IL VECCHIO CHE AVANZA - IL CASO DEL GIORNALISTA DE “LA STAMPA”, JACOPO IACOBONI, ESCLUSO DALL’EVENTO M5S PERCHE’ SGRADITO A CASALEGGIO, E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE IL MOVIMENTO DOPO ANNI DI “VAFFA” AI CRONISTI, SEMPRE DESCRITTI COME SERVI DEL POTERE, FATICHI A LEGITTIMARSI COME FORZA DI GOVERNO
Fabio Martini per “la Stampa”
E alla fine si è dissociato anche Gianluigi Nuzzi. Il giornalista - da anni molto vicino a Casaleggio padre e a Casaleggio figlio - durante l' evento di Ivrea aveva accreditato la versione degli organizzatori sull' ostracismo al giornalista della Stampa Jacopo Iacoboni, ma ora ha cambiato decisamente versione: «È stata una scelta personale di Davide Casaleggio. Una decisione sua. Sbagliata, che io non condivido in nessun modo».
Certo, un cambiamento sul quale ha pesato l'auto-difesa dell'onore professionale da parte del giornalista, ma che riflette anche le due pulsioni - per ora restate sotto traccia - dentro il Movimento Cinque Stelle. Tra chi - Luigi Di Maio - punta a dare un approdo di governo alla protesta e chi - Davide Casaleggio - ritiene che quello non sia un imperativo categorico, da raggiungere ad ogni costo con l' ingresso a palazzo Chigi del leader del Movimento.
Nel giro di poche ore il Movimento Cinque stelle - non più di lotta ma non ancora di governo - ha prodotto due eventi platealmente divaricati: ha "accettato" Occidente e Ue, ma non ha accettato un giornalista sgradito ad un proprio evento. Un paradosso raccontato da due eventi.
Il 5 aprile Luigi Di Maio, "capo politico" dei Cinque Stelle, uscendo dal colloquio con il Capo dello Stato, aveva annunciato una svolta rispetto al passato: l'Italia deve restare alleata dell'Occidente, del Patto atlantico, dell'Unione europea e monetaria. Un annuncio potente, non scontato.
Due giorni dopo, le porte dell'evento Sum#02, organizzato ad Ivrea da Davide Casaleggio si sono chiuse all'accesso al giornalista de "La Stampa", considerato sgradito e "rivendicato" come tale.
Ma ad evento concluso proprio Casaleggio, sia pure con rammarico, è stato costretto a prendere atto della beffa: «Con un certo stupore i media si sono soffermati sul mancato accesso di un giornalista...». Come dire: il divieto da lui voluto ha finito per oscurare l'evento al quale lui stesso teneva tanto. In questo paradosso si sintetizza il bivio del movimento.
Dopo 11 anni di predicazione anti-sistema, il Movimento Cinque stelle è chiamato a trasformare milioni di "vaffa" in una forza che legittimamente vuol dare corpo a quella protesta, guidando il governo della Repubblica. Ma è come se faticasse a liberarsi da quel "richiamo della foresta" che per anni ha visto Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio considerare la quasi totalità dei media e dei giornalisti come asserviti al potere.
Ed è come se una riserva riguardasse anche la guida del governo. La sorpresa, per Davide Casaleggio, è stato quel che ha prodotto la decisione di escludere il giornalista: l' isolamento anche in quella parte del mondo dell' informazione che guarda ai Cinque stelle con speranza e simpatia.
Dopo le critiche del "Fattoquotidiano", carta e online, di tutte le associazioni di categoria, ora anche Gianluigi Nuzzi. Un segnale che nell' universo Cinque Stelle, i big certo si rispettano tra loro, ma la cortina del silenzio non nasconde un monolite.