega compenso, peraltro nel momento in cui si era impegnata a ridurre le prime serate del 30%?".

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