AJA CHE BOTTA! - LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA DÀ RAGIONE ALLA GERMANIA: NON DOVRÀ PAGARE NESSUN RISARCIMENTO PER LE STRAGI NAZISTE IN ITALIA - NEL 2008 UNA STORICA DECISIONE DELLA CASSAZIONE AVEVA RICONOSCIUTO I DIRITTI DELLE VITTIME DEI MILITARI TEDESCHI - LA CORTE DELL’AJA MANDA ANCHE UN MESSAGGIO AL GOVERNO ITALIANO: MAI PIÙ SENTENZE COME QUELLA…

ANSA - La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha accolto il ricorso della Germania contro l'Italia per ottenere il blocco delle indennita' alle vittime dei crimini nazisti. Secondo la sentenza l'Italia ''ha mancato di riconoscere l'immunita' riconosciuta dal diritto internazionale'' a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich.

La lettura della sentenza è durata 80 minuti. La Corte ha accolto tutti i punti di ricorso presentati dalla Germania che accusava l'Italia e il suo sistema giudiziario di "venire meno ai suoi obblighi di rispetto nei confronti dell'immunità di uno stato sovrano come la Germania in virtù del diritto internazionale". La Corte dell'Aja ha poi concordato con la richiesta di Berlino di "ordinare all'Italia di prendere tutte le misure necessarie" affinché le decisioni della giustizia italiana che contravvengono alla sua immunità siano prive d'effetto e che i suoi tribunali non pronunzino più sentenze su simili casi.

Il contenzioso tra Italia e Germania presso la Corte dell'Aja, il più alto organo giudiziario dell'Onu, è cominciato il 23 dicembre del 2008, quando Berlino ha deciso di ricorrere contro la sentenza della Cassazione del 21 ottobre 2008 che ha riconosciuto la Germania responsabile per essere stata la 'mandante' dei militari nazisti che il 29 giugno del 1944 uccisero 203 abitanti di Civitella, Cornia e San Pancrazio (Arezzo), sparando a donne, bambini, uomini e vecchi, compreso il parroco del paese.

La sentenza della Cassazione a suo tempo è stata considerata un 'precedente storico' sancendo per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite nell'ambito di un procedimento penale. Prima di allora c'erano state solo delle sentenze nelle cause civili per risarcimento danni chiesto dai cosiddetti 'schiavi di Hitler'. Nessun altro Paese al mondo aveva mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania in ottemperanza alla clausola dell'immunità giurisdizionale. Il contenzioso tra Roma e Berlino ha portato all'iscrizione di un'ipoteca giudiziaria su Villa Vigoni, centro culturale italo-tedesco in provincia di Como.

 

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