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LA “CARTA CALENDA” IPOTIZZATA DA BERLUSCONI SPACCA FORZA ITALIA: NON ABBIAMO BISOGNO DI UN PAPA STRANIERO. E LO CHIAMANO IL PATTO DELLA MEDUSA – MARONI IRONICO: AVANTI UN ALTRO – RENZI SCATENA BOCCADUTRI CONTRO IL MINISTRO. E LUI MALIGNO: PERCHE’ IL PD DOVREBBE AVERCELA CON ME? STO PORTANDO AVANTI IL PROGRAMMA DEL GOVERNO RENZI …
1. IL PATTO DELLA MEDUSA
Carmelo Lopapa per la Repubblica
Dentro Forza Italia l' attrazione fatale verso Carlo Calenda l' hanno già battezzata il "patto della Medusa". Non senza una dose di perfida ironia, da parte di chi non vede di buon occhio l' operazione. La "M" è quella maiuscola della casa di produzione cinematografica dell' impero Berlusconi che ha prodotto, nel tempo, anche film della regista Cristina Comencini.
Madre del ministro dello Sviluppo finito al centro delle attenzioni del Cavaliere per il potenziale ruolo di guida dei moderati se il leader forzista non dovesse ottenere la piena agibilità da Strasburgo.
Il diretto interessato con un tweet mattutino («Faccio il mio lavoro e basta») e con la lettera a Repubblica prova a spegnere il caso. Berlusconi invece ha passato parte del suo tempo a rassicurare i suoi: «Calenda è una carta di riserva, che teniamo in caldo se la situazione dovesse precipitare ». Il partito invece resterà saldo nelle sue mani. E per galvanizzare l' ambiente butta giù un discorso da leggere al congresso Ppe di Malta di domani e giovedì. «Calenda? È il miglior ministro, ma non abbiamo bisogno di papi stranieri » minimizza il capogruppo di Fi Renato Brunetta. «Calenda è sveglio, ma il candidato resta Silvio», afferma Gianfranco Rotondi.
Chi si sta attrezzando alla luce dell' ennesima trovata berlusconiana è la Lega. «Alè, avanti il prossimo », ironizza a proposito dell' ennesima proposta azzurra il governatore lombardo Roberto Maroni. Al Nord compaiono i primi manifesti con la scritta "Salvini premier", col leader che annuncia da via Bellerio il suo "giro d' Italia" a tappe: «Io a palazzo Chigi? Nessuna paura né dubbi». È già in campagna elettorale, Berlusconi è avvertito.
Quanto a Calenda, il ministro che rivendica il ruolo di "tecnico", in queste ultime settimane si è mosso a tutto campo. Non limitandosi a ricevere apprezzamenti dalla sponda berlusconiana. In Transatlantico i suoi ex amici di Scelta Civica hanno raccontato come "Carlo" sia tornato a farsi vivo per sondare il terreno, capire se i parlamentari un tempo montiani ora non vogliano tentare un' avventura insieme. Magari sotto un nuovo faro. E abboccamenti ci sono stati anche con il gruppo Ncd di Angelino Alfano, in quel "centro" in continua fibrillazione.
Tutti movimenti che non sono passati inosservati al radar di Matteo Renzi. I progressivi smarcamenti, gli attacchi ripetuti del ministro al premier che lo aveva promosso sono considerate vere dichiarazioni di guerra. Ecco perché l' ex segretario in corsa per la conferma ha anche deciso di passare ai raggi X l' attività di Calenda al Ministero.
E un giovane e agguerritissimo deputato pd con competenze economiche, Sergio Boccadutri, da qualche giorno ha il compito di marcare a uomo e rintuzzare colpo su colpo le iniziative del dicastero. «La bozza del decreto sui taxi è un errore», è stato l' esordio con comunicato a firma Boccadutri del 23 marzo. E ora fari puntati sul ddl concorrenza e tanto altro.
2. MAI VISTO BERLUSCONI IN VITA MIA
Lettera di Carlo Calenda a la Repubblica
Gentile Direttore, Carmelo Lopapa ieri sul suo giornale ha proposto ai lettori un retroscena che mi vedrebbe come possibile candidato del centro destra alle prossime elezioni. Non è la prima volta che il mio nome è associato a scenari politici- elettorali di destra, di centro e di sinistra. In questo caso però l' elemento fantasioso del racconto è particolarmente pronunciato, dal momento che non ho mai avuto il piacere di conoscere o anche solo di parlare con il Presidente Berlusconi.
Come ho più volte dichiarato e scritto, l' esperienza fatta con Scelta Civica ha dimostrato che fondare e/o guidare un partito non è un' attività che mi è particolarmente congeniale. L' unico obiettivo che ho è fare bene il Ministro dello Sviluppo Economico e a meno di un anno di distanza dalla mia nomina sono ancora lontano dall' averlo conseguito.
CARLO CALENDA A CAPALBIO - foto Enzo Russo
L' agenda del ministero nei prossimi mesi è infatti particolarmente fitta: l' implementazione del piano industria 4.0, il varo di una Strategia Energetica Nazionale che manca al nostro Paese dal 2013, l' approvazione della legge "annuale" sulla concorrenza presentata dal Presidente Renzi e dalla Ministra Guidi a febbraio del 2015, il rafforzamento del piano straordinario per l' internazionalizzazione ed il lancio del marchio unico per il made in Italy, il lavoro sulle aree di crisi e sui settori più esposti al dumping sociale - a partire dai call center -, l' accelerazione del piano banda larga nei distretti industriali etc.
carlo calenda nel film cuore del nonno luigi comencini
Tutte iniziative impostate negli anni del Governo Renzi e sulle quali è legittimo aspettarsi, anche per questo, un convinto sostegno del Pd. Sono e rimango, dunque, un "tecnico", qualifica che non va particolarmente di moda nelle ultime settimane. Ho letto con grande interesse l' intervista dell' Onorevole Orfini sulle colonne di questo giornale e ho riscontrato molte novità positive: dall' apertura alla possibilità che il Governo Gentiloni arrivi a fine legislatura, alla necessità che la politica economica dell' Esecutivo emerga anche da un confronto serio e approfondito con il Pd.
Su un punto mi permetto di dissentire con Orfini: non occorre avere la tessera di un partito per avere una visione politica. Ciò vale quando ci si impegna a fondo in una battaglia molto politica come quella del referendum, così come quando si sostiene che sarebbe pericoloso per l' Italia andare ad elezioni precipitosamente, senza legge elettorale, e prima della conclusione del ciclo elettorale europeo.
REPLICA
Prendiamo atto della precisazione del Ministro. Ma in nessun passaggio dell' articolo si scrive di un suo rapporto diretto, tanto meno di un incontro, con Silvio Berlusconi. E se il leader di Fi ritiene che abbia le carte in regola per la guida dei moderati, è a lui che il Ministro dovrà avanzare le proprie rimostranze. Le uscite poco "tecniche" degli ultimi mesi, poi, sono fatti, non fantasie.
(c.l.)