BRUSH HOUR, LEGGI OGGI LE NOTIZIE DI DOMANI - ALLA CAMERA I BERSANIANI SI ARRENDONO E RENZI INCASSA. AL SENATO SARÀ UN'ALTRA MUSICA - PAPA GRILLO: “FATE UNA CAREZZA AI PARTITI, TANTO SONO MORTI” -

Francesco Bonazzi per Dagospia

 

Alla vigilia ci avrebbe messo la firma dieci volte, sotto un risultato del genere. Solo 20-25 franchi tiratori sui quasi 300 deputati che il Pd conta alla Camera. Matteo Renzi, ai suoi fedelissimi, aveva confidato che se ne aspettava anche il doppio e Radio Mugugno, nei giorni scorsi, fantasticava di almeno 60-70 democrats pronti a impallinare il Renzusconi al primo voto segreto. Invece oggi lo scrutinio sulle pregiudiziali di costituzionalità è filato via senza problemi, con una maggioranza schiacciante: 351 sì e 154 no.

 

Al Senato non sarà certo lo stesso filmetto, visto che a Palazzo Madama i numeri sono tutti in bilico, ma intanto il Rottam'attore può archiviare il primo round con piena soddisfazione. "Abbiamo tenuto", ha detto con raro understatement dopo aver fatto una rapida stima della fronda interna. "Si stanno arrendendo", aggiunge una fedelissima della seconda ora, alludendo a bersaniani e dalemiani sparsi. Bocche cucite, invece, sulla scelta a sorpresa della Boldrinmeier, che ha fissato la prossima tappa (forzata) dell'Italicum per l'11 febbraio, preoccupata di una serie di decreti che rischiano di scadere la prossima settimana. Insieme alla scelta di aprire le porte a una valanga di emendamenti, la decisione del presidente della Camera viene interpretata come una concessione ai partiti che la stanno contestando duramente, Lega Nord e Cinque Stelle in testa. Beppe Grillo ha lanciato sul web la crociata #Boldriniacasa e poi ha radunato in un albergo quelli che lui chiama "guerrieri", ovvero i suoi deputati.

 

Con la consueta strategia della doccia scozzese, dopo le gazzarre dei giorni scorsi, li ha invitati a una maggiore "dolcezza". Un vocabolo che lo accosta a papa Bergoglio, l'unica "alta carica" in circolazione a Roma della quale l'ex comico non abbia ancora chiesto la destituzione. E poi il consueto sberleffo per i titoli di domani e per il passaparola rapido sui social network: "Fate una carezza ai partiti, tanto sono morti".

 

Chi invece non è morto è il governo di Mezze Intese. E anche questa è una notizia. Alla vigilia di un altro viaggio all'estero a caccia di capitali freschi (questa volta con il cappello in mano si va a Dubai) Lettanipote annuncia che farà fuori Mastrapasqua sfilandogli la seggiola da sotto il sedere in questo modo: con un disegno di legge urgente del governo che cambierà la governance dell'Inps. La scusa è quella di colmare uno scandaloso vuoto normativo per impedire le poltrone multiple dei mandarini di Stato. Un altro vuoto, però, turba il finesettimana di Aspenio Letta. Con una settimana di pausa sulla legge elettorale, non è che Matteaccio riprenderà immediatamente a suonare il suo governo come un tamburo?

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