IL FICCANASO - FORZA MICHAELA! LA BIANCOFIORE HA GIA’ RISPOLVERATO FORZA ITALIA - GRILLI BOCCIATO: SCAMBIA IL CONSIGLIO EUROPEO COL CONSIGLIO D’EUROPA - AUTORIMESSA “CHIGI”: IL COMMISSARIO UE AL COMMERCIO KAREL DE GUCHT E LA MOGLIE PARCHEGGIANO L’AUTO E SE NE VANNO IN GIRO A FARE SHOPPING - 10.000 EURO PER PARTECIPARE AL WORKSHOP AMBROSETTI - A VILLA MADAMA I POTENTI ACCOLTI DA UNA FONTANA FALLICA…

Il Ficcanaso per Parioli Pocket

1- MICHAELA LA NOSTALGICA
È certamente una delle più pasionarie fra le deputate berlusconiane, fermamente decisa a rompere con gli ex aennini per tornare al primo, unico, grande amore: Forza Italia. Ma la nostalgia di Michaela Biancofiore per il partito azzurro sta assumendo contorni da melodramma.

La parlamentare bolzanina del Pdl gira da qualche mese per i corridoi della Camera con la spilletta di Forza Italia al bavero dell'inseparabile tailleur, incurante degli sguardi irritati degli ex-An. Non bastasse questo, ha anche rispolverato la vecchia mail dalla quale inonda di comunicati le redazioni di mezza Italia, che termina appunto con "...@forzaitalia.bz.it". Il primo amore non si scorda mai...

2- GRILLI E QUELL'ERRORE DA MATITA ROSSA

La prima cosa che si impara a Bruxelles è che il Consiglio europeo non c'entra un fico secco con il Consiglio d'Europa. Si tratta di due istituzioni differenti: il primo è un consesso che riunisce i 27 capi di Stato e di Governo dell'Ue (solitamente a Bruxelles); il secondo ha sede a Strasburgo ed è un'organizzazione composta da 47 Stati membri - tra cui Russia, Turchia e Armenia - che ha lo scopo di "favorire la creazione di uno spazio democratico e giuridico comune nel Vecchio Continente''.

Nulla a che vedere dunque con i summit dei capi di stato e di governo che si svolgono periodicamente nella capitale belga. Eppure, nell'intervista concessa da Vittorio Grilli al vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini ad agosto, il ministro dell'Economia ha trasformato (non una, ma ben due volte!) il Consiglio europeo in Consiglio d'Europa. Uno strafalcione da "matita rossa" per uno avvezzo alle terminologie comunitarie come è Grilli. E che difficilmente sarà sfuggito al professore di Palazzo Chigi. Sempre che l'errore sia stato suo e non, come parecchi sostengono, dell'intervistatore...

3- PARCHEGGIO CHIGI
Nove agosto scorso. Sono da poco passate le 11 del mattino. Una macchina varca il cancello posteriore del cortile interno di Palazzo Chigi. Dentro la vettura ci sono il commissario Ue al commercio Karel De Gucht e la moglie. Il politico belga ha un appuntamento "privato" con il premier Mario Monti. Ma è in forte anticipo. Decide così di fare quattro passi con la consorte lungo le strade del centro di Roma, deserto per il gran caldo, ma pieno di vetrine da sbirciare. E così la coppia molla la berlina nel cortile ed esce a piedi. Non male come parcheggio.

4- CERNOBBIO, MA QUANTO MI COSTI?
Diecimila euro a testa. Tanto dovete spendere se volete partecipare al prestigioso workshop Ambrosetti che ogni anno, sulle sponde del lago di Como, riunisce il gotha dell'imprenditoria e della finanza italiana. La ‘fee' è imposta a chiunque non sia relatore e viene maggiorata di 1.500 euro per ogni collaboratore che accompagna il manager o l'imprenditore di turno. Gli unici esenti, ad eccezione dei pochi e selezionatissimi ospiti, sono come al solito politici e giornalisti. I vantaggi delle caste vigono anche a Villa D'Este.

5- MONTI CITA JFK PER I TELESPETTATORI DI TELENORBA
"Con le parti sociali cerchiamo un dialogo in cui ciascuno non chieda cosa lo Stato può fare per lui, ma anche cosa lui stesso può fare per lo Stato". Difficile pensare che Mario Monti non sapesse di riprendere una delle frasi più celebri di John Fitzgerald Kennedy, pronunciata il giorno del suo insediamento nel lontano 1961. Più difficile capire perché abbia deciso di farlo in un'intervista a TeleNorba.

6- LA FONTANA FALLICA CHE ACCOGLIE I LEADER
Ci sono passati accanto capi di Stato e di Governo, leader religiosi e persino papi. Ma difficilmente se ne sono accorti. Eppure la "fontana fallica", come è normalmente nota nel "palazzo", domina dagli Anni Trenta l'ingresso di Villa Madama, la dimora cinquecentesca dove il governo organizza vertici e bilaterali con leader di tutto il mondo. Della fontana non si trova traccia nelle guide artistiche di Roma.

E in pochi conoscono la sua particolarità: del resto a prima vista appare come una normale riproduzione in ferro battuto di un piccolo albero; ma sbirciando bene fra foglie e arbusti, si nota che l'acqua zampilla da una decina di falli in erezione, assolutamente visibili pur se ben mimetizzati fra i rami. Pare sia stata commissionata dalla contessa Dorothy, vedova di Dentice di Frasso, proprietario della dimora prima che questa fosse ceduta allo Stato italiano negli Anni Quaranta. Raccontano che l'eccentrica americana, che arredò sontuosamente la villa che domina le pendici di Monte Mario, avesse molti amanti e una vita lussuriosa. E la fontana è lì a testimoniarlo.

 

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