VI ASPETTAVATE UN CONCERTONE DEL PRIMO MAGGIO ALL'INSEGNA DELLA "RESISTENZA"? MACCHE': ERA DI UNA NOIA MORTALE - AI TEMPI DI TELE-MELONI, LO SBERLEFFO AL GOVERNO SE NON SI CENSURA, SI AUTO-CENSURA. I VERTICI DELLA RAI, TEMENDO LE INVETTIVE CONTRO IL GOVERNO, HANNO FATTO FIRMARE AGLI ARTISTI UNA MOLE DI CARTE PER FAR LORO ASSUMERE LA RESPONSABILITA' DI OGNI PAROLA - L’UNICO CHE HA TIMIDAMENTE ALZATO IL DITINO CONTRO IL GOVERNO È STATO STEFANO MASSINI, CHE ALLE 22, HA DETTO: "OGNI VOLTA CHE UNO MUORE SUL LAVORO È UNO SFASCIO. E IO SONO ANTISFASCISTA. SI PUO' DIRE?" - VIDEO
poi arriva Stefano Massini e rompe tutto "mi hanno detto che siete 50/60mila...siete esattamente gli Italiani che in 50 anni sono morti sul lavoro...la morte è uno sfascio...io sono un antisfascista...non ho detto antifascista!"#concertone #Massini #primomaggio #CircoMassimo pic.twitter.com/uoQbhtVqQa
— Sirio ? (@siriomerenda) May 1, 2024
Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per www.lastampa.it
STEFANO MASSINI AL CONCERTONE DEL PRIMO MAGGIO
Bisogna arrivare alle dieci e mezza di sera per sentire qualcosa di scorretto nella lunga maratona del concertone del primo maggio. E’ Stefano Massini a pronunciare le parole più scomode e lo fa dopo una premessa necessaria: ha firmato una mole di carte per assumersi la responsabilità di quello che sta per dire.
«Siete in 60mila, esattamente quanto sono gli italiani morti sul lavoro, una media di mille l’anno. Ogni volta che uno muore sul lavoro è una catastrofe, uno sfascio. E io sono contro questo sfascio, sono antisfascista, si può dire antisfascista? C’è una ‘s’, non ho detto antifascista perché oggi se dici antifascista ti identifica la Digos. Allora vorrei dire: identificateli tutti questi 60mila».
Bisogna arrivare alle dieci e mezza di sera per sentir pronunciare queste parole che strappano un boato di applausi da parte del pubblico ed è l’unico tiepido momento di ribellione di questo concertone dell’era Rai ormai completamente ingessata e imbavagliata, in cui si ha paura di tutto e di tutti.
morgan concertone primo maggio
C’era grande timore ai piani alti di viale Mazzini e, come ha ammesso Stefano Massini, ogni artista ha firmato quintali di carte ricche di clausole e condizioni per evitare il ripetersi di incidenti come il caso Fedez del 2021 durante il governo Draghi, con le accuse di censura alla dirigenza Rai. Il risultato è stata una carrellata di canzoni e di proclami.
Non una bandiera né un’accusa di troppo, però un fascio littorio disegnato sulla maglietta di un giovane presente nel pubblico è stato più volte inquadrato dalle telecamere della televisione pubblica. Tutti finiscono per rispettare una linea sottile che si stende tra le parole, un velo che assomiglia pericolosamente a un bavaglio. Non si vede ma delimita il raggio di azione di chi si avventura nei monologhi e di chi accenna appena a qualche frase.
CONCERTONE DEL PRIMO MAGGIO 2024 FERMO PER PIOGGIA
Si inizia verso le quattro di pomeriggio con Maria Antonietta e Colombre che alla fine del loro brano intonano ‘Give peace a chance’ di John Lennon e il concerto sembra quasi assumere un tono militante. Falso allarme. E’ vero, ci sarà poi Leo Gassman avvolto nei colori della pace. […]
Nessuno, però, va oltre la sottile linea e per esempio pronuncia la parola genocidio come era avvenuto a Sanremo provocando imbarazzo e irritazione all’interno della Rai. Alle otto di sera si balla Bella ciao. E Noemi parla della disparità di genere.
Cita cifre, spiega quanto è difficile in Italia conciliare lavoro e maternità e avverte che «guadagnare troppo poco rende le donne vulnerabili» e che «solo con l’autonomia e l’indipendenza economica le donne si possono difendere da soprusi, ricatti e da uomini violenti».
Potrebbe essere il momento giusto per aggiungere che il governo per la prima volta guidato da una donna non ha affatto reso la vita più semplice alle donne o agevolato il loro accesso al mondo del lavoro. Invece silenzio e rispetto della sottile linea che si preferisce non oltrepassare.
STEFANO MASSINI AL CONCERTONE DEL PRIMO MAGGIO
Soltanto Morgan osa pronunciare la parola politici ma lo fa senza alcun affondo, soltanto per ricordare che «gli artisti non sono rispettati dalla politica ma dal popolo sì» e che «ai politici dico che noi italiani siamo gli inventori della musica». […]
meme - giorgia meloni come kim jong un e mara venier meloni viale mazzini raiLA RAI DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA