CAZZARO ATTACK! – RENZI ALLA DIREZIONE DEL PD MINACCIA: CHI FA LE SCISSIONI POI LA PAGA ALLE URNE (VEDI GRECIA) – “A CHI MI PARLA DI SVOLTA AUTORITARIA RISPONDO CON UNA RISATA” – E LA BOSCHI INVITA LA MINORANZA DEM “A FARSI UNA PIZZA”
1. RENZI ALLA DIREZIONE PD
da www.ansa.it
MATTEO RENZI ALLA DIREZIONE DEL PD
Riforme: è la giornata della resa dei conti nel Pd. Matteo Renzi vuole l'intesa con la minoranza ma avverte: niente veti e non si stravolge la riforma. Ieri Pier Luigi Bersani aveva detto che all'intesa "basta un millimetro" non sarà presente alla riunione perchè è previsto il suo intervento alla chiusura della Festa del Pd di Modena. Il presidente Matteo Orfini ha fatto sapere che alle 19 si voterà. Intanto nel suo intervento Matteo Renzi difende 'la buona scuola' e va all'attacco di Matteo Salvini: "Cambia idea continuamente, è un surfista dell'istante".
Salvini 'surfista' - "Dopo aver detto in 16 trasmissioni tv, interrompendo l'interlocutore, 'prenditi tu il profugo', recentemente Salvini, ad Agorà Estate, si è detto pronto ad ospitarlo a casa sua. Basta che cambi il clima e si cambia idea. Sono i surfisti dell'istante, che non si ricordano cosa hanno detto e cavalcano la risposta del momento". Così Matteo Renzi, in direzione, critica le posizioni del leader della Lega, Matteo Salvini.
La buona scuola non è che l'inizio - "In due anni gli insegnanti di sostegno sono saliti da 63mila a 93mila. Sono aumentati gli investimenti sull'edilizia. E a dispetto della parola 'deportati' usata da alcuni, parola brutta per chi crede nel valore della memoria, appena qualche decina gli insegnanti non ha accettato la proposta del posto di lavoro, avvenuta nell'ambito della più grande forma di investimento sull'educazione e sugli insegnanti mai fatta dal Paese nel dopoguerra". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, aprendo la direzione Pd. "La buona scuola, che non è che un inizio di percorso perché richiederà ancora molti passaggi, come le deleghe ma non solo, è stata resa possibile dalla vostra tenacia".
Chi di scissione ferisce...- "Le scissioni funzionano molto come minaccia, un pò meno nel passaggio elettorale. Chi di scissioni ferisce, di scissioni perisce". Così il premier Matteo Renzi alludendo, nell'intervento in direzione Pd, all'esito elettorale del movimento di Varoufakis alle elezioni greche.
Ridurre il debito è di sinistra - "La riduzione del debito è un concetto di sinistra, perché siamo contro l'austerity e il rigido rigorismo economico, ma possiamo ben dire che la riduzione del debito è un modo di rispondere alle esigenze dei nostri figli e dei nostri nipoti".
Ue nata per abbattere muri, non per costruirli - "L'Europa è nata per abbatterli i muri e non per costruirli". Lo ha detto Matteo Renzi alla direzione Pd, citando Italo Calvino "che nel Barone Rampante scriveva 'se alzi un muro pensa a ciò che lasci fuori'". Il muro dell'Ungheria riguarda anche l'Italia perché "se si interrompe il flusso in quella direzione, dobbiamo porci il problema di come rispondere all'ansia di libertà di chi fugge. Nell'Europa nata perché un muro era caduto si ritirano su i muri, partendo da un consenso di governi che sono teoricamente di sinistra".
In mattinata in una intervista a 'Repubblica' sottolinea che si può trattare ma non sull'elezione diretta dei senatori: "Vorrebbe dire stravolgere la riforma che il Pd ha sempre immaginato, il Senato non sarebbe più la Camera delle autonomie". Ieri il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha avvertito la sinistra dem: sì al dialogo ma niente veti.
2. SENATO, NEL PD È IL GIORNO DELLA CONTA
R.R. per il “Corriere della Sera”
maria elena boschi cecilia carpio luca di bonaventura
L’accordo interno al Pd sulla riforma del Senato somiglia alla freccia di un’automobile: ora «c’è», e ora «no». E quando «non c’è» volano accuse tra le parti. Anche se intanto Matteo Renzi ieri ha fatto annunciare una certezza: alla direzione di oggi farà il punto su tutte le riforme e quindi chiederà al partito un voto finale.
Prima il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, da Torino, aveva detto che «la riforma è condivisa al 90%», sottolineando che quel che manca al traguardo è responsabilità della minoranza del suo partito: «Trovino una pizzeria, si mangino una pizza tutti insieme, si facciano una telefonata, ma decidano che cosa vogliono fare. Non se ne può più di questi avanti e indietro».
MARIA ELENA BOSCHI FRANCESCO BONIFAZI A FORMENTERA
E, in merito al nodo cruciale dell’elettività diretta dei nuovi senatori, la Boschi ha insistito sulla validità del testo governativo: «Se il Senato deve rappresentare i territori, non possono non esserci consiglieri regionali e sindaci. Per questo abbiamo proposto che ci siano eletti di secondo livello». Comunque, ha aggiunto il ministro, «si arriverà all’approvazione in Senato entro il 15 ottobre. Se il Pd perde questa sfida, il rischio è perdere credibilità come partito».
Eppure la minoranza continua a ripetere che non potranno essere i consigli regionali a eleggere chi dovrà sedere a Palazzo Madama, ma che dovranno sceglierli direttamente i cittadini. Lo ha ribadito Vannino Chiti: «Bisogna che questo principio sia stabilito con chiarezza, se si vuole trovare una mediazione degna della Costituzione. La riforma non si fa con il pallottoliere, ma con il dialogo». E Pier Luigi Bersani insiste: se si tocca l’articolo 2 e si dà potere ai cittadini l’accordo è a un millimetro (alla Festa dell’Unità di Bologna, l’ex segretario commenta i suoi rapporti con il premier: «Son sempre stato amico fraterno con chi mi ha sostituito. Con Errani, in Regione Emilia-Romagna, con Letta al ministero. Perché non riesco a esserlo con Renzi? Per statistica non mi sembra un problema mio»).
Ma accuse ancora più esplicite al governo seguitano ad arrivare dalle opposizioni. Roberto Calderoli, vicepresidente leghista del Senato, resta pronto a combattere in Aula con «milioni di emendamenti». E dice, intervistato da Maria Latella su S ky Tg24 , che l’intesa «non c’è mai stata. Siamo di fronte a una commedia in cui il gatto Renzi e la volpe Boschi, coppia spregiudicata, tentano di convincere gli antagonisti a votare la riforma. C’è una campagna acquisti in corso».
Tesi sostenuta anche da Maurizio Gasparri (FI): «Per Renzi questa è una prova di forza. Non gli importa che questa riforma sia sbagliata. Contano i numeri. Quello che sta accadendo al Senato è vergognoso». Il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta aggiunge: «L’Italia non è uscita dalla crisi. Il governo non ha puntato a far ripartire il Paese, ma a conquistare il potere: con la legge elettorale e questa riforma».
Infine, per il M5S, interviene il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: «Riforma inutile e dannosa. Non abolisce il Senato, ma ne crea uno in cui entreranno consiglieri regionali e sindaci che potranno salvarsi dalla galera con l’immunità parlamentare».