SALA OPERATORIA VISTA MARE - SPOPOLA IN AMERICA IL TURISMO SANITARIO: SPESE MEDICHE TROPPO CARE (LA RIFORMA SANITARIA NON DECOLLA) E LE MULTINAZIONALI SI TRASFERICONO AI CARAIBI - PACCHETTI TUTTO INCLUSO ‘MARE & CHIRURGIA’: OLTRE ALLA VACANZA, ORTOPEDIA, DENTI, MA ANCHE CARDIOCHIRURGIA E TERAPIE ANTICANCRO A PREZZI STRACCIATI (COMPRESO IL GIOCO APERITIVO CON LE RI-ANIMATRICI)…
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"
Macdonald Stubbs, un vecchio pescatore cresciuto tra palme e pesca al blue marlin, non può credere ai suoi occhi: dopo dieci anni di attesa e dolori lancinanti, ha finalmente un ginocchio tutto nuovo. E, per il suo impianto, non ha dovuto muoversi da Turks & Caicos, l'arcipelago sperduto nel Mar Caraibico settentrionale nel quale risiede: ci ha pensato un'équipe di chirurghi arrivata da Chicago che lo ha operato nell'ospedale di Providenciales, ora gestito dalla società canadese InterHealth.
Miracoli del medical tourism, il turismo sanitario: una faccia non nuova della globalizzazione che, però, ora sta diventando una vera industria planetaria man mano che i Paesi emergenti imparano a sfruttare la continua crescita dei costi della sanità negli Stati Uniti e nel resto dell'Occidente, per costruire un nuovo export tecnologico low cost: quello che viene propagandato con lo slogan «Vacanze, Avventura e... Chirurgia». Come nell'arcipelago non lontano dalla Florida che fa concorrenza agli ospedali Usa offrendo, oltre alla vacanza, trattamenti sanitari competitivi gestiti da medici e strutture affidabili.
Con la riforma sanitaria di Barack Obama che non decolla (il presidente ne sta limitando l'impatto per cercare di superare l'ostilità che incontra, mentre i repubblicani promettono di cancellarla se torneranno alla Casa Bianca o comanderanno al Congresso), per molti americani (e per i loro datori di lavoro che pagano le spese mediche dei dipendenti) diventa sempre più conveniente andare all'estero per curarsi. Ortopedia, denti, ma ormai anche cardiochirurgia e terapie anticancro.
Salvo l'altissima chirurgia, tutto si può ormai fare in Paesi, soprattutto asiatici, che offrono, in alcune selezionate strutture sanitarie, standard qualitativi analoghi a quelli degli ospedali Usa, ma a costi infinitamente inferiori. Non sono più casi isolati, scelte incoscienti di gente che rischia un intervento approssimativo o un'infezione post operatoria perché attratta dal miraggio di una vacanza gratis su una spiaggia tropicale prima del ricovero.
Sono ormai una cinquantina - dalla Thailandia a Dubai, da Singapore all'India - i Paesi che hanno deciso di trasformare quello del turismo chirurgico in un nuovo business nazionale. Spuntano addirittura congressi internazionali sul turismo sanitario (il prossimo ad aprile in Costa Rica) e anche alcune delle più prestigiose istituzioni mediche Usa cominciano a guardare a quest'area: la celebre Cleveland Clinic aprirà l'anno prossimo un'unità ad Abu Dhabi.
Si muovono anche Paesi come la Colombia: Bogotà sta diventando una capitale della chirurgia estetica mentre MedellÃn, un tempo nota soprattutto per i «cartelli» della droga, si specializza in bypass. Un'offerta ormai planetaria per orientarsi nella quale la californiana Global Health Voyager ha appena deciso di mettere sul mercato un'apposita applicazione per gli Smartphone.
PAZIENTI AMERICANI CHE VANNO ALL ESTERO PER CURARSI CHIRURGIA PARADISI TROPICALI