zelensky trump

LA NUOVA GIRAVOLTA DI TRUMP SULL’UCRAINA: OGGI INCONTRERÀ ZELENSKY A NEW YORK – IL TYCOON, CHE GIUSTO IERI SI È DEFINITO “GRANDE AMICO” DI PUTIN, DOPO MESI DI MESSAGGI OSTILI ALL’EX COMICO, RINCULA (MA SOLO PARZIALMENTE): “QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN UCRAINA È UNA VERGOGNA. TROPPI MORTI E DISTRUZIONE”. E NE APPROFITTA PER PRENDERSELA CON L’UE: “QUELLO CHE MI DISTURBA È CHE L’EUROPA STA CONTRIBUENDO POCHISSIMO. NOI ABBIAMO UN OCEANO CHE CI DIVIDE DALLA RUSSIA…” – LE PRESSIONI DEI REPUBBLICANI E IL RUOLO DI ZELENSKY NEL PRIMO IMPEACHMENT (MAI SUPERATO DA TRUMP)

1. TRUMP INCONTRERÀ ZELENSKY

Estratto da www.adnkronos.com

 

Volodymyr Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca

[…] "Il presidente Zelensky ha chiesto di incontrarmi. Lo vedrò" venerdì 27 settembre "alle 9.45 alla Trump Tower". E' l'annuncio arrivato da Donald Trump. "E' una vergogna quello che sta succedendo in Ucraina - ha detto il tycoon - troppi morti e troppa distruzione.

 

Quello che mi disturba è che l'Europa sta contribuendo pochissimo rispetto a quanto pagano gli Stati Uniti. Noi abbiamo un Oceano che ci divide dalla Russia, l'Europa non lo ha. I Paesi europei dovrebbero iniziare a pagare come noi, io ho già detto questo parlando della Nato: 'Dovete pagare' e hanno pagato", ha detto facendo riferimento all'aumento degli investimenti per la Difesa chiesti da presidente ai membri dell'Alleanza Atlantica.

 

TRUMP ZELENSKy

2. TRUMP, 'LA MIA STRATEGIA PER L'UCRAINA NON È LA RESA'

(ANSA) - "La mia strategia per l'Ucraina non è la resa". Lo ha detto Donald Trump replicando ad un'accusa di Kamala Harris. "Io voglio salvare vite umane", ha aggiunto il tycoon ribadendo che con lui alla Casa Bianca "la guerra non ci sarebbe mai stata".

 

3. TRUMP, 'UN ACCORDO CON L'IRAN? LO FAREI SE FOSSI PRESIDENTE'

(ANSA) - Donald Trump giovedì ha ventilato l'ipotesi di stringere un accordo con l'Iran volto "a porre fine alle ostilità" se sarà eletto presidente il 5 novembre. "Lo farei", ha detto Trump, senza fornire dettagli durante un evento a New York. All'ex presidente i giornalisti hanno anche chiesto come avrebbe impedito una guerra totale tra Israele e Hezbollah: "Bisogna finirla in un modo o nell'altro", ha risposto. "Il mondo non lo accetterà più a un certo punto. Bisogna che tutto questo finisca. L'intera faccenda è inaccettabile. Il 7 ottobre con me non sarebbe mai successo", ha aggiunto il tycoon.

 

ZELENSKY TRUMP

4. TENSIONI E INCOMPRENSIONI COL TYCOON CRITICHE DEI REPUBBLICANI A VOLODYMYR

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

«Biden e Kamala Harris continuano a dare miliardi a un leader che si rifiuta di raggiungere un accordo per l’Ucraina. Ogni volta che viene negli Stati Uniti, Zelensky riparte con 60 miliardi di dollari in tasca: è il più grande venditore del Pianeta». Con queste parole taglienti pronunciate mercoledì in North Carolina, Donald Trump sembrava aver messo una pietra tombale sulla possibilità di un incontro col presidente ucraino, ora in America per l’Assemblea generale Onu.

 

Volodymyr Zelensky e Donald Trump alla Casa Bianca

Invece ha voluto solo spingere alle corde un leader di Kiev sempre più allarmato per quello che potrà accadere se Trump tornerà alla Casa Bianca. Poi lo ha invitato — a sorpresa e in extremis — nella sua residenza newyorchese della Trump Tower dove lo incontrerà stamani.

 

[…] il rapporto fra i due è sempre stato piuttosto turbolento. Fin da quattro anni fa quando Trump, allora presidente, gli chiese, in cambio degli aiuti militari Usa, il «favore» (così lo definì in una telefonata) di annunciare un’inchiesta sul suo avversario alle presidenziali 2020, Joe Biden, in relazione alle attività in Ucraina di suo figlio, Hunter. Zelensky fece promesse generiche ma non accusò mai il candidato democratico e l’episodio, una volta divenuto pubblico, fu centrale nel primo procedimento di impeachment contro il presidente repubblicano.

 

Gelo tra i due anche durante la guerra con Trump che ha continuato a manifestare ammirazione per Putin, pur condannando l’invasione dell’Ucraina. Ma Zelensky, consapevole che dovrò comunque fare i conti con lui se sarà eletto, due mesi fa, dopo la convention repubblicana, chiamò Trump congratulandosi per la sua nomination alla Casa Bianca ed esprimendo sollievo per il fallito attentato di Butler.

 

Donald apprezzò e i due concordarono di continuare la conversazione sul futuro dell’Ucraina in un incontro di persona. Ma i repubblicani si erano infuriati perché Zelensky, intervistato da giornali Usa, non ha potuto non definirsi scettico sulla pretesa di Trump di mettere fine alla guerra in 24 ore («non sa come fare a fermare la guerra anche se dice di saperlo»), né ha potuto evitare di criticare (definendolo «troppo radicale») il suo vice, JD Vance, secondo il quale l’Ucraina, oltre che mutilata della parte ceduta a Mosca, in futuro dovrà funzionare da Paese-cuscinetto, neutrale, tra Russia e blocco della Nato.

 

Poi, ad alimentare la rabbia di Trump (che ha definito l’Ucraina «demolita» e poi «morta» a causa di una guerra che avrebbe potuto evitare cedendo subito alla Russia) ha contribuito la visita di Zelensky in uno stabilimento di Scranton, in Pennsylvania, dove si producono munizioni destinate all’Ucraina.

 

La Pennsylvania è uno Stato in bilico tra la Harris e Trump e col presidente ucraino c’erano il governatore dello Stato e il senatore Casey, entrami democratici. […]

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…