TRA APPALTO E REALTÀ – IL PNRR È FERMO: IN ITALIA METTERE A TERRA I PROGETTI È PRATICAMENTE IMPOSSIBILE! DA AGOSTO 2022 A MARZO 2023 BEN 517 GARE COLLEGATE AI PROGETTI FINANZIATI DAL PIANO EUROPEO SONO ANDATE DESERTE. A QUESTE, SE NE AGGIUNGONO ALTRE 61 CONCLUSE SENZA ESITO PER OFFERTE IRREGOLARI O NON APPROPRIATE: UNA FRAZIONE RISPETTO AL TOTALE, MA QUANTO BASTA PER IMPEDIRE DI METTERE A TERRA ALL'INCIRCA 1,8 MILIARDI...
Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”
Il caro materie prime, ma non solo. Fatto sta che una bella fetta delle gare bandite negli ultimi otto mesi per far marciare i progetti finanziati coi fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza o attraverso il Piano nazionale complementare sono rimaste al palo.
Da agosto 2022 a marzo 2023, stando alle informazioni della Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione, sono state ben 517 le gare andate deserte, a cui si aggiungono poi altre 61 procedure che si sono concluse senza esito in seguito a offerte irregolari, inammissibili, non congrue o non appropriate. Si tratta, è vero, di una frazione rispetto alle oltre 60 mila gare bandite in questo lasso di tempo, quanto basta però per impedire di mettere a terra nei tempi previsti all’incirca 1,8 miliardi di euro di investimenti.
La maggior parte delle gare andate a vuoto, ben 356, riguarda il settore dei lavori, 162 i servizi, 60 riguardano appalti per forniture. Sono soltanto 83 le gare a procedura aperta, dove tutte le imprese sono libere di partecipare e presentare offerte, andate deserte. Per il resto si tratta per lo più di procedure negoziate per affidamenti sotto soglia - ben 223 gare con questa tipologia - seguite da 199 affidamenti diretti, 52 con procedura negoziata senza previa indizione di gara e 21 procedure ristrette che prevedono una selezione qualitativa preliminare degli operatori ammessi all’appalto.
Tra le tante voci spicca una gara di Trenitalia a procedura negoziata, importo base 1.176.550.000 euro relativa alla fornitura di carrozze «Notte» per il servizio Intercity. Sempre nel Gruppo Fs quattro le gare con procedura ristretta indette da Rete ferroviaria italiana (Rfi) andate deserte: la più consistente riguarda i lavori di potenziamento sulla linea Bari-Foggia (69,85 milioni), seguita dall’appalto per la progettazione e i lavori di realizzazione del nuovo apparato centrale computerizzato Milano Certosa (31,75 milioni) e da quello dello scalo di Torino Orbassano (due gare da 39,2 milioni totali). Deserta anche la gara dell’Anas da 29 milioni di euro per realizzare il monitoraggio strutturale di ponti, viadotti e gallerie in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
[...] Ma il record è dell’Istituto autonomo case popolari di Trapani: ben 18 procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando per la riqualificazione di edifici in varie zone della città ed un controvalore complessivo di 16,8 milioni sono andate deserte.
Problemi anche per la ricostruzione all’Aquila dove la stessa sorte è toccata alla procedura negoziata per la ristrutturazione di un edificio dell'ospedale psichiatrico di Collemaggio (importo a base di gara 4.999,617 euro).
Niente da fare nemmeno per le 5 gare da 6 milioni di euro l’una indette dal ministero del Turismo con procedura ristretta per la fornitura di licenze d'uso di un software di traduzione automatica dalla lingua inglese alle lingue cinese, giapponese, araba, hindi e coreana e per servizi professionali di traduttori madrelingua. A Verona il Consorzio bonifica non è riuscito ad assegnare lavori per interventi idraulici per 28 milioni. Non è andata meglio a Open Fiber che non ha trovato una impresa per la posa di una rete in fibra in Emilia Romagna nell’ambito del «Piano Italia a 1 Giga», nonostante anche in questo caso una procedura negoziata per affidamenti sotto soglia (4,93 milioni).
Le ragioni di questa abnorme crescita di gare deserte? L’aumento considerevole dei prezzi (+26%), il rincaro dei costi dell’energia e la riduzione delle materie prime causa Covid (prima) e guerra in Ucraina (dopo), la mancanza di manodopera specializzata e la non convenienza alla partecipazione di gare pubbliche rispetto alla forte domanda di ristrutturazioni del privato.
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